147 MDXV1I, ve. Referi come in la lem trovò gran discordie Ira loro, et come erano debiti a li Govcrnadori c dii censo dii Doxe, e portò il conto di danari pagali poi Soa Serenità è doxe. Item, in vastadori, quella comunità et territorio ha pagato più di ducati 5000. Et come l’avia porta con sì ducati zercha 60 scossi di tal raxon ; et fo ordenato li portasse a li Camer-lengi. Disse di la terra non achade fortilichar et mancho il castello: è solum per balaja da man bon. Il Prìncipe lo laudoe de more, et cussi ussimo di Colegio. Vene il conte Fedrico di San Bonifazio, fo fiol primario dii conte Julio et fedelissimo nostro. È impotente, non poi caminar, si fa portar, et disse zercha ...... Vene il nontio dii Papa, domino Latino, qual è ancora qui, ma non va con la Signoria, sta in caxa di Bernardin Perolo fiorentino, et apresenloe uno breve dii Papa : come ha seralo il Concilio et terminalo far armata conira il Turclio, e voi dar principio armar do galie, voi alcuni coriedi per le dite. E il Co-legio, d’acordo, è di un voler, e cussi il Principe li rispose eramo contenti comprasse quello el volesse qui, che li lasseremo condur per armar le dite galie. Di Betimo, di sier Andrea Bondimier retor fo ìeto una letera data a dì 3 Decembrio. Come quella terra è senza artellaria niuna, non arme di ninna sorta, non è monilion ; et havendo Curtogoli corsai-o lurcho posto in terra et fato molli danni lì apresso, et si ’1 l'usse venuto a li borgi di la terra, non hariano auto d’arme da difendersi. Et lui rector ha scusato la Signoria per le gran spese et monition et artellarie consumate in questa guera ; de che, chiamalo il Consejo ile quelli de lì, hanno preso donar a la Signoria nostra, per PArsenal, queste venderne proxime quella terra mistachii 4000 di vin, ch’è zercha bole 100; et tutti, aliegro animo, hanno fato tal oferta. El tre, quali l’anno passato delcno ducati 50 per uno per armar una galia in don, nominata in le letere, etiam sono sta contenti dar parte del vin etiam loro. Per tanto quel rezimento suplicha sia provislo quella terra di qualcossa da potersi ajutar eie. 82' Da poi disnar, fo Consejo di X simplice zercha presonieri, et li Savii si reduséno ad aldir li oratori di la comunità di Brexa in contraditorio con li oratori dii tcrilorio, quali è diverse sorte in questa terra. Et parioe, per il teritorio, domino Bortolamio da Fin dolor, e per la comunità di Brexa domino Matio Avogaro uno di oratori. Et veneno etiam oratori di le valle, quali voleno esser aldili. APRILE. 148 Di Cìiioza, di sier Andrea Lion podestà 33 fo letere, di eri. Come era zonta de lì, in quel hora, una barcha partì Mercore da Castel de Mezo con robe di quelli de lì, quali fuzivano, et è loco vicino a li exercili. Aiirma l’impresa di San Costanzo; et per quanto li ha referito uno contadino, era su dita barcha, dice era voce il magnifico Lorenzin haver auto una gran bota di schiopo in la spala, e ne la opu-gnation di castel Monte Barozo, fata per quelli dii Ducha vechio, fo morto il conte Filipin, uno di primi di capi. Item, dice, al suo partir francesi doveano zonzer a castel Santo Anzolo sopra Rimano e mutar lo alozamento, e si vederà si lor farano la strada di Fossumbrun o’di Monte Fior, over se venirano a conzonzersi con le zenle dii magnifico Lorenzino. A dì 5, Domenega di V Olivo. Vene la Signoria in chiesi«, vicedoxe sier Marco Gabriel vestito di scariato, per non esser sier Francesco di Garzoni consier più vechio, qual si risente. Era li oratori, di Franza, domino Zuan Pino Tolesano, et Ferara, domino Jacobo Tebaldo, et il primocerio di San Marco ; et drio li Cai di X, il Balajon colateral nostro, il ca-valier di la Volpe, et Zuan Balista da Fan. Et fo letere di Bomagna, di Pexaro, dii conte Guido Bangon. Nara la cosa di do castelli presi et successi di Romagna, come si ha ’uto per avanti. Da poi disnar, predichò il predicalor di San Zane Polo maestro Damian da Venetia, et vi fu la Signoria con li oratori, ut supra. Et in chiesia di San Slephano, quel predicador maestro Andrea di Ferara batizoe una mojer di uno fo christian et renegò, qual è turco, et uno suo putin di mexi..., et uno suo fradelo lurcho ; siche in chiesia di San Stephano fo grandissima zenle. Fo il perdon di colpa e di pena a la Pietà et a la Scuola di San Zuane Evangelista ; comenzò eri a ve-sporo, dura per tulio ozi. Morite questa malina sier Vincivera Dandolo, di anni . . . ., stava in eaxa, perchè non vedeva. Era savio patricio, stato più volte avogador, dii Consejo di X e governador, et da alcuni anni in qua non si fe’ tuor più di la zonla ; fo sepullo a San Fanlin. Non voglio reslar di scriver, fo l'alo in questi tre dì Ire pera di noze, tra le qual una fìa di sier Do-menego Grifi qu. sier Francesco in sier Marco Barbarlo di sier Bernardo qu. Serenissimo, con dota, ut dicunt, ducali 8000. A dì 6. La malina, vene in Colegio Hironimo Barisolo da Ravena, nostro conleslabele, dicendo aver aviso certo il ducha Lorenzo era sta ferido di uno schiopo, e il suo campo si era retralo verso Fan.