137 MDXVII, APRILE. 138 nezesità et assai malatìe, con gran mortalità di ani- ! mali et precipue gambeli ; et che li arabi non li lassa andar vituarie, e turchi vanno per il paexe sono morti da arabi, et è cosa credibile ; tamen si è di qui mal avisati. Ogni 15 et 20 zorni hanno nove; nel qual tempo po’ ocorcr assai cose. Non è da creder un tanto homo si lassi redur in loco asediato. Idio lassi seguir il meglio ! Serìla fin qui a di 21. Da novo non è inovato altro, solum se dize il Turcho aver fato in Damasco molti signori per questo regno, et ancora non 1’ ha acquistalo ;-non so quello sarà. Vero è che 1’ è pericoloso per il manchamento dii danaro e de le vo-lunlà non unite. Scrive, a dì 20 monloe in castello, et fatto confirmar molti capìtoli et capitoli vecchìi e comandamenli de’ altri Soldani, e li resta alcuni eh’ è in danno dii Nadrachas: voi veder prima che ’1 contenti per mandarli poi uniti. Di merchadantìa non è tempo di parlar : piper 150 etc., ut in litteris. Scrive, in Damiata zonse una nave, partì di Ve-necia, di bote 150, con ogii e mieli ; la qual par che a di 10 Àvosto, per tempo si rompesse, et fo ricu-cuperà 40 bote di ojo et un pocho di mandole, si-come li è sta scrito. Letera dii dito Consolo, data in Alexandria a dì 8 Dezembrio 1517. Come eri sera zonse lì in Alexandria, e trovato il bregantin dì le galie non esser partito, scrìve à otenuto la liberation di ducali 5000 et 25 capìtoli molto utili e comodi a la nazìon. E in questa ma-tina è stato da questo Signor novo, e fati lezer diti capitoli, poi leti lo richiese che volendo oser-varli li soloscrivesse, e cussi feze non solum i novi, ma quelli Polene in tempo dii signor Soldan defon-to ; sìchè hora mai la nazion ha quello sa dimandar. Dio laudato! Scrive, con grandissima alegreza sente la venuta di le galie, per la qual nova i zenzeri al Cayro montò in una hora da 11 a 13. Spera sarà beatissima muda et utilissima ; non manda li capitoli ozi. Muze è morto, al qual volea farli tra-4* dur, nè ha voluto tenir più il brigantin. Le galie venirano a Biehieri, starano zornì 8, e poi verano lì in Alexandria per dar comodità a specie vengono. 75 Dii mexe di Aprii 1517. A dì primo. Introno a la bancha Cai di XL : sier Alexandro Michiel qu. sier Piero, sìer Alexan- dro Badoer qu. sier Antonio et sier Francesco Bo-lani qu. sier Domenego; et Savii dii Consejo: sier Polo Capello el cavalier et sìer Andrea Grili pro-curator, sier Filippo Bernardo; et sier Alvise Landò savio ai Ordeni, sier Alvise Michiel era zà in-trato. Manchoe sier Lucha Trun savio dii Consejo, per una lite l’ha al zudegà di Procuratori con li Procuratori, qual questa matìna fo aldìto et cussi ozi. Item, sìer Silvestro Memo savio ai Ordeni è amalato, et do non hanno la elade: sier Zuan Contarmi et sìer Bortolamio Donado, li qual hanno dato una suplìcalion al Consejo di X di prestar ducati 110 et aver la prova. Di Verona, di sier Zuan Paulo Gradenigo provedador zeneral, di 29. Dìi zonzer lì il signor Governador, qual si lauda mollo de li honori e ca-reze fateli per la Signoria nostra. Item, alendono a le fabriehe di le mure. Veneno li oratori dì Bergamo primi, el a l’incontro sono venuti altri C citadìnì bergamaschi di contraria fazione, li quali si fanno etiam loro oratori, et voleno esser in contraditorìo a la Signoria zercha il suo Consejo etc. Li nomi di qual sie sono questi : el conte Trusardo di Calepio dotor et cavalier, domino Lunardo da Cotnendun dolor et cavalier, domino Nicolò Zancho dolor, Alvise di Passi et Troylo Lupo et Zuan Andrea dì Iluoda. llor fo remessi aldirli ozi pieno Collegio in con-traditorio. Da poi disnar aduncha, fo Colegio di la Signorìa e Savìì, et alditeno li oratori di Bergamo l’una e l’altra man in contraditorìo, e parloe domino Trusardo di Calepio, dolendosi dii Consejo di 19 che fo fato in questa guera a tempo li citadìnì erano fuora, a uno per conira’; nel qual entra assa’ dii populo menuto conira il dover, essendo loro citadìnì, portando il peso di la terra, poi è fìde-lissimì. A dì do. La matìna, poi auto la sententia con- 75* tro il zudegà di Procuratori per do zudezi, il terzo nolente in opinione, sier Lucha Trun introe savio dii Consejo, el fono cavali il Colegio di 20 Savii et di 7 Savii ; nel qual numero di 7 Savii lo sìer Marìn Sanudo fui cavato, et a caso era in Colegio. Di Pranza, fo letere di l’Orator nostro, ve-chie, di 19 Marzo, da Paris. Come, ricevute nostre di 7, andò a trovar il Chrislianìssimo re, et li comunieoe quanto era stà risposto al Nonlio pontificio in la materia di la galia richiesta, etc. Soa Maestà disse sta beri, e perchè l’andava in Consejo non li posse dir altro, nè parlarli molto. Item,