3G5 MDXVII, GIUGNO 366 7 Aprii posla, ave 800 di si, 178 di no, G non sincere. Item, balolà: 818, 177, 3. Poi, a dì 7 Zugno, iterum posta : 862, 20*2, 0. Herum, balolata : 873, 200, 0, et ozi è sta presa, eh’è ¡1 terzo Consejo. 200 A dì 15, Limi, fo el dì de San Vido. Fu fata la procesion, justa il solito. Vi andò la Signoria, vi-cedoxe sier Francesco di Garzoni el consier con li oratori Pranza el Ferara ; non vi fu alcun Procura-lor, ma il cavalier dì la Volpe et il conte Mercurio; qual conte Mercurio disnò con la Signoria e altri patricii invidati al pranzo per nome dii Serenissimo, tra li qual molti XL Criminal et li V Savii ai ordeni. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consu-lendutn. Di Hongaria, di sier Alvise Bon dotor, ora-tor nostro, date a Buda a dì 25 Mazo. Come era venuto da lui, per esser con la febre, il reverendo episcopo di Bosina, nomine regio, a dirli è passa uno anno che lui Orator era lì e tamen la Signoria, non si ha via pensa di darli alcun danar a tanto bisogno di la Regìa Maestà. Per tanto richiedeva al presente, a conto dii suo credilo, si desse ducali 10 milia al ban di Croatia per le spese si convicn far in quella provintia. L’Orator rispose che la Signoria avia bona mente a satisfare Sua Maeslà ; ma le spese di la guera fate e li danari dati per la recuperalion di Verona era slà causa. Et scrive, questa richiesta di danari è sta fata a requisition dii prelato ban di Croatia. Dii dito, di primo Zugno. Come a dì 29 dii passato ricevete nostre letere, di ultimo Aprii el G Mazo, con nove dii Turco e di soi successi, e di Tarmala preparata a Constantìnqpoli, qual comunichoe al Re et quelli signori soi consieri, Soa Maestà rin-gratiò molto la Signoria di tal avìsi, pregando quella non manchi di continuar. Li oratori cesareo e po-lano, che vene lì, fo per esser a le diete si tratano de prcesenti per dar favor a questa Maestà, li quali è slà dimandati da questa Maeslà che siano in tal celebralìone di dieta, qual è per sedar le discordie dii Vaivoda Iransilvano ha col reverendo Quinque Ecclesie et reverendo Vasiense per certi nontii mandali etc., dito Vaivoda dice aspetar a luì. Il qual Vaivoda non è venuto, ma mandalo oratori, e à scrito al Re averli a petizion dii Re. Dila dieta è convenuta assa’ fiale et nulla hanno concluso, solum fato thesoricr in loco dii preposilo di San Sigismondo stalo assa’ tempo in dito ofìcio, nè ha voluto più lai cargo, et è slà lato uno altro ; sichè questi sono in gran discordie tra loro, per il che non si poi concluder nulla. Dii dito, di 2. Come visitò l’orator polano, qual è episcopo Uladislaviense, qual alias fo orator a la Signoria insieme con uno altro, e li usò honaverla comunicandoli le nove, ut supra; qual si oferisse mollo a la Signoria nostra, dicendoli il suo Re preparava grande exercilo conira moscoviti, et etiam in acordo con il Tartaro, qual li havia dà per obslaso il fìol di esso Signor; sichè ’1 sperava seguirla vito-ria. Poi li disse voleva parlar come amico e a bon fine, dicendo il suo Re come bon amico di la Signorìa si fatichò mandar ambassadorì a Venecia per far la pace con l’Imperador, e da la Signoria mai è slà ringratià, eh’ è slà mala cosa, e si non con oratori, ringratìarlo ahnen con letere, e comunicarli queste nove al .... l’aria a grate, e tal letere zoveria assai. L’Orator scusò la Signoria non averli scrito; forsì le lettere non à ’ulo recapito. E li disse questi signori è stali in dieta, e lui si ha faliehalo a com-ponerli, al qual efelo era venuto di qui. A dì 1G. La matina, non fo letere da conto alcuna. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta per risponder a Trento a la letcra dii vescovo scribi zer-cha la novità si feva a Bortolamio di Mafei ciladin veronese cesareo, qual è a Trento, come la Signorìa nostra non è per far alcuna movesta, imo observar li capitoli di la trieva ; et cussi fo scrito in bona forma, e in consonanlia a Lulrech, over a Mila», in risposta dì sue scrite a la Signoria nostra. Fu preso che il Colegio possi venir con le sue opinion al Pregadi per la expedition di oratori dì Corphù, disminuir li dacii quanto a loro. Fu asollo sier Christofal da Canal qu. sier Zuane, era debitor di danari oferli a Gran Consejo, per consier in Cypro, ducati .. . , dove el non rimase e fu fato in loco suo ai X Savii; sichè ’1 non presti alcuna cossa. Altre gratie fono expedìte et zcrcha Bergamo e altro, non da conto. In questa matina, in Quaranlia criminal fo dato principio al caso di Gasparo di Camerlengi fo preso retenir in Pregadi quando fo retenulo, zoò preso di relenir sier Zuan Emo, fo Camerlengo di comun, et preso in Pregadi di menarlo in Quaranlia criminal. Erano luti tre li Avogadori exlraordinariì. et fo lelo le seri Iure ozi poste. A dì 17. La matina, vene, per uno breganlin a posta spazato per li reclori dì Zara, letere di Cor-phù, di 8 Zugno, e dii Provedador di l'armada da Corphù, di dito zorno, con relazion e avisì di le cosse dii Turco e dii suo ultimar le cosse dii Caja-