133 MDXVH, »unzo. 134 vano venir li, da poi le feste, in diìo loco de Ispurch, per esser a parlamento con la Cesarea Maestà, secondo che lì per (ulti se afermava. Prceterea, che in esso loco de Ispruch et a Bolzano erano molti foraussili de le terre di la Serenissima Signoria, quali, secondo il loro consueto, straparlavano, dicendo che presto veniriano in Italia cum gran numero di gente. Riporta etiam che ritrovandosi lui a Ster-zen, el vete decapitar duo lanzehenech, quali erano stati ne l’exercito di la Illustrissima Signoria e di la Christianissima Maestà, per quanto lui intese. Ulte-rius, che da Ispurch in qua per tutti i lochi et terre dove è slato di la Maestà Cesarea, ha inteso dieta Maestà haver facto pubicamente proclamar che chi acuserà chadauno de li lanzchenech che sia stalo a li servicii di la Maestà Christianissima et di la Signorìa Illustrissima et siano presi, li debì esser tagliata la testa, el lo acusador habia raines 35. Dice etiam, che a Trento, a Numarch, a Bolzan et in tutli quelli lochi lino a Yspurch, sono molli capitani de fanti di la Cesarea Maestà, a li qual non ha voluto dar licenlia, ma li fa corer le provision loro; sopra i quali capitani è il capitanio Castello Alto, qual era andato a ritrovar la Cesarea Maestà prefata. A dir ni a etiam, 71 ' che in dili lochi di la Alemagna è chareslia non pi-cola del viver, excepto dì pessi salati et vino, de li quali è rasonevolo mercato. Riporla demum, come il ducila di Verlimberg et il marchese de Strascrof erano Ira loro su le arme, per il che erano stà fate le adu-nation dì gente, se dicevano, esser in quella parte, e che la Maestà Cesarea li haveva acordati el li aveano facto far pace. Di Chiosa, dii Podestà, di 30. Manda una polizaauta dal suo explorator; et eri, per persone degne venute di Ravena de lì a Chioza, à inteso quelle aver visto a Rosi più di lanze 300 francese, vanno in campo dal Magnifico, el eri doveano esser sul teri-lorio di Ravena. Item, scrive, Io exploralor è par-lesan dii dueba vechio di Urbin, però quando dice li nostri amici, è dito Ducha ; la qual poliza è di questo tenor: A dì 20, li amici nostri sono venuti fin su le porle di Pexaro, et hanno preso li cariazi con li danari che andava in campo dii Magnifico. A dì dito, son stato a Fan per mare, bore 20. I campì erano l'uno per mezo l’altro sopra do monti : quel dìi Ducha sopra el più alto monte. A bore 22, da Fan, dii campo dii magnifico Lorenzin fanti più di 400 et cavali 200 e più con gran furia usino. È zonto uno balelo di nave a modo uno bregantin a Fan, el qual vegnia dì Ancona. Letera dii dito exploralor, di 23. Come andò Cola Moro e Cesar da Chavìna et Iiizo suo fradello solo uno castello chiamato San Costanzo, e dandoli la bataja, è stà morto dito Cola Moro e molti altri fanti. Scrita in Pexaro a hore una di noie. Copia di uno capitalo di letere particular date 72 in Bruxeles, a dì.. . Fcvrer 1516. Sapiati, che a dì 12 de Fevrer, el fu de Zobia, l’è venuto a Bruxeles el nostro signor granosissimo Cesarea Maestà cum tutta la sua corte, et re Carlo gè cavalcalo incontra a le hore 21, vel circha, acompa-gnato etiam da alcuni spagnoli benissimo in ordine, con gran pompe el riebeze; cosa mai più vista. Et in prima, davanti cento fanti a piedi benissimo e pulitamente armadi, et da poi assa’ ben a cavalo armadi a la liziera ; et poi li homeni d’arme dì la Cesarea Maestà, li qual sono in gran numero; et erano eframelduca de Bransvich, etel duca de Mechelperg, Conte paladin, marchese Fedrigo et altre grandissime notabilità, che a descriver el lulo tropo saria longo. Da poi, la Cesarea Maestà su un zaneto negro, e da una banda re Carlo e da l’altra el vescovo de Paris I ambasator del re di Pranza, con li Irombeli de l’una I el l’altra parte, et ciascuno tanto ben in ordine che el veludo era el più schìeto vestimento che li se trovasse; el queste nove certo le podeli dir et aver per vere. Et da poi, el Luni sequente, la sua Cesarea Maestà fece el suo bancheto in una gran sala; al qual bancheto se ge alrovò re Carlo el madona Margarita, poi Madona la sorela del Re, monsignor el vescovo de Paris con la Cesarea Maestà in mezo, e poi a una altra tavola li prenominati duchi el signori et assaissimo et nobilissime donzelle. Et lì era una bellissima et richìssima credentiera et de gran precìo. Et alquanto da poi questo, sono venuti 18 homeni d’arme riehamente armati et su belissìmi cavali, et lutti su quella propria sala se misseno, nove per banda, con lanze el spade, et lì se urtorono insieme com-batando et bagordando per spacio de una bora, tra li quali ge era li prenominati marchesi, duchi e conte paladin et altri signori francesi ; et el prefato marchese rompe, cornbatendo, due leribel spade. Et li cavali haviano artificiosamente sotto li piedi in pe’ de’ feri grisi et feltri in modo che corendo, nè saltando mai ninno ne caschò, avegnachè la sala fusse ben terazzada et strizada; et se li atrovò de le persone 72' di più di 4000, et non fu fato altro male si non dal fracar de le persone; ne fu trovato dui morti. Et compido questo, se dispujorono li ditti signori armati e comenzorono un bellissimo ballo, cum altri beli et rìchì triumfi et feste.