21 MDXVII, MARZO. 22 non essendo ancora il Colcgio ussilo fu ora di cheba, messeno la dila parie, che ’1 prefalo suo fiol resti a la dita conlestabililà; 20 di no, fu presa. Fu poslo, per li diti, clic avendo renoncià doniino Filippo Donalo qu. sier llironimo dolor uno ca-noniehà di Padoa a domino Zuan Vicenzo Dolze dolor et auto le bolle dal Papa, li sia dato possesso, et fu presa : 129, 10, 2. Et volendo li Provedadori sora le aque e Prove-dadori di cornuti meler certa parie utele di cavar i rii de questa terra, el Colegio li parse prima intrar in le cosse importava più, el cussi Alberto Tealdini andò in renga et lexè la ¡etera, di Iti, di ster Mariti Zorzi dotor, oraior in corte, et questa di 25, di sier Marco Minio, leta ozi un’altra volta, zereha la richiesta dii Papa di una galia eie.; el leto il breve dii Papa di credenza in domino Latino Ju-venal, dato a di 25 eie. Fu posto, per li Savii lutti di Colegio d’acordo, una letera a l’orator nostro in corte, coinè, hcssendo venuto questa matina in Colcgio domino Lalino Ju-venal nontio pontificio, con uno brieve di credenza, et exposto la senlenlia dii Nostro Signor per obviar a la fusla ch’era a Zara e altri uavjtii voi armar Francesco Maria olipi ducila di Urbin, siamo contenti l’armi di qui una di le nostre gaiic a tulle sue spese eie., »come etiam per lelere di esso orator si à inteso questa instessa requisitoti esserli sta fata per Soa Beatitudine. Al che prima ritigraliatno Soa Santità di le optiuie dimonslration futoli a la prima au-dietilia, acerlando Soa Beatitudine nui li senio obse-quenlissiini lioli ; et quanto a la fusla di Zara, nui ordinassemo a quelli rectori non fusse mossa, ni armala senza licentia nostra, el cussi havemo replicato le letere. Quanto a la galia, siamo conienti servire Soa Santità, perchè ogni ben di quella e di Ja Santa SoJe reputatilo nostro, con altre parole; e da tuo’ sia preso che damalina, per il Principe nostro, sia dito al prefalo suo nontio tal deliberato!), e scrito a l'oralor nostro in Pranza, el al secretano a Milan la comunicliatiou. Et sier Lunardo Emo el consier, fe’ lezer una soa opinion, che voleva la letera fina dove dice di la fusla ; ma di la galia voleva dir che non 9 * potevamo darla al presente. El andò in renga e parlò per la sua opinion, che l’havea voluto si Iralasse questa materia in questo Cousejo, perchè non li pareva di darge gaiie eie., per non intrar in nova guerra, alegando il Pontifico non aver fato operalion eie.; el fe’ lezer una letera dii redimento di Cypro, di 11 Zener, la qual non era slà lela, come era slà portato uno brieve de li del Papa, par sia fato a requisi- toli del Gran Maistro di Rodi, el manda la copia fata questo Avosto, per il qual li comanda, in pena di excomunicatione, non debi più scuoder le decime di la gran comendaria di Cypri, qual è dii cardimi! Corner ete. ; unde, dito rezimento scrive questi danari erano dedicali a pagar stratioti e fanti serveno a custodia de dita ixola; la qual letera fo ben a farla lezer, nè il Papa doveva mandar quel brieve in Cypro ma a la Signoria, si pur el voleva, ergo etc. Poi compilo di parlar, eonzò la soa parte, si dicesse che non armandosi la fusla a Zara non achadeva armar più galia. El li rispose sier Alvise da Molili procura-lor, savio dii Consejo. Poi parlò sier Zorzi Emo pro-curalor, con gran compassion di lutti, et fece una excelentissima renga, narando gli inforlunii di suo fiol, e voi pagar li danni l’à auto et tornar al suo exilio eie. Poi parlò per la parte, qual non laudava ni una, ni l’altra. Darla non voleva; regalarla non era ben : tuor una via media, con dirli senio coalizadi col Chrislianissimo re, senza il qual non ne par far alcuna deliberation senza soa partecipatimi; el che faremo meter in ordine in PArsenal nostro, et aspete-remo risposta di soa Chrislianissima Maestà. Poi li rispose sier Doinenego Trivixan el cavalier procu-ralor savio dii Consejo, e fece bona renga, da sena-lor, per la sua opinion, esortando a concedergela; che saria tuorsi il Papa nemigo eie. Poi disse che l’Jmpe-rador havia scrilo una letera al Papa, di 8 Zener, che li diceva....... . . , la qual si ha auto per via di Franza. llor venuto /.oso, sier Alvise Mozenigo el cavalier, va oraior al Turco, andò suso danando l’opinion di Savii, e che ’I Turco, sentendo si arma per il Papa a Veneria, dirà la Signoria arma conira de mi, e si volterà a esser nostro inimico. El venuto zoso, sier Zuau Trivixan savio a terra ferma messe si vadi interlenendo dillo noneio, e si scrivi a Milan al secretano intendi la opinion di monsignor di Lutrech sopra questa richiesta. Et sier Piero Trini savio a terra ferma, sier Marco Miani, sier Marco Tajapiera savii ai ordeui vole-no indusiar ; sichè andono 4 parte. La prima de 1’ Emo consier, seconda di Savii, la terza di sier Zuan Trivixan, quarta l’indusia. Fo 5 di no, 23 di l'Emo, 30 di Savii, e queste andono zoso. 55 dii Trivixan, 85 dii Trun di l’indusia. Iterum queste do baiolate, 2 non sincere, 75 dii Trivixan, 121 dii Trun, e fo preso l’indusia, e fo cornandà gran credenza e sagramentà a le porle tulio el Consejo. Di sier Vicenzo Capelo capitario dii regno 10 di Cypri, date a Famagosta a dì 20 Desem-