ini MDXXI, APRILE. 100 materia di far la liga etc., desiderando veder li capitoli. 11 Gran canzdier disse ge d.iria la copia. Poi fo dal Re e li lexe quello la Signoria li huvia scrito di ultimo Fevrer, 2 et C Marzo, in materia di far la liga, desiderando veder li capitoli; e il Re li fece darli, dicendo è boti la Signoria ini ri, e laudò quello la Signoria avia scrito a Roma, dicendo aver scrito a Roma si concludi, però la Signoria mandi la con-clusion. Et manda la copia di capitoli, quali sono in sumario: liga tra il Papa, Pranza, Fiorenza eLMedici et il Doxe et Signoria a defension di Stadi ; et volendo alcun venir in Italia con arine, tutti tre omni conatu li debbi obstar. Item, non si possi far Irieve o paxe si non con voluntà di altri. Item, esserli contraeva»! si maiore dignitate fulgeret. Item, danno termine mexi 4 a li signori de Italia a in-trar in dilla liga; con altri capitoli di questa substantia. Nolo. In dite Ictere è questo, che l’Oralor li dimandò al Re: «Sguizari vien ; a clieefecto vienli ? » Rispose Soa Maestà: « anderano a Roma, poi in reame ». 59 Di Milan, di Alvise Marin secretano, dri-zate al Conscio di X, ut supra, di 24. Come monsignor di Lutrech li ha dito aver lelere di Franza, che la Christianissima Maestà à parlato a l’Orator nostro zerclia a la liga, et che la Signoria voy intrar in quella etc., dicendo è bon si lazi presto. Et esso Secretano li disse come la Signoria voria aver bon consulto, et le republiche non poi far come fanno li signori, ma bisognava consultar et proponer le materie in li Consegli. Rispose: « Dite il vero » eie. Fu poi posto, per li Savii dii Consejo, excepto sier Alvise di Prioli et Savii a Terra ferma, una teiera a l’Orator nostro in corte, debbi concluder la liga, et liavemo visto li capitoli auti da la Christianissima Maestà, et se li manda sindicalo. Item, una altra letera al dito Orator, che poi conclusa la liga, debbi dir al Pontifice clic provocar la Cesarea Maestà a venir in Italia saria mal eie. ; però havendo inteso, per via di Pranza, che li sguizari voleno andar a Roma, poi in reame, però di-sconlbrla la impresa per le raxon ut in litteris. Et parlò primo sier Alvise di Prioli, dicendo è materia di grandissima importanti», et è bon reveder li capitoli et aspetar che si babbi lelere di Milan di sier Andrea Grili di quanto li dirà Lui redi, et però messe de indusiar fino veniva lelere dii Grili. Li rispose sier Domenego Trivixan el cavalier pro-curator, persuadendo far la liga, e le letere si scrive a Roma et in Franza, con molte raxon. Poi parlò sier Gasparo Malipiero biasemando le lelere, ma non parlò sul far di la liga, dicendo si dia balolar a una a una ; el cussi sentiva il Consejo di far. Et per esser l’ora larda, con la profondissima credenza fo licenlià il Pregadi e ordinato farlo doman. In questo zorno, hessendo su Pregadi, intrò le galie di Barbaria, capitanio sier Francesco Coniarmi, state fuora quasi 22 mexi. Exemplum. 60f) Per letere di Burgos, de 28 Fevrer 1521. In queste parte, non solamente non hanno termini li disordeni occurenti, ma sono più ogni giorno accesi, et li popoli perseverano in la sua pertinalia et unione, et niun de li rebelli se reduce ad obe-dientia dii Re et de’soi governatori, ma più tosto se ne contamina ogni giorno de li altri, et se non de opera saltim de voluntà, perchè questa influentia è cosi generale che è incredibel cosa. L’Andalogia è quasi luta pacifica, et non molto devota fin adesso a la obedientia et servilio de Sua Maestà. Et ultimate han facto congregation generale, in la qual hanno convenuti tulli li procuratori de li loci, li quali hanno formalo molti capitoli fra loro, de li quali è siala mandata copia. El tra le altre cose, hanno promesso et juralo de observare li comandamenti regi et prender l’arme conlro l’inobedienti, el a niun modo consentire alcuna congregalion di comunità. Et hanno mandato ambasciatori a la cita di Toledo, et altri a le cilà di Hebedor et Baisa de la moderna Andalogia, che son revoluti, a requirirli el protestarli che subito ritornino a l’obedienza de Sua Maestà, altramente che prendevano arme contra di loro. Ancora preparano 5000 fanli et 1000 cavalli conira la cilà di Toledo et per queste parie in favor di Sua Maestà; el mandalo dui ambasciatori per o-gni cilà et villa al Re con molte oferle, et a supli-carli che ’1 vegni a descendere in Andalogia. Finalmente, tulli li capitoli principali sono totalmente de-dili al servilio di Sua Maestà, che meglio dir non si po’. Ilavereli però saputo le cose occorse in Sibilia, et come lo duca di Medina, per evitar scandalo, è ussito fuori di la cilà, et cosi lo duca de Arcos, et hanno promesso de non tralarli insino a la venula del Re. Tulli loro publicano largamente el servilio di Sua Maestà, et non voler, nè procurar altro; et non (1) La carta 59* è bianca.