CI 5 MDXV1I, AGOSTO. al Cardinal ; loro concluseno volerlo omnino mandar, e Iralerà etiam cose che importano. L’oralor mandano, è domino Philipo More, slato alias a la Signoria. Et ha inleso il He aver sento al Papa, lm-perador e re di Polonia consegnandosi si dia fermar le trieve con il Signor turcho. Li hanno risposlo vallino menando la cosa a la longa, el il Papa li ha scrilo non lazi, perchè sarà causa far li altri principi chrisliani non concorcrano a unirsi conira il Turco ; sichè questi va scorendo con pencolo di la deslru-zion dii regno, qual è povero e senza presidio. L’o-rator che vien, parlerà di danari; poi va al Papa c l’imperador. Scrive, la causa di la inimicilia dii Cardinal Strigoniense con il conle Bernardin Franzi- 347 pani, è per aver tolto do lochi al conle Zuane di Cor-bavia; il qual conle Zuane si ha mandalo noviter . in una neza dii prefato Cardinal. Di Chioza, fo loto una letera particidar, data a dì 28, scrita a uno di qui, qual dice cussi ad litteram: Marco, fradelo carissimo! Balliamo qui da novo, per uno venuto di Romagna, come Francesco Maria ha amazato el signor Vitello andando a Castello con 3000 fanti, el volendo el signor Vitello asaltar l’artelaria di Francesco Maria, dito Francesco Maria lo ebbe per spia et feeeli tajar la via, dove fu preso el signor Vitello, el signor Zuane di Medici, et il capitanio Zucharo. Forno menali davanti a Francesco Maria domandandoli a uno per uno chi erano. Ultimamente fu el signor Vitello, el cavosse el siilo et deli in lo peto et restò in (era morto; et fo minato tulio lo exercilo liaveva con si, che erano 3000 persone; dove che Francesco Maria se ne va verso Fiorenza, et ha brusato el Borgo et dui altri castelli. Dove lui va, fa grandissime mine. Da poi disnar, fo Pregadi et loto assa' numero di lelere, sì da mar, come da terra, et Ira le altre una di sier Sebastiano Moro provedador, di ultimo Lujo, da la Zefalonia. Come zonlo lì, lutti quelli principali veneno a dolersi, che par, per suo nome, sia stà scripto una lelera conira sier Valerio Marzello sialo loro provedador, laudando as- • sai di le sue bone operalione; et per l’excelenlis-simo Consejo di X è slà scrilo et imposto a sier Piero Foscolo, presente suo sucessor, debbi far processo eie., afirmando loro non saper nulla, e le operation di quello non meritava questo; e chi ha fato tal lelera, mereleria esser castigato. 11 qual sier Valerio era zà partilo de lì quasi sdegnalo con loro. Li a parso il tutto avisar la Signoria nostra, aziò provedi, et non sta bene uno solo lazi lelera in nome dii publico eie. Di Damasco, Ictere di sier Andrea Arimondo consolo, di 17 Mazo. Come quelli zenti-Ihomeni, merchadanli e ciladini, sono de lì, è venuti a lui, dicendo è pieni di robe e merze, sì di la muda capitanio missier Andrea Marzello, come di questa capitanio sier Vicenzo di Prioli, qual nulla à con-tratà, et sono per valuta di ducati 200 milia ; el volendo la Signoria mandar galie a muda di Novem-brio, come lui Consolo scrisse si dovesse far, saria la ruina loro e dii Colimo, perchè saria merze sora merze. El non saria il cargo di le galie, per 347* esser solum quelle specie erano zà di lì, et il Signor Turco voi mandar omnino la charavana; per tanto scrive il meglio di la merchadanlia saria mandar le galie a muda di Aprii, al qual tempo si ara conlratato; et poi il Colimo voi di spesa al presente, in usure e altro, ducati 14 milia al niexe; sichè mandandole, sarà la ruina dii viazo. Lui, Consolo, compie a dì 3 Novembrio. Faria per lui venir a caxa; ma per il ben publico à voluto scriver la presente. El voria ben il suo successor venisse con le nave, acciò potesse ripatriar. Di novo, ebeno nova di la vitoria dii Signor turco e occision dii signor Soldan, et apichalo nel Cairo; sichè è Signor pacifico di tutto; el qual partitosi del Cayro per tornar a Damasco, per certa novità seguita, era ritornalo al Cayro e tirmatose a la porla; omnino passato questi caldi si partirà. Di Udene, di sier Jacomo Corner luogotenente, fo leto una letera, di 18. Come li comessa-rii cesarei li hanno mandato a dir, per lelere, aver auto letere di l’Imperador, è contento non scuodi-no alcuna cossa di nostri subditi ; ma che l’intrade stiano cussi apresso li atìtuali sequestrati fino li oratori e judici deputali a Mantoa terminano di chi dicno esser diti lochi. La qual cossa intesa, esso Luo-golenente scrive à ’uto grandissimo conlento, et manda la letera propria. Fu posto, per li Consieri, certa conlìrmalion di possession soto Mestre, fata per il prior di San Zua-ue dii Tempio a sier Piero Duodo qu. sier Francesco, a livello, utpatet; et fu presa : 88, 21, 3. Fu lelo una letera dii Locotenente di Udene. Come,havendo li consorli di Faedis fato certa juslicia di uno, par numero 21 villani si acordaseno il dì di San Lorenzo amazar uno di dili consorli a certa festa. E cussi andono in villa Ronchis et amazono domino Symon, uno di essi consorli. Et inleso da lui tal cossa, subilo mandò li cavali lizieri et ne preseno 7; di qual C hanno confessato, il setimo confesa quasi. A scrilo a Gorizia e Maran non li dagi recapito;