327 il DXVII, GIUGNO. 328 Fu posto, per sier Donicncgo Trivixan cavalier procurator, sicr Lunario Mocenigo, sier Alvise da Molin procurator, qual non si poteva impazar, sier I'olo Capello el cavalier, sier Andrea Oriti procura-lor savii dii Consejo, absente sicr Lucha Trun amalato, et sier Filippo Bernardo, sier Nicolò Dolfin, sicr Alvise Gradenigo, sier Piero Trun, sicr Francesco da Pexaro savii a terra ferma, sier Alvise Michiel, sicr Lunardo Venier savii ai ordcni, che non essendo galie da poter mandar al viazo di Baruto, qual imporla assai mandarle per levar le facoltà di nostri sono in la Soria per gran summa di danari, però sia preso clic do galie nuove dcputade al viazo di Fiandra, zoè la Conlariua e la Molina, siano poste al 188 viazo di Barulo, cl il Colegio vegni quest’ altra seli-mana a questo Consejo a meter lo incanto et la muda di dite galie, et li patroni lolseno le galie di Fiandra, li sia resalvà il viazo a partirsi questo Fevrer proximo ; et per non esser lane e stagni vegjiirano di Fiandra in questa terra fino a ludo Dezembrio, li diti patroni babino il lerzo di noli, e li do Icrzi va-dino a l’Arsenal. A l’incontro, sier Gasparo Coniarmi, sier Silvestro Memo, sier Francesco Landò savii ai ordeni, veleno che sia le galie deputade al viazo de Fiandra per questo Consejo non siano mosse, e li patroni vadino al suo tempo via al viazo; et al viazo di Barulo siano deputade do galie nuove, et il Colegio vengi a meler l’incanto di Baruto, ut in parte. Andò in renga sier Alvise Michiel savio ai or-deni. Li rispose, e ben, sier Francesco Landò, rin-gratiando tulli do il Consejo di averli fati ai Ordcni. Poi parlò sier Lunardo Venier. Li rispose sier Gasparo Contarmi per la sua opinion. Et volendo mandarsi le do opinion, la parie di Savii era presa di tulio il Consejo con danno di la terra, per il che mi fu forzo a mi, Marin Sanudo, era di Pregadi, fo di domino Leonardo, andar in renga et parlar di cosa che è molti anni non ho parlato; et feci optima renga, alegando non si poteva meter questa parie, perchè, come è depulà galie a un viazo, non si poi levarle, ni tramudarle; è lìzi trovar la parte dii 1437 presa. Poi dissi il ben è a navegar tutte do mude, alegando molti beneficii, e come il re Catolico l’aria a mal, e più il re d’Ingallera; e pur volendo tuor dite galie di Fiandra, si dia tuorle da dosso ai Patroni e li noli sia di 1’ Arsenal, come io missi dii 1501, solo, una parte di questo; ma tutto si fa a danno di la Signoria, laudando li Ire Savii ai ordeni, che soli, contra la opinion di padri di Colegio, erano venuti al Consejo, esagerando questa materia. Et per esser stato sette volle a l’oficio di Ordeni, havia terminato di parlar in questa materia, che è il ben c lionor di questo Stado, dicendo prima si dia lermenar il viazo di Fiandra si dia mandar overo no, e si ’1 salvoconduto per uno anno con G mesi di disdilli, fato per il re Calholico, è bastante etc. Et come fa per li Patroni questa indusia : averano 189 il terzo di noli, et non anderà neanche questo Fevrer; indusierà a Lujo, a un anno; però li Savii ai ordeni doveria meter star su 1’ incanto di Fiandra preso, et che il Colegio vengi Luni con le sue opinion zercha le si ha meter a Barulo ; et che ne sarà di vecliie bone e chi darà danari a l’Arsenal; si arà le galie nuove a tempo. E che sier Benelo Justinian fe’ una nave di bole .... in zorni 47. Et mi duol assai intender l’Arsenal sia cussi reduto, che in do mexi non si possi aver do galie, e tamen ogni selimana si paga tanti danari a l’Arsenal. Et dissi, interloquendum, che poiché al tempo dii Serenissimo Principe era sta tanta fortuna e guera, che diga chi voja, ni al tempo di la guera di Chioza, doxe missier Andrea Contarini, questo Stado ave sì gran pericolo, perchè aveamo contro imi el ducila di Milan et altri signori, et in questa guera tutto il mondo,) si P°* dir, ne è slà turchi, e tamen, mediante la divina gratia si avemo prevaleste, et è stà ricupera il Stado con gran gloria di Vostra Serenità e di questo excellentissimo Stado, però si dia far ogni cossa di mandar le galie a li viazi, maxime in Fiandra, eh’è tanto ben a la terra per il navegar, la marinarcza per li noli, per condur lane, stagni e panni, perchè è più di anni 9 non è andà galie, per continuar in la bona amicitia col re de Ingaltera e in le terre dii re Calholico: persuadendo al Consejo voghi si navegi tute do le mude, e non lar torto a li Patroni di Fiandra. Ha mandalo a far li vini in Can-dia, si voleno andar; e non volendo andar, è con in-gano per far danno di la Signoria; hanno auto ducati ... milia per galia di don e voleno etiam li noli eie. Poi mi excusai col Consejo. Si montava cussi spesso in renga, per do cosse leva: una per la mia conscien-tia non inanellar in quel che senio di ricordar il ben vostro, perchè, a i mii aricordi, sempre ho parlalo, questo Consejo mi fa honor e in darmi audienlia et con le balote voler l’opinion mia porta et exposla a questo excellentissimo Consejo da boti servidor, et questa è stà una di le cause che son slà conlento in-trar questo anno di Pregadi con prestar a la Signoria lauto che ’1 sento è più de le forze mie, non per saver di novo, che, per gratia di Vostra Sublimità c de chi mi ha concesso, tulio sapeva per far