193 MDXVll, APRILE. 191 c averlo roto. Itcm, esso oralor manda do letere di Torator nostro in Anglia. Dii dito, di 15, ivi. Come à ricevuto letere di la Signoria nostra, di primo et A, con una letera di-retiva al Catliolico re, et doe a l'oralor nostro in Anglia; et per una la Signoria nostra li scrive mandar debbi il suo secretano in Fiandra al re Catolico per obtenir il salvoconduto per le galie et suspen-sion di le ripresaje ; sieliè doman si partirà, et li ha provisto di danari per le spese. Item, per una altra letera, come l’orator dii Cliristianissimo re, per querele di l’oralor di Ferara, s’à doleslo non li lassi li navighi di Ferara navegar in Golfo con la juslifica-tion eie.; sarà col re Cbristianissimo e li dirà tulio. Scrive, suplica si lazi il suo successor: è mesi 1G è fuora, et per lo assiduo cavalchar, si comenza a risentir alquanto. Il Chrislianissimo re è lige G lontano, a’ soi piaceri. Di Londra, di sier Sebastian Justinian il cavaiier, orator nostro, di ultimo Marzo. Come a di 9 scrisse copioso per via di Alemagna ; poi a di 11* 21, per via di Pranza. L’abochamento fra i tre Reali non è seguito, e lien, per quanto à inteso, non seguirà, et è slà rimesso il dito coloquio; la causa è stalo li 100 milia scudi li ha mandà questo Re a l’Im-perador, come per altre sue scrisse. Da lì tralano le cose molto scerete e Ira pochi, però non si poi intender. Itevi, di avisi dii prosperar dii Signor tur-eho, comunicoe al reverendissimo Cardenal, il qual disse: « Nunc est tempus che la christianilà li vaili conira ». E saria di unir li principi christiani, rispose 1’ Orator, e far quanto dice soa signoria. Rispose in questo aversi falichato e si falicharia, ma fin bora non ha potuto operar cosa alcuna, ma non resterà ancora di farlo. Poi li parlò, zercha li vini di Candia saria bora levar quel cargo fo dato de qui, havendo la Signoria leva li ducali A per bota in Candia a nave forestiere ; quanto li fo risposto, per un’allra aviserà. Poi fo dal Re, dal qual fu ben visto, e li disse le nove dii Turcho, facendoli lezer li sumarii, e dicendo questo saria tempo di unir li principi chrislia-ni e andar conira di lui per ben di la christianilà. « Item disse il Re il vostro Stado è in gran pericolo da mar », ridendo e dicendo: « Il re di Franza vi aiuterà, e lo doveria far », con altre parole. Poi concluse, non mancherà da lui quando li altri principi vorano far il suo dover, dicendo: «Non volcmo guera, ni la faremo si non saremo provocati, nè siamo desiderosi Ji sialo; che si se fosse siali, lai à aquistà slado che non l’haria aquistalo. Lui Orator dice, questo voi dir per la Signoria. Item, à rice-I Diarii di M. Sanlto. — Tom. XXIV. vuto noslrc, di 7. Zonlo sarà de lì il reverendissimo Cardenal, qual è andato fuora a’ soi piaceri, li parlerà, e cussi al Re, e li comunicherà il lutto. Dii dito, di ultimo. Come parlò al reverendissimo Cardenal di la materia di vini di Candia, insieme con sier Lorenzo Pasqualigo consolo nostro, e Alberto Bavarin, quali è ben informali di la materia. Disse il Cardenal : « È cosa fata d’acordo per vostri marehadanli con il Re passà, di pagar uno nobele per boia ». Li rispose: « Fu cosa sforzada fata per do marchanli, quali haveano do nave carge di vini clic non poleno far altramente; ma questa angaria fu posta per il Re (in durasse quella di ducali 4 per bota in Candia. La Signoria ha levà quella, per con-sequens il Re doveria levar questa ». 11 Cardenal 112 disse: « La Signoria ha consejà le so’ cose; bisogna anche nui consejamo le cose dii Re. Si farà uno con-sejo, facendo intravegnir chi diga la raxon nostra », e lui Oralor potesse venir a dir le raxon, che, de jure, si dovea levar tal angaria. Fu contento di al-dirlo in dillo Consejo si farà. Scrive, è mal navegar conira aqua il Cardenal, perche ’1 favorisse e zercha agumentar l’intrade dii Re; è in repulalion grande con Soa Maestà. Item, quanto al salvaconduto per le galie, ha inteso, per letere partieular, esser sta richiesto per allra via, e questo li fa manifesto el sia per aver posle le galie di Fiandra al viazo. Poi scrisse non domanderia altro senza ordene novo di la Signoria nostra. Da Mila», dii Secretarlo nostro .... Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla, et 112* vene sier Antonio Grimani procurator, ch’è assa’ mexi non è slato ni in Consejo di X, ni in Prcgadi. E fu tralalo una materia, qual era tutta di Pregadi, zoè di dar al Papa do barche longe, qual voi armar dii suo in questa terra et mandarle a Pexaro in favor di la sua impresa, sicome domino Latino Juve-nal ha richiesto. Et cussi disputata la materia, e molti sentiva fusse da far lai deliberatimi in Pregadi. Non era il Principe, per non si sentir, in dito Consejo; pur quelli volse conciedcrli, fu contenti expedir la materia in questo ‘Consejo di X, el preseno di dargele ma di slrelo; el utinam non sia questo principio di mal assai ! Noto. In questi zorni, essendo relenulo per ladro, per i Signori di noie, sier Marco Dolfin qu. sier Antonio, eh’ era uno di poveri zentilhomeni eie., fo bandito, per diti Signori di note, anni... di quesla terra. 13