267 UDXVir, MAGGIO. 268 La Marchesana sua ma;Ire è anelala, per vodo, in Pranza a una devution dita la Madalena. Questo signor, per quanto se intende, volentieri toria soldo da questa Signoria, et starà di qui zorni 8; non vi è più stato. È venuto con questi zerclm 7 (Ione manloane con i loro mariti, alozate a Santa Sofia in cha’ Zustignan. Questi da conto è venuti col signor Fedrico di Gonzaga, fìol dii marchexe di Mantoa. Illustrissimo signor Federico di Gonzaga. Illustrissimo signor Zuan Francesco di Gonzaga. Illustrissimo signor Alvise di Gonzaga. Signor Alexandro. Signor Sigismondo. Signor Costanzo di I’ii. Missier Ludovico da Fermo. Missier ltozon. Missier Alvise da Gonzaga. Missier Francesco da Gonzaga. Monsignor l’archidiacono. Missier Julio da Gonzaga. Missier Carlo da Nivolon. Missier Guido da Gonzaga. El conte di Slrozi. El conte Alexandro da Nivolara. Missier Baldisar da Castiono. Missier Alberto Capriano. Missier Ilironimo di Negri. Missier Nicolò Tosa Beclio. Missier Gornino. 15i* Et li Savii si reduseno in Golegio a consultar, et fo letere dii Consolo di Damasco, do 1etere di 16 Fcvrer, cosse vechie, qual apena fono lete. Item, vene Zuan Gobo corier, vien di Fiandra con Vicenzo Stringa, et portò lete,re di Pranza, di l’Orator nostro, di 8, et di Fiandra di Hiro-nimo da la Vcdoa, et il salvocondulo dii re Ca-Ibolico per uno anno; il sumario di le qual letcre noterò poi. A dì 20. La malina, fo San Bernardin, che si varda in questi! terra; el terminalo il fiol dii signor marchese di Mantoa di andar a far reverenlia al Principe el Colegio, preparato li piali, et veneno solititi questi notali (pii solo, videlicet il podestà di Cliioza et 6 doclori et alcuni zoveneli, che fo conira de lui a Cliioza ; linde Lorenzo Quarto qual a questo cargo era in gran travaglio, et vene da Mi pregandomi andasse che niun vi era, et cussi vi andai insieme con do altri, che fu una grandissima vergogna. El Signor era ben in ordene, con uno sajon d’oro e bianco, et di sora uno zupon di veluto negro e bareta di voluto in capo. Li altri soi, chi con sajoni d’oro, chi con cape ricamade a oro, chi di seda listate d’oro, in conclusion da 20 erano benissimo vestiti. Et cussi con li piali, et era eliam quel signor Gilberto Palavicino, eh’è in questa terra, qual fo di sora li altri, exceplo li (ioli fo dii signor liedolfo, et si andoe a San Marco. La Piaza e corte era piena, per vederli, di zelile; el il Principe era redulo col Colegio in sala d’oro, dove si l'i li pasti, qual era ben conzala per il pasto si fa domali. Et il Principe non si mosse de la ca-riega, et diio signor Fcdrigo se inchinò facendoli gran riverenlia, e li basò la mano. Poi sentalo a-presso Soa Serenità, il Principe tochoe la mano a tulli. Eravi e ti am Lodovico da Fermo favorito dii signor Marchese, il qual fo qui presoli. Et poi el Principe parloe con dito signor, e lui al Principe, dicendoli la observantia voi aver a questo Slado. E stato un podio, si vene in chiesia di San Marco a messa; poi con le barche picole Io acompagno-rono a la stanzia sua. Era apresso de Mi uno nominati) signor Alvise di Gonzaga, homo dolo e mol- lo intelligente. Quelli lo acompagnono ozi fono: sier Nicolò Ticpolo dotor, sier Ilironimo Polani dolor, sier Ilironimo Tajapiera dolor, sier Francesco Mo-rexini dolor, sier Nicolò da Ponte dotor, et sier Zuan Baxadona dolor; poi sier Alvise Viluri qu. sier Malio, lo Mario Sanudo qu. sier Lunardo, sier Jacomo Antonio Tiepolo qu. sier Malio et 10 zoveni zenlilhomeni. El fu, con gran mormoration dii Colegio, in que- 155 sta malina parlato zercha il podio numero di zen-tilhomeni andono acompagnar la Signoria eri, et cussi ozi con questo signor ; et fo ordenato notar una parte e proveder il primo Pregadi, la qual si melerà il primo Pregadi; e sier Alexandro Michiel, Cao di XL, ne havia una notada zà più zorni, che voi meter. Da poi disnar, la Signoria andoe a vesporo in chiesa di San Marco con li Oratori di Pranza e Ferara, poi li zenlilhomeni invidadi al pranso domali, che sono quelli di oflicii. Et ha invidato il Principe questo signor con 20 altri di soi al dito pasto e andar con la Signoria nel Bucintoro a sposar il mar ; et cussi sarano uno gran numero. Fo invidato etiam sier Ferigo di Renier, va podestà e capilanio a Crema, con suo compagno sier Dome-nego Coniarmi qu. sier Berluzi, hcet non si porli