,1)~' MDXVIT. SEITF.MDRE. 678 sejo di X : sier Piero Querini c sicr iNieolò di Prioli, stati tutti do podestà di Padoa ; et Auditor nuovo sicr Bernardo Donado, el Cao di XL, qu. sier Zua-ne, che parlò Domenega in renga contra la parte di Censori. El 6 di Pregadi, passi solum cinque; l’ultimo fo sier Francesco Foscari, Cao dii Couscjo di X, qu. sier Nicolò. Solo, sier Francesco Contarini, fo Ciò dii Consejo di X, qu. sier Polo, qual non passò di 6 halole. Io Marin Sanudo fui tolto con titolo di Pregadi e veni dopio ; fono miei piczi sier Alvise Diedo qu. sier Anzolo fratello di quello feci Consier a Retiino, et l’altro sier Zuan Beneto Lipomano realmente, et non passai per i miei meriti di aver parlalo in Pregadi tante volle, et vadagnato le mie opinion poi in Gran Consejo Domenega. Ho anni F»I el intrai in Pregadi con ducati oOO perajutar la terra; tamen il Gran Consejo non voi niun halli dato danari questo anno di Pregadi ; cl cussi, come l’anno passato mirò do di Pregadi senza danari, sier Marco Contarini c sier Lorenzo Capelo qu. sier Zuan procurator, cussi hanno fatto intrar do di danari soli: sier Piero Mocenigo qu. sier Francesco et sier Francesco Foscari qu. sicr Nicolò, luti do Cai di X erano. Etiam iulrò sier Nicolò Vendramin, fo podestà e capitaiiio a Treviso, zovene, pur per danari, ma ha fato optimo portamento a Treviso. Etiam imi rnedemi avemo presti ; non ci voleno, pacientia ! Fu posto, per li Consieri e Cai di XL, la parte presa in Pregadi zercha I’ bordine di notar le parliti e ; fu presa. Fu posto la gratia tli Sebaslian dii Pra’, prese Monfalcon per forza. Voi la cavalaria di Conejan per 4 rezimenli e passo per tulli i confini. Balotà do volte, non fu presa. Fu leto, per Piero Dandolo noduro di Avogatlori, certi ordeni dii Gran Consejo, et l'alo dir lutti ad-vertissi li contrafazanti surano mandati a la leze. 384 Di Roma, di VOrator nostro, di 13. Come scrisse di l’acordo fato con li guasconi erano con Francesco Maria, el cussi il Papa li ha mandalo li danari. Ell’oralor di Franza ha dito monsignor di Seut è sta causa tli questo acordo, in man dii qual era questa pralicha; et cj iic Francesco Maria faceva fornir Urbin el Ibrtilichar quello dove si era re-duto, tamen si spera l’acordo averà eletto. È Mere di Borgogna. Fino a dì 30 Avoslo, il re Catholi-co non era parlilo per passar in Spagna ; si lien si partirà. Ozi è le. ter e di 21, che diceno omnino a dì •2 di questo dover levarsi ; altri dicono non .inderà questo anno. È Mere di missier Zuan Jacomo, da Milan, al dito orator dii Christianissimo re. Il Cardinal Sedunense era lornà a Torse a richieder ajulo a quelli sguizari, li quali li hanno risposto li capi esser a Lugan e Locamo e non poterli risponder sino non (ornino; ma di ajulo, che non voleno esser contra il Christianissimo re. Il qual Cardinal era con pochi cavali, e il Soprasaxo, a l’incontro, era con bon numero di cavali e zelile. E che questa Santa f el doveva far una dieta a Zorich ; et era venuto a’ eliti sguizari uno nonlio dii re di Auglia, qual era stà ben honoralo. Lo episcopo di Treviso, qual per avanti scrisse el Papa lo mandava orator a P lmperador in locho dii Cardinal Campezo; bora il Papa ha revocato e lo manda governador, zoè prescidenle in Romagna in Iodio di lo arziepiscopo Alexandrino, fo morlo ; el partirà mo’ che sono sedate le cosse. Dii dito, di 10, fiore fi di note. Come per le altre scrisse, il Papa aspelava il zonzer di capitoli di 10 accordo con li guasconi, quali portava monsignor di Sise insieme con uno capitaiiio di guasconi, come da poi scrisse si havia inteso. Undc per saper la verità andò dal Pupa. Li disse dito Sise era zonto con la conelusion di lo acordo, come li scrive li soi, al qual se riportano ; et li ha mandato a dir è slracho ; sichè da malina lo aldini. Disse tulio è concordato, ma bisogna darli li danari. L’Orator disse non era di var-dar a darli per ussir di questi travaglii e gran fatiche di Soa Santità. Il Papa disse: «Siamocerti dii bon animo di quella Signoria verso de nui. » Scrive come poi parlò al Cardinal Medici, qual li disse in conformità, ut supra, dicendo: «Che havele ili nove dii Turco ? s> L’Orator disse, nulla più di quello fo comunichato. Lui rispose : « Bo, di Ragusi, el Signor turco aver mandato a dimandar a la Signoria 11 porto di Famagosta per invernar la sua armata li. » Poi disse: « Bisogna la Christianilà lazi prò Vision ». Et aver considerato, dal streto di Zibiltera fin (pii quante galie si potrà aver, non ne trova 40, non melando quelle l'aria la Signoria nostra ; sichè farà bisogno li principi christiani vadi conira questo Tureho, et non volendo, il Papa vi andcià lui in persona e torà l’impresa. Et per questo mandò lo episcopo di Puola per richieder la Signoria quello la vorà e potrà far a questa expedilione. L’Orator non li disse allro. El scrive non parlerà tli tal male-ria, senza ordine di la Signoria nostra, se non parole zeneral. Questa matina, monsignor di Sise et l’ora-tor di lo Christianissimo re, episcopo di Samalò, ari-dono dal Papa con li capitoli tli guasconi conclusi, quali fono riformati con reformazion di alcune cosse non de conto ; sichè il Papa haverà il Stado di Ur-