175 MDXVII, APRILE. 17G da lii Cbrislianissirna Maestà iterimi, facendo lezer diti «visi. Soa Maestà disse: « Questi sono gran preparamenti », et subito chiamò il conte Pietro Nava-ro, qual era lì presente, et volse lui Oralor lasase diti avisì al Gran canzelìer, cl cussi fece. Poi Soa Maestà disse ricomandava domino Julio di San Severino a la Signoria nostra molto forte, dicendo l’amicitia era tra Soa Maestà e la Signoria nostra lo richiedeva, non esprimendo altramente. Poi et ¡am suo fradelo il gran scudier signor Galeazo li disse come el veniva a Venetia, e la Signoria nostra lo avesse per ricomandalo. Itcm, monsignor di Soglier va a Ze-noa per nome dii Christianissimo re, per aver scudi 120 milia da quella comunità. È venuto de qui uno nontio di la duchessa di Bari, vien dii Calholico re e Cesarea Maestà, con il qual ha parlato per averlo conosulo a Napoli. Disse è stato per tralar matrimonio di una soa fiola nel re di Poiana. Domino Galeazo Visconti è qui indisposto. Itevi, scrive con grande inslantia sia electo il suo successor; è mesi 45 passali è in questa legatione, e chi sarà fatto non si partirà in zorni 10, come fece lui, ma starà mexi. Da Milan, dii Coroide secretorio, di 13 . 102 Adì 17.11 Principe non fu in Colegio, non si sente, el la Signoria dote audienlia, e li Savii fono daspersi ad aldir li oratori di Bergamo e l’una e l’altra muda zercha il modo di far il suo Cousejo, perchè stanno in questa terra con gran spesa, con ducati 14 al zorno di spesa. Et in Quaranti» criminal, per il piedar di Avo-gadori, fu preso relenir e proclamar quello ferite sier Antonio Bondimier Cao di Sestier, qual è morto. Item, fo processo contra uno amazò sua mojer, bandito di Venetia, terre e luogi, etiam di terre aliene, con laja chi l’amazerà lire 1500, ut in park, a la qual mi riporto. Da poi disuar, fo Cousejo di X con la zonla, et fo confirmà scrivati a la camera di Candia uno nominalo Zorzi Franchini, qual dona a la Signoria ducati 500, licet sier Bernardo Barbarigo, fo capitanio de lì, qual è di zonla, contradisese eie. Fo falò certa ubligation al banco dì Pisani, di alcuni danari dì sali non ubligatì, per expedir li oratori vanno al Signor turcho, che sarano per ducati. . milia ; et lì presenti tutta via si lavorano reslagnì e soprarìzi bellissimi. Fu preso, che tulli lì cassieri de li oficii liabìno haver saldato le soe casse per tulio 25 di questo sotto pena dì prìvatìon dì so’ olìeìi, ut in parte, et le ntonede i hanno bandite, debano portarle a lì Ca -merlengi, zoè quelle de l’impresiedo siano date a chi ha impresta per rata, et cussi le allre dove le diano andar; la copia di la qual parte fo mandata per li oficìì il dì seguente. Fo dito, che Ilironìmo Bariselo da Ravena, fo contestabile nostro, qual è qui, à ’uto una letera per la qual si verificila la morte dii ducha Lorenzo di Medici in Ancona ; tamen non fu vero, imo varile di la dita egritudine. Noto. Come in questi zorni, iti Colegio, con li Cai di X, fono tajade molte vendede di possessione di beni de’ rebelli fate per sier Piero Mudazo e compagni provedadori sopra il Flisco, il qual Mudazo è ussido, e intralo in so’ luogo sier Zuan Alvise Ve-nier qu. sier Francesco; sìchè se incanterano. Ite-rum è stà dito la Signoria nostra era grosamente ioganata. In questa malina, fo terminalo per la Signoria, fu fato una termenatìon, che sier Alvise Bado, fo podestà a Peschiera, electo per il Consejo di Pregadi, che eompido arà questo sier Marco Contarmi è ca-slelan de lì e fa l’ofieio di provedador, de ccetero el non si lazi più castelan de lì, et dillo sier Alvise Baffo possi tornar provedador a Peschiera. A dì 18. Non fu il Principe in Colegio per la doja à al pe’ eie., et fo teiere di Franza, da Paris, di l’Orator nostro, di G et 7, et di Milan dii secretano Caroldo, di_____ et di Franza drizate a li Cai di X, qual i steteno longamente in Colegio. Et fo mandato per quel nonlio francese monsignor di San Marzelo, qual vene in Colegio aldilo con lì Cai di X; al qual, per deliberatimi dìi Consejo dì X, li fo donato ducali 400 e tre veste, una damaschina cremesin, una di raso cremesìn, una di raso negro ; etiam vestiti li soi, et parli a dì.... dito. Di Franza, di V Orator nostro, da Paris, di 5. Come in quella malina monsignor il Gran canze-lier e il Bastardo di Savoja erano venuti a farli intender da parie dii Re e comunicharlì, che in certi arlìculi aulì da la Cesarea Maestà si conteneva do capitulì clic tochava a la Signoria nostra. Per uno la Cesarea Maestà sì duol di molti danni fati a li confini di schiavi, et che non potendo tolcrar, sì scusava che etiam li soi fariano danni eie., al che l’Orator disse questo era una scusalion dì danni hanno zà fato nel Friul, et che li soi voleno posieder alcuni lochi, et per li capitoli compresi siano di la Signorìa, sìcome la Signoria nostra li scrisse per soe, con allre parole; sìchè rimasenosalìsfali. L'altra era, si te-niva;il transilo a’ soi subdìtì comercìasse con li no-