281 MDXVII, MAGGIO 282 rimasta la sua famiglia in inopia, et aleuto il Gover-nador ha pregato non sia abandonà dieta famiglia, però li sia concesso provision «li ducali G per paga a la camera di.... a page 8 a l’anno, ut in parte. Et non fu presa come diffuse noterò di solo. Fu posto, per li Consieri, che sier Borlolamio Contarmi e sicr Alvise Mozenigo cl cavalior, vanno oratori al Signor turco, possino portar arzenti con loro per ducali 400 per uno, da esser stimali per l’olicio di le Raxon nuove a risego de la Signoria nostra : 10 di no, 14!) de si. Fu posto, per li Savii tulli, che sopra le galie di prefati Oratori non si possi cargar roba alcuna par-licular solo gravissime pene, ut in parte, et commesso li prefali Oratori habino a far la zercha di dite robe carge, et li sopracomiti stagino a loro ubedien-dia, ut in parte ; et fu presa. Fu leto una suplication di Piero Gonella da ... . . ., debitor di la Signoria nostra, che sia connesso a li X Savii sopra le decime di le caxe non hanno utilità possi sfalchar di deeime, et sia suspeso li soi debiti ut in parte. Et fu posto per li Consieri e Savii, li sia concesso, utsupra, et sia suspeso i soi debili per do anni, et fu presa: G di no, 153 de si. Da Palermo, di sier Pelegrin Venier qu. sier Domenego, di 3 Mago. Come a di primo zonse de lì con lo galie il magnifico domino Hector Pigna-leilo conte di Monte Leone, venuto per il re Calho-lico al governo di quella insula, ltem, il majordomo di don Hugo de Monchada, oliin viceré, di qual li ha diio aver aulo letere dal prelato don Hugo che debbi far relassar tulle lo robe fu prese, per il suo galion, di nostri erano sopra la nave Nicolosa, le qual sono intacte a Messina; et si fosse sia venduto alcuna cossa, debbi dii suo scuoderle, sichò il tutto sia reso a li commessi etc. Item, Tormenti sono bela saxon, ma desiderano aqua. E dila letera fo tela domentc si ba-lotava la parie di Savii, come dirò di solo. Fu poi posto, per sier Lu nardo Emo el consier, et Savi dii Consejo e terra ferma, una letera a l’O-rator nostro in Pranza zercha il conte Chrislofolo. Come, havendo aulo le sue di 8, per le qual la Chri-stianissima Maestà richiedeva fusse slargalo il conte Christoforo, poi si ave una letera dii re Githolico, di primo, per la qual dimandava fosse relassà liberamente il dillo conte etc.; et però col Senato si scrive questa cosa è di grande importantia al Stato nostro, per la condilion di questo capitanio nostro inimicis-simo, qual nel Frinì ne fa ria gran danni essendo liberalo, si per la vicinità di sù lochi, come per la parte ha nel Friul, adeo si converia lenir exercito conira, eh’è cosa conira al beneficio etiam di Soa Maestà. Poi (di) la liberalion di presoni si à visto grande experienlia, sì per la liberalion fé’ il qu. re Alvise dii Cardinal Ascanio, si Soa Maestà dii signor Prospero Colona, c nui dii marchese di Manina, monsignor ili la Uosa e altri presoni capitani lassali. Pertanto n1 è parso dito Orator digi queste raxon a la Chrislianis-sima Maestà ; e quando pur paresse a Soa Maestà fusse a proposito di le cose nostre che ’I prefalo conte fusse relassato, zoo slargalo, con lìdejussion e juramento non si partir, nui faremo quanto parerà a Soa Maestà, per voler esser uniti con quella per esser i beni di Siali comuni; con altre parole. E da mò 1G2 sia preso che la dila cauzion non si possi aceplar senza lieenlia e voler di questo Consejo. Item, un’ altra letera posta, per li dili, a parte et srcrctissime, al prefalo Orator, che vedi opinion nostra saria dito conte Christoforo non fusse mosso, el maxime la seconda, videlicet relasato libero, et in questo si debbi fatigarcon la Ctiristianissima Maestà, laudandolo (di) quanto rispose a la Maestà Cliri-slianissima, come scrive per sue di 8, in questa materia dii conte Chrislofolo ; con altre parole ut in lit-teris. Et Iole le dite letere, vislo niun non voleva andar in renga, mi parso a mi Mariti Sanudo, era di Pregadi, qu. sier Lunardo, andar; et cussi andai’ che per Deum veruni era disposto non parlar, et con atention di tutti lui aldito et feci bona renga, Dicendo mi pareria offender la mia eonscienlia, hessendo stailo Io quello che eri sera persuasi la Vostra Serenila, Serenissimo Principe, et le vostre ex-celenlio, a prender l’indusia el fusse conzade le do opinion si proponeva a questo oxcelenlissimo Consejo in materia dii colile Chrislofolo, arieordando fosse dile le raxon nostre a la Chrislianissima Maestà, sicome fu fato -dii 1510, «li Marzo, per questo Consejo al tempo che papa Julio dimandò la rela-xation dii marchese di Manloa con grande instanzia, per la instanzia li era fata dal ducha di Urbin suo nepote e zenero dii prefato marchese ; et cussi, a quel tempo, quelli preclarissimi padri erano in Colegio non mosscno di slargarlo e inanello liberarlo, ma ben justifichar la Signoria nostra e la caxon non si dia tassar il prefalo Marchese. Le qual udite per papa Julio, per il vostro Orator tune magnifico missier Itironimo Donado dotor, fo ad messe, dicendo é reslà satisfai«), né non ne parlemo più. Ma poi zercha do inexi, parse a qualche uno del Colo-gio venir a questo Consejo con dir non bevevamo capilaneo conira francesi, che polenti voleano tornar a la ruiua del Stato nostro insieme con la sua