117 SIDXVlf, MARZO. 118 Vene il Governador zeneral, per il qual fo mandalo a condurlo in Colegio sier Nicolò Dolfin e sier Ferigo Renier savii a lerra ferma, e acompagnalo etiam con sier Andrea Trivixan el cavalier, sier Gabriel Moro el cavalier in abili però solili, el vene in Colegio per tuor combiato; si partirà da malina. Et non vi era sier Andrea Grili procuralo!', qual si risente, ha certa doia ; et eri sera, tornali dii perdon di San Rocho, il Governador lo andò a visitar. Hur dito Governador fece mandar fuora tulli chi non in-trava nel Consejo di X, e chiamali li Cai di X, disse alcune cosse zercha le zente d’arme, el.. .. ; poi tolse licenlia. Et per il Principe li fo diio si faria far uno baslon e stendardo da Governador, e si manderà a Verona. In questa »latina, fo publicà in Rialto il bandizar di le monede, come ho dello di sopra. Da poi disnar, fo Pregadi et non fo lelo alcuna lelera. Fu posto, per il Serenissimo, Consieri e Cai di XL, Savii dii Consejo e Savii a tera ferma, che a uno Hironimo de Benedilis, valenzano, qual in questa guera solo Verona portava la bandiera di una compagnia spaglinola, et combalendo uno baslion li fo porlà via el brazo destro, teneva la bandiera, el qual, per non ruinar l’impresa, la messe in l’altra man e cussi si segui il combaler, sicomc ha falò fede lo illustrissimo Governador zeneral e sier Andrea Grili procuralor provedador zeneral olmi nostro, però sia preso che ’I ditto sia posto a custodia dii caslel a Padoa con ducati 5 al mese, a page 8 a l’anno, ut in parte. Ave 8 di no, 186 de si, et fu presa. Fu poslo, per i Consieri, far i Savii ai ordeni jusla il solito, e fu presa: 1-28, 4. Fu leto certa gralia di uno Francesco Paradiso brexan, qual, per soi meriti, domanda sia scrilo a Roma per benefìcii a uno suo fiol per ducati 300. Item, sia esente utinea; el non fo balotà. Et poi si andò a capello e fato cinque Savii ai ordeni, tolti numero 18, rimaseno: 153 sier Bor-lolomio Donado di sier Bernardo; 145 sier Zuan Contarmi qu. sier Berluzi procuralor; sier Alvise Michiel, fo a la Doana di mar, di sier Vetor 146; et 144 sier Francesco Landò, fo XL, di sier Piero. El perchè sier Jacomo Zen, fo XL, qu. sier Alvise, e sier Silvestro Memo, fo savio ai ordeni, di sier Michiel aveno 142 per uno, fono rebalotadi, et rimase il Memo: ave 187 e il Zen 140. Fo poi solo sier Antonio Mozertigo di sier Alvise el cavalier, 140; et sier Lunardo Venier, fo consolo di mercanti, di sier Moisè 137. Eramo a queste balolalione numero 123, et sarano qui soto poste. Fu poi posto, per i Savii d’acordo, poi lelo li capitoli richiedeno brexani per soi oratori qui ve-ancora sono qui, alcuni capitoli numero 45, et se li liuti, che risponde, per li Savii, a cadauno. Et cussi erano balotadi a do al (rato el presi, et a uno, che era zercha conciederli juridicion di oficii, contradise sier Francesco Bolani, fo avogador, et fo conzato et preso; sichè fono balotati in volte .... capitoli numero 16. El poi il 17 el il 18, volendo d’acordo li 64 Savii, messene de risponderli a uno capitolo ilio domandano, atenlo la cilà liabi comprato Gedi, Elio e Malpaga da domino Carlo di Ambosa locolencnle dii re Christianissimo, che li sia concesso tal compreda, e non parendo, li sia satisfalo di danari hanno esborsato; per il che hanno convenuto vender, per comprar dili lochi, i Ideili di la comunità. Hor a questo, tulli i Savii rispondano elio dita vendeda non ne par debbi star, ma sia irita e cassa; ma dii precio in al Irò tempo se li risponderà etc. El a questa risposta, zoè promission di pagarli il precio col lempo, mi parse a mi Marin Sanudo, fo di missier Lunardo, qual era di Pregadi, andar in renga, contradicendo che era in danno di la Signoria e non si doveva perder. Unde avanti parlasse, parie di Savii si mulono, zoè sier Zuan Trivixan, sier Nicolò Dollin, sier Ferigo Henier savii a (erra ferma, no» voleano quelle parole, ma risponder simplici-ter fusse tajà la vendeda. Et poi parlato, clic fui breve, sier Alvise da Molili procuralor, sier Nicolò Bernardo savii dii Consejo introno in opinion con questi tre Savii altri, e sier Piero Trun savio a terra ferma messe, alenlo l’importantia di la materia, sia indusiato. Hor compito avi di parlar, vedendo li altri Savii il Consejo era di la mia opinion, sier Dome-nego Trivixa» procuralor, savio dii Consejo, andò in renga per la sua opinion ; poi li rispose sier Zuan Trivixan savio a terra ferma su la sua rengeta, e he». Poi rispose sier Alvixe da Molin procuralor sopradito per la opinion, in la qual inlroe per il mio contradir. Poi andò in renga sier Lucha Trun, fo savio dii Consejo, qual contradise l’opinio» di chi voi darli speranza di esser pagali, e più ludi i capitoli presi slava mal, e si andava a bogi maneslra etc. Poi parlò sier Francesco da Pexaro savio a terra ferma, e fo longo, per la opinion di sier Domenego Trivixan e compagni ; et cussi questi quatro e sier Piero Trun savio a terra ferma, che si rimose de l’indusia e mirò con questi messcno la parte. Et a l'incontro, sier Alvise da Molin e compagni no-