151 MfiJfVH, APIilLE. 152 ronzo non ha mal di conto. Vien più spesso slafetc di Romagna di campo; et il reverendissimo Ragona, ha inteso tornerà di hrieve de qui ; sichè non parti per non tornar, come fu ditto. Ha dato la letera al reverendissimo Corner, qual ringratia molto la Signoria nostra, et dice Voler scriver. Il campo dii magnifico Lorenzo ducila Uovo, poi scrita, si ha esser a CaStel Monilolfo e li voi dar uno assalto eie. • 84* Di Messina, di Jacomo Spatafora consolo nostro et zentilhomo nostro, di 8 Marzo. Zercha il galion zonlo li di don Hugo di Monchada, fo viceré de li, con una rtave patron Zuan Vasaio presa a Milo eie. et con ròbe suso ; de che subito andò da li ju'rati, dicendo non si dovea far cussi, è robe di ve-niliani, et loro dii galion scusandosi non erano nolà sul libro dii scrivali, e l'hano lolle come robe de’ inlìdoli. Ilor tandem ha otehuto siallo messe in deposito in uno ntagazen, fino se intendi la cosa et sia risposi» eie. 85 A dì 7, fo il Marti Santo. Da malina, reduto (Iran Consejo, fossemo zercha numero .. ., et fo posto queste gralie ; La gralia di uno Zanelo di Antivari, qual per soi meriti li fo concesso esser sagomador di vin, el per esser impotente, voi meler uno ih locho suo fazi l’o-•ficio ; et è passada per tutti i Consegii, et fu presa. La gralia di uno Jacomo Mariner da Santo Apostolo iìicolpado per morie di homo, absenle, fo con-danado, et si voi aprescnlar, et e passa per tutti i Consogli, et fu presa. Fu posto, per li Consieri, sior Francesco da Canal, Cao iti loco di Consicr; li Cai di XL, sier Nicolò Salamoi! avogador in loco di Cao di XL, poi leto una suplictoation di sier Domcncgo da Mosto qu. sier Nicolò, qual ha 11 Itoli ol uno suo fiol mazor si anegò con la galia Magna di Alexandria, domanda di gralia 5 balestrieri su le galie di viagi a una a l’anno; poi quelle hanno por gralia el li rimasti per la Quaranti»; et cussi messolo li fosse concesso. Ave mia non sincera, 132 di no, 877 de si. Presa. Fu posto, per li diti, poi leto una supliehalion di sier Ilironitno A vogare qu. sier Borlolamio nc-pote dii conte Alvise A vogato, fo squartà a Brexa, alenlo i soi meriti e di soi fradeli operali in laguera presente pasala, ut in ea, li sia concesso 6 balestra-rie a una a l'anno, volendo in persona exorcilar quelle; et cussi li diti mesSeno, et Don fu presa. Voi i cinque sexli : ave 6 non sincere, 178 di no, 800 de si. Iterutn, 3 non sincere, 167 di no, 818 de si. Fu posto, per li Consieri, atento sier Francesco Navajer qu. sier Michiel fusse elccto casldan a Cor- phù, qual non havendo potuto aver la soa sovenzion si non questo mexe, sia posto che ’1 possi andar a la dita castelanaria, et il tempo non sia corso a suo danno, ut in parte. El fu presa: 120 di no, 71G de si. Fu posto, per li Consieri, una parte di Avochati ordinarii, qual fo presa alias in Pregadi, et poi presa in Gran Consejo, che aleuto le poche facendo i fanno, siali levà la lansa per do anni, el non fu presa. Balolala do volte, ave : 4 non sincere, 337 di no, 558 di si. Iterum, 5 non sincere, 429 di no, 526 de si. Fo loto la gralia di uno altro per omicidio, absen-le si voi apresentar, et fu presa. Fo lelo la gralia di uno di Monte Belluna, qual à meriti in questa guera, domanda l'hostaria di Bia-dene per anni . . ., ut in grazia, et fu presa. Fu posto, per li Consieri, dar licentia a sier Gasparo Moro podestà d’Isola, possi venir in questa terra per zorni 15, et fu presa: 724, 98, 4. Fo poi balotalo le voxe, numero 7, per do man, el stridalo far il primo Gran Consejo podestà e ca-pitanio a Croma ili luogo di sier Lorenzo Capelo ha retudado poi acetado di andar, zà molli mexi, e oferse ducali 1000 c pagò, e mo’ refuda. El li Savii reduti in Colegio, alditeno li oratori di 85* Orzi, e poi domino Zuan Lodovico Faela dolor et cavalier, citadin veronese, stato gran rebello, qual justifichò le cose sue scusandose. Di Milan, Pranza et Ingaltera, fono letere, qual, compito Gran Consejo, li Consieri c Cai di XL si reduscno in Colegio di Savii por aldirle; il suma-rio dirò di solo. Et benché saltim per lezer le le-tcre dovevano far Pregadi, tamen volseno far Colegio di Savii. Di Milan, dii Caroldo secretano, di 5. Come era zonto uno nominato Palamides, vien di Brexa con li danari per darli a conto di scudi 12 milia et 500, et scrive zercha le monede varie eie. e par-pajole a raxon di 40 al scudo. Item, il signor Zuan Jacomo à ’ulo una letera di Roma, qual manda la copia. È sta dito il Papa aver mandato a citar il ducila di Ferara e il fradelo cardenal vengino a Roma ; et il conte Alexandro Bentivoi li ha ditto esser slà posto dite citazion a Bologna su le porte di la chie-xia inajor. La letera di Roma é, come li capitoli tra il Papa e il Christianissimo re è fati e conclusi ; ma non è slà ratifichati dal Re, et questo perchè il Re non si contenta di uno brieve ha fato il Papa di non molestar Ferara, ma voi nominar il Ducha in tal capitu-latione Ira loro ; et il Papa non voi nominarlo per