261 MDXXI, MAGGIO. 262 Levante, el unii lelera congratulatoria al Gran maestro di Rodi, è a Paris, el ge la manderà. Item, supliea si elezi il suo successor aziò possi repatriar. Da Milan, dii secretano Marin, di 21. Come eri, ricevute nostre di 17 con sumarii di nove di Levante, le comunicò a Lutrech; et prima, jusla le teiere scriloli, si alegrò di l’acordo falò con sguizari. Scrive parole dile verso di lui per Lutrech, ut in titteris. Tandem il Senalo à expedito la sentenlia contra il conte Christoforo Palavisino, zoù confisca tulli i soi beni e lui confinalo dov’è ; e per quanto tempo, Panno rimessa al re Christianissimo. Questui à ’ulo bon a le imposilion havia. Havia fato monede false, occision, tralà rebellion et amazà quel dotor li mandò monsignor di Lutrech a uno suo castelo. Si dice, quando fu preso, li fo lolto, tra fermenti, vini, arzenti e mobeli per la valuta di ducatj 60 niilia ; tamen hanno rimesso al Re per quanto tempo e dove dia esser condannato a viver. Dii dito, date a dì 24. Come ricevete nostre con a visi di Cypro. Scrive, Lulrech non va in Pranza se prima non ha letere dii Re di poter partirsi ; et non venendo con queste prime, non verà più. Da Rimano, di uno sguizaro nominato.. ., * date a dì 25 Mazo, drizate al Canzelier gran-do nostro. Come 300 sguizari il Papa li ha tolti per varda sua ; 800 melerà Ira Perosa et Ravena. È stato con li capitani a Roma il Papa, fati cavalieri e faloli presenti ; et che lo episcopo di Pistoia havia porlà li danari per darli la paga. Nomina li do capitani fati cavalieri et apresentati veste di veludo, videlicet domino......et il capitanio di Berna; et che li danno 10 page a l’anno per uno. Scrive aver, li sguizari è acordati col re Christianissimo; et Zurich, eh’ è il terzo decimo, non era risolto. Scrive è servitor di questa Signoria, salvo sempre il suo honor. Di Bergamo, di sier Bolo Nani capitanio, di 20, in risposta di nostre letere scritoli per il Senato. Scrive aver manda ducati 5000 di la li-mitation a Verona, et 1000 qui a l’Arsenal. Manda i so’ libri e conti di la camera à pagalo per lelere di la Signoria ; sichè non à ’1 modo, nè voi scansar li pagamenti adesso. Lui non poi suplir; manda il scrivan di la camera di qui; prega sia mandà presto indrio. Item aricorda, che lui non à dispensa per mal modo alcun danaro, ma solum in execu-tion di letere di la Signoria nostra ; e per un ducato che habbi speso, voi pagarne 10. E aricorda a Treviso prestò a la Signoria ducati 1500 a star da anni ad averli. Item, scrive è bon scansar certe spese j de lì superflue, ut in titteris; et che non era raxon resti debilor a Palazo, come è sta preso che '1 resti. Di Londra, di sier Antonio Surian dolor e cavalier orator, di 23. Coloquii auti col Cardinal, al qual li comunicò le nove di Levante. Et li disse che la dieta era quasi definita, et che ’1 re di Pranza move a l’Imperador per via di Ruberlo di la Marchia, duca di Gelei* e re di Navara, et che questa Maestà non li piace, perchè desidera paxe tra li principi christiani. Et che se il re di Franza vorà persister, questa Maestà non potrà far con manco di ajutar l’Imperador; con altre parole. Et che questa Maestà voria esser quello componesse tal differcntie; et sopra questo scrive ad longum varii coloquii ; e che lui era sta quello havia disviso a l’Imperator a venir in Italia, et cussi al re Chri-stianissimo ; il qual Imperador ritornava in Fiandra e forsi in Spagna per adalar quelle cosse. Concludendo, questo Re non varderà al parentà l’ha con Franza. Scrive, aver esso Orator fato intender il tutto a l’orator di Franza è de lì, qual par habbi dito al Cardinal la Regìa Maestà non voi juditi, ma ben justitìca di Ruberlo di la Marchia e duca di Ge-ler non esser il Re quello fazi, nè dagi molestia ; ma ben al re di Navara per observar li capitoli di 160 l’acordo feno in Noion eie. Scrive, de Scozia ancora non si vede perlongation di trieve. Scrive coloquii dii Cardinal con lui Orator zercha quel Martin Luther, e che erano venuti brievi dii Papa di qui per far brusar le opere di diio Lutherio ; et cussi farà il Re non se ne trovi su dila ixola, el qual compone una opera conira dito Lutherio Sua Maestà, e la voi dar fuora el mandarla a li principi christiani, tra li qual a la Signoria nostra. E sarà ben fato che uno Re habi composto una opera in favor di la fede Christiana, e gran laude a questa Maestà. Scrive e supliea sia expedito il suo successor ; è zà mexi 30 è de lì. Di Hongaria, di sier Lorenzo Orio el dotor orator nostro, date a Buda a dì 11. Come havia ricevuto nostre teiere di Marzo e Aprii con sumarii dii Turco e di Levante, el li comunicò al Re. Scrive quello li fece dir zercha le cose di turchi ; qual fe’ un gran discorso ; et che a questo si tralava l’interesse suo et di la Signoria nostra, che confinano con esso Turco, e havia auto risposta oplima di la Cesarea Maestà, et aspetava quella dii Papa. Et in questa dieta si frateria a li eminenti pericoli di dito Turco inimico di la cbrislianità ; con molle parole hinc inde dictce, ut in titteris.