447 MDXV1I, LUGLIO. 448 soportar die ’I sia cassa, dicendo diio Zorzi era con lui a le fabriehe el non ha colpa alcuna. Dii Governador generai, sotoscrita Vobse-quantissimo servitor Thodaro Triniti, di Verona, di primo, una brava letera zercha questa materia, cargando il contestabele dii Provedador, qual assaltò li fanti di Zorzi Vaylà, o il fimi volse meter di mezo; et poi il Podestà vene zoso a la porta per scusar il suo contestabele non doveva venir, scrivendo alcune parole conira esso Podestà, ut in litteris. E si doveva prima far processo et non scriver a la Signoria; e che quando li Brisigelli lo asaltò, non è stà fato questo. E mal casarlo; è vergogna sua senza causa, perchè era con lui a le fabriche fidatissimo e valente; però prega la Signoria non li fazi questo. Item, si duol a Padoa li redori non voleno li homeni d’arme portano arme, cossa contraria al suo meslier eie. 255 A dì 4, la matina, fo letere di Udene, di sier Jacomo Corner luogotenente di la Patria, di 2, qual manda una letera li ha scrito li comessarii di Gradiscila e Gorizia cesarei, dolendosi di mandati ha fato a le ville eie., perchè, dicono, è aspetanti a Nmperador dille ville per caxon di la trieva, però voleno lenirle e scuoder, e chi vorà vegnir a tuor furano eie. A la qual letera esso Locolenente li ha risposto in bona forma, dolendosi di questi lermeni, che essendo trieva non voghilo li subditi nostri toy le sue inlrade, si ben fusse su quel di l’Imperador, come lui lassa tuor a’ subditi cesarei sul nostro, come voi la raxon; con molte parole persuasive a non voler in queste cosse far novità, che saria un non voler servar li capitoli di la trieva. Pertanlo suplica se li scrivi quanto l’habi a far etc. Da poi disnar, fo Pregadi et leto le soprascrile letere, et domenle si lezevano le letere di Roma, sopravene sier Zuan Corner di sier Zorzi procurator, è di Pregadi, in Pregadi, e chiamò suo padre, dicendoli è letere di Poma, e li de’ il brieve dii Papa di la crealion di suo cugnado, fiol di sier Alvise Pisani procurator, cardenal. Et cussi diio sier Zorzi Corner procurator andò dal Doxe dandoli quesla nova, e li presentò il brieve dii Papa e il mazo di le lelere, e li Savii venenoin Pregadi ad aldir dite letere, et poi lele, tornono a consultar. Sier Alvise Pixani non era in Pregadi ma in casa per non si risentir alquanto, e il suo fiol Cardenal, di anni .., era a Padoa a so-lazo, qual è stato Domonega a Treviso a compagnar suo barba, sier Polo Nani podestà. Fo lelo aduncha, per Alberto Tealdini secretano. il breve dii Papa a la Signoria, di primo. Avisa la creazion in Cardenal dii prolhonotario Francesco Pixani per far cossa agrata a questa Signoria, con molle parole, persuadendo sia fato studiar eie. ; la copia dii breve sarà qui avanti posla. Di l’Orator nostro a Poma, di ultimo. Come à ricevuto letere di la Signoria nostra, una zerca aver il perdon per la chiesia di la Madona di Miracoli per anni 8, e questo le par troppo, e non potrà otenir, el zà ha ’ulo uno per Santa Maria Mazor, e prima uno per il Santo Sepurcbio ; sichè è pur Iropo tanti perdoni; suplicha non sia più agravalo in questo. In l’altra, zercha le possession di Ravena e Zervia; e a questo scrive aver scrito il voler dii Papa per domino Marco Trun, eh’ è di non volerle.dar per adesso ; sichè non li par de tentar altro ; vedendo la soa voluntà, è bon scorcr. Item, sumarii di nove lurchesche. L’allra letera, che ’1 parli al Papa zercha far uno Cardinal veneto. Scrive le nove dii Turcho erano zà zonte per quel nonlio dii Gran Maislro di Rhodi. Eri fo dal Papa dicendoli aver nove turche-sche, licei Soa Santità le ha ’ute per via di Rodi, pur volse ge li fusse lede, dicendo l’è bisogno far provisiou a questo e mandar queste nove a li principi christiani. Poi le expose la lelera zerca far uno zenlilhomo veneto Cardinal. Soa Santità disse: « Se- 255' ino contenti farne uno, » dicendo « chi voria la Signoria ? » E l’Orator disse : « La Signoria ricomandava tutti li soi prelati, e Soa Santità facesse quello li paresse ». Soa Santità replicò : « Ne faremo uno. » Don Piero d’ Urea, arziepiscopo di Saragoza, oralor yspano, era di fuora con uno nonlio dii re Calholico venuto per far levar il Viceré di Napoli e venir in ajuto dii Papa. Era etiam uno nonlio di monsignor di Chievers, qual voleva basar i piedi al Papa, vernilo per cosse parlicular. Di Francesco Maria nulla se intende. De qui si atende a desviarli li spagnoli ha in campo, e si sla in pratiche di acordo con voler lassarli il stado di Urbin, non a lui, ma a suo fiol ; il resto sia dii ducila Lorenzo. Item, è vernilo uno capilanio di sguizari, porta sguizari vicneno in ajuto dii Papa, e questo è di bona voglia, e li par, zonli siano sguizari, la guerra sia finita. 11 Papa, il zorno di San Pietro si fe’ portar in chiesia a la messa, la qual disse il Cardinal Grimani, e ussendo di la porta, erano una chinea fornita d’oro e d’arzenlo, la qual il re Calholico la mandava al Papa per il censo di Napoli. Non vi era l’oralor francese per non si alrovar a questo ; e don Piero d’Urea chiamò l’Ora-tor nostro aziò fusse lestimonio, e lui Oralor per la calcila fense non vi poter star e scorse avanti, e non volse esser testimonio, perchè si suol far certo in-