441 MDXV1Í, LICUO. 442 procede dal canto mio, et è da li corsari che vengono al ponente, io non ho inimicilia ; questo si vederi se tu ine manderai uno tuo homo a posta a lo governo de Curlogoli, et lo schiavo de Canochiari nominato Kaiscander, et con altri szhiavi, li qual io porterò a li piedi del Gran Signor ben avventurato, et io farò relatione che tu sei verilabile et observa-tor de tua parola, aziò tu lo sii liberalo da la sua spala; et la penilenliu quando l’è tarda 11011 vale niente. li se tu farai contra questo mandamento, et si demonstrará che tuto lo male quale si fa in lo mare procede da la tua tesla et voluntà, cane figlio di cane, si ti basta l’animo, io, che son de li minimi schia- vi del mio Signor, viene et trovale con me; et se per ventura lu pensi che per paura 11011 veneremo a la tua mandra de porcili a pigliarla, questo pensamento indiavolato, porterà sopra la tua tesla multi mali, garzone groso et infidele, garzone exeomuni- 251 cato, garzone cane. Se io avesse dal mio Signor li-centia, io solo impleria la tua mandra de le vechie scarpe de le mie chiurme ; ma sempre vene comandamento del mio Signor, el dice questa insula tu la 11011 molesterai. Et balliamo speranza, quando intenderà li toi latrocini!, comanderà a me, suo schiavo, che a te el altri, come te cani el figli di cani, che io de la loro grassa babbi a spalmare le mie galere; et infino li ultimi termini de Pranza io exaltarò la spada de li musulmani, el tagliarò la tesla a lutti queli che non vorano pagar tributi a Solini. Et questa mia admonilione, che dico a le, la dico ancora, aziò che tu la mandi, al luo Papa et Re de magiori di te cani, figli de cani, perchè con lo aditilo de Dio in breve tempo farò che barano focho in loro core el corda al loro collo ; et lo sa piano. Ancora voglio uno schiavo de Salonichi, Acremat Oghi Muslaphà, che è tenero garzone; ancora uno de Salonichi che fu preso in la nave de Salonichi, nominato AHI, che imperò 'lo (voglio) el fa che tu li doni; et ancora de Conslan-linopoli de la contrala de la Porta nova che lo chiamano Siat Beli, lo darai insieme con li altri a questi homcni, quale noi domandamo. Li manderai con uno tuo homo fidato a Lezzo ; et se lu 11011 me li manderai verrò a Lezzo et si troveremo insieme. 252 Exemplum. Magnifi.ce et generose tanquam frater ìiono-randissime. Ha vendo scripto a Vostra Magnificenlia doe mie a li preteriti mesi, et fin ad hora non mi atrovando risposta, olirà però alcune altre scripteli non molli zorni fa consigliale al patron de uno breganlino expedito dal dirissimo rezimento de Candia cutn lelere a la Illustrissima Signoria, judico potius processo sia Vostra Magnificenlia non haver quelle haute che altramente, promelendome la mi haria risposto; che sapendo lo amor la mi porta, son certo ogni publica et particular cura l’haria posposto. Perchè ’1 venendo al presente de li missier Jacomo Manolesso, et cognoscendo queste mie, pur che ’I Signor nostro lo conducili a salvamento syno bara liaulo lo optato receplo, ho deliberato scriverle a Vostra Magnificenlia, el cognoscere, mediante lo amor intercede tra nui, doverli esser grato intender ogni mia bona actione, significarli alcune provisione, poiché mi altrovo de qui, de tempo in tempo facle. Giolito che fui de qui, trovai la terra senza porle. Quelle subito feci refare ; el visto alquanti passi del muro del borgo, acanto la marina, lassali andare in mina, deliberai farli rehedifichar; et inteso che alcuni de le pietre del diclo muro si havea accomodale a sue fabriche, per non dar spesa a la camera, justificatomi de quesli tali, liogli condennati a reffar tanto del diclo muro, che sia sialo reciproco al danno feno et pena meritavano. Quando fu de qui a la volta il magnifico missier Bernardo Barbarigo, istituì, inter estera, un dacio de li corami, et ordinò alcune caselle deputate al vender de quelli; le quale vedendo io non esser sta (facte), cognoscendo opera de qualche publico beneficio, le ho facte far el ho accresciuto il dacio più de . . . 200 et più. Et considera che ogni anno quasi si arma in questa lerra una galia, la qual vien mandata de Candia, el avanti che la sia in ordene de partirsi et andar in armata, aproxima il tempo doveria venir a disarmar, et questo perchè non sempre le hanno in ordine in Candia, ma convengono a le volle exporlar li armamenti da Venetia ; a le volte, per esser galie triste el quasi ¡navigabile, sono refulate da li sopracomili, imo loro refuta no, come è intravenuto al presente, che in questa terra non si atlrova sopracomilo che vogli armar, rispetto che non poi haver bona galia, né in ordene de le necessarie cose. Vedendo io esser qui arsenal aperto et idoneo a lenirne doe, il qual con poclia spesa de legnami per il coperto ... si reduria a perfectione, per il resto parte già è rcduclo, parte redurò io cimi presteza, del che etiam scripsi a la Illustrissima Signoria et gli recordai reverenter il ludo. 11 qual arsemi si à molto al proposito, perchè si teniria la galia se arma quasi annuatim de (pii cum le cose