MDXV1I, MAGGIO. 288 Camere, qu. sier Ilironimo. El signor Fedrigo scnlò sul Iribunal «presso sier Francesco di Garzoni vice-doxe, et so’ cuxini, signor Zuan Francesco el signor Lodovico di Gonzaga, lo del signor Rodolfo, abasso dii tribunal, e li apresso il signor Alexandro di Gonzaga Gol dii signor Zuane, zerinan di questo signor, e da l’altra parte suo fradello signor Sigismondo, di’ è zovene, di anni . ., el il signor Costanzo di Pii da Carpi, lo fìol dii signor Lionello. Kt era elinm li il conte Mercurio Bua. Poi al banco di cavalieri erano li altri : Lodovico di Gonzaga da Fermo, e li altri di la eaxa, e l’arcidiacono di Mantoa etc. Eramo a Consejo numero 1150, la Signoria, Cai di XL, Avo-gadori e Cai di X solamente vestiti di scadalo. Fu fato 7 voxe : la prima Podestà a la Mola, e altre vo-xe, c di la Zonla in luogo di sier Zuan Badoer dolor e cavalier, è orator in Franza. Andò in eletion in la 164* seconda uno zentilliomo vestilo da soldato, che più non è sia a Consejo, sier Ilironimo di Cavalli qu. sier Corado, et fece sier Piero Orio qu. sier Zuane camerlengo el castola» a Spalalo, dii qual lo piezo, vene solo e romase; et ne la quarta eletion fo porlato da Velor Biancho il capello dal signor Federigo, coperto però, e non tochò. Poi li altri parenti, di' è zentilhonieui, andono a capelo, el a caso il signor Sigismondo di Gonzaga, liol dii signor Zuane, di età di anni.., tochò balola d’oro in uno e l’altro capello, e andò in elelion con gran rider dii signor e di lutti. Poi edam andò in eletion il signor Costanzo di Pii, che edam lui è nostro zentilliomo, di età di anni.., el a lutti do lochò voxe. Il signor Sigismondo li locò le Cazude, e tolse sier Nicolò di Prioli qu. sier Jacomo senza darli titolo di Pregadi a requisilion, lo lolsc sier Francesco Corner el con-sicr, suo parente, die ge ’I disse el lolese, e eazete da sier Marco Renier, fo ai X Savii, qu. sier Mareo, per non aver auto il suo titolo, di balole Ili. Item, di la Zonla, tochò al signor Costanzo di Pii e lolse sier Fauslin Corner lo sora le camere, qu. sier lli-ronimo, per aver falò amicilia quando li andò conira a Chiosa, et era ozi a far compagnia al dito si gnor, e cazele da sier Antonio da Mula, fo di la Zonla, qu. sier Polo. E dito signor e li soi sleleno fin a la fin del Consejo per veder lutto, e li signori fono in elelione in la quarta. Compito le voxe di la sua elelione, veneno Inora a balotar, e cussi 6 di questi forestieri ozi balolono a Consejo. Et compilo el stridalo le voxe, la Signoria acompagnò dito signor lina zoso di la scala di le presoli e li lolseno li-cenlia ; e la Signoria tornò suso in camera dii Doxe a lezer le Idere di Roma, zoute ozi, et le publice, e poi quelle con li Capi dii Consejo di X. E il signor andò in barella a spaso, poi la sera fu a cena a Santa Maria Mater Domini a dia’ di Alban soi amici, clic hanno spiciaria in Mantoa. Di Roma, di /’ Orator nostro, di 19 Mazo, 1G5 hore 2 di noie, sonte ozi a nona. Come a dì 17 scrisse di l’acordo e capitoli fati dii Papa con il Cardinal di Siena, li quali erano sigilali; el cussi ditlo .Cardinal ozi vene in Roma con assa’cavali el zente d’arme e ben in ordene. Et dovendo andar a far ri-verenlia a la Santità dii Papa, erano li reverendissimi ilo cardinali Cornelio e Sauli che lo aspetavano a pa-lazo per introdurlo avanti il Pontefice, et erano in la camera ili la audieutia. E sopravenuto dillo Cardinal di Siena, fo, di bordine dii Papa, li reverendissimi Sauli e Siena, per il capilanio di la guardia di Soa Santità, faloli saper dovessimo venir in castello, et cussi andono e lì fono relenuli ; et zà erano poste custodie a Monte Mole el nel palazo ocullamente. El fato questo, il Papa le’ chiamar a sì li reverendissimi cardinali comunicandoli questa relenlione, e la causa, per aver volulo questi losegar Soa Santità. Et poi, a hore una di note, vene da lui Orator nostro domino Pelro Bembo secretano dii Pontefice, a dirli, da parte di Soa Santità, come ozi avia mandalo a chiamarlo per alcuni di palazo per dirli la causa di questa relenlione di do cardinali, dolendosi non fosse venuto ; per il che il Papa si havia mollo turbalo, el li havia comesso venisse lui a comunicarli tal relenlione fala, per aver questi conlralà contra la vita di Sua Santità. El scrive come ringratiò la Santità dii Pontefice di lai comunicalione, et scriverà a la Signoria nostra ; il qual disse, il Pontefice mandava uno breve a la Signoria, e cussi a altri potentati con avisarli tal relenlion, et avisana del successo. Questa relenlion ha dato mollo che parlar per Roma, per esser nova di grandissima importantia, el de lì se ne parla assai ; ila malina anderà a palazo. Di Romagna altro non si ha; tolum il Papa à fallo far di qui 3000 fanti per mandarli a Pexaro, e questa sera sono andati li Irombeli alorno cridando quelli fanti scrili el voi lochar danari, si redugano a li soi conleslabeli, che haverano danari. Ozi di Pe-rosa si ha, le zente di Francesco Maria esser lì alorno ; siche di qui si dubitano che non si perdi etc. Dii dito, di 20. Come, hessendo ritornalo il roder spazoe eri sera, qual fo relenuto a l'Isola che non passasse, et cussi esso Oralor questa malina fo dal Papa per saper la causa; e miralo in palazo, trovò quello tulio ben custodito ; el falò a saper al Papa era lui, lo lassano intrar. El clic il Papa li disse, co-