C5 Mi'xvii, Fo publichà, per sier Zumi IJ.il ¡sla ili Audriaui, ila parie dì la Signoria, come tulli li debitori di l’imprestalo vadino a pagar. Et è sii imbosoUdi e eavadi do in loco di qual si farà il primo Gran Consejo, et quelli promesse prestar in Pregadi, sarano candì di Pregadi. Fo per far paura; resta debitori di lai raxon du ducati.... Fo chiami aerea CO zenlilhomenì a 30 per muda, di quelli di Pregadi, tra li qual lo Maria Sanudo, per andar contra il Governador vien qui Mercore, zoò la milà a Liza Fusina, e l’altra mità a San Zorzi Ma-zor, solo pena di ducati IO per uno ; siebè, licct abi corolo, mi convien andar. In questo zorno, fo il perdon di col|»a e di pena a la Scuola di la Misericordia, auto da questo Ponli-lice. Comenzù eri a vesporo e durò fin ozi, el fo trovalo ducati. .. Etiam in la diìexia di San Salvador sono le slazion ogni zorno questa Quarcsema el dura fin uno anno, come apar per le bole. Di Roma, fo teiere veekie di l’Orator nostro, di 3, portate per domino Augustin Donato episcopo de . . . F.t scrive del ricever le nostre, zerrlia la fusta di Zara e dii partir di monsignor di Ledeva orator del Christianissimo re, per Pranza, resta so’ fradello San Mallo eie., con altre particularilà,u< in ea ; le qual lelcre non fo lele in Pregadi. Di Verona, di sier Zuan Paulo Gradenigo provedador, di 12. Come ha rii-evuto nostre lelerc di danni fati in la Villa Bartolomea per il Calderaro alozato de li. Provederà, e il magnifico Colalcral si à tolto questo cargo, et trovato la verità li leverà de li. Scrive aver prepara piere, calzine e lutto per far li muri di la terra, el non è di perder tempo ; et per li soi noncii di Rovere venuti, par si solicili a far conzar 2 gazare da remi 40 l’una per bufarle in Lago; et manda uno riporlo, ut in litteris, di questo tenor : Li conti d’Areho c el capitanio de Castel Corno, li signori de Beseuo, fono convocali el unili insieme a parlamento, prima a la Preda el primo zorno de Quaresema, poi in Castel Corno la prima setimana de Quaresema, et ultimo ad Areo Zobia passata. Ef, per quello se intende, el concluder suo è sialo che non voleno la Illustrissima Signoria liabia li lochi de le Valle de Lagri, el hanno fato prodame che robe alcune non sia coudute de li lochi soi ne li lochi de la Illustrissima Signoria. Quello seguirà, se polrù intender, sarete avisalo. Di Chiosa, di sier And» ea Lion podestà, di 15, hore 17. Come non vien barche di Romagna. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXIT. MARZO. GG Apena apar persone vieneno per terra. Et bora è zonto Chrisloforo da Lodi, parti eri di Ri vena, persona assa’ civil, dal qual à inteso, come dice lui aver udito in caxa dii liasponi, che Zobia passala seara-muzando le zelile di l’uno e l’nitro esercito apresso Pexaro, li guasconi, erano nel campo dii duca Lorenzo, sono andati nel campo dii ducha di Urbin, el hanno condulo 8 pezi di artelarie con loro. Scrive, dii suo exploralor mandoe, fin bora non Ita nulla. A dì 16, Luni. Vene in Colegio sier Mariti 3G* Zorzi dolor, venuto oralordi corte, dove è stalo in questa sua legatimi anni do a ponto. Era vestilo di veludo cremesin, et referì alcune cosse succinte, remclendosi al Pregadi, dilatandosi su quesle coso di Romagna, che preme mollo al Papa. Poi disse che a Lordo trovò uno oralor di monsignor di Lulreeh, nominato monsignor di Salaglieli, qual era sialo al dudia Francesco Maria di Urbin a protestar si levasse, ut dicunt; il qual par sia vernilo a veder questa terra. Disse poi, aver olenulo dal Papa, poi molli slenti, esser contento render le possession di Raveua e Zervia a li nostri zenlilhomeni ; ma sì scori per adesso, aleuto ne hanno parte de’ quali sono a’ soi servicii in questa expcdilion, zoò .., et. .., e compila, faria far la reslilutione. Et di questo presentò uno briuve del Papa, di 22 Fevrer, qual scrive que-stà sua volontà dì voler render a la Signoria nostra. Jletti, poi presentò uno altro hrieve di diio zorno in ricomandazion di sali di l'abazia di Arbc in favor di domino Pelro Bembo suo secrelario el zentilhomo nostro, dì sier Bernardo dolor el cavalier, sicome le raxon sue dii diio Oralor la Signoria intenderà eie. Il Principe lo laudoe, remelendo laudarlo in Pregadi. il qual sier Mariti volse fusse chiama i Cai di X e referi poi alcune cosse scerete, nescio quid, mandali lutti fuora. Il qual Oralore donò al Principe il ean-delolo li delc il Poulilice, bencdelo questa Madona di le Candele passata. Di Fransa, di i Orator nostro, date a Paris a dì 4. Come de lì publice si ragiona, a dì 24 di questo mexe sarà lo abocamcnto di Ire reali, e monsignor di Bonivel li ha dito sarà certo, e fin dozorni si aspela la ferma deliberatoli dii zorno. Scrive, lo agente dii ducha di Geler li ha dito clic l’Iniperador non resta de far molte oferte al so Ducha per trarlo di le voglie di Pranza, sì con promission d’investirlo del Slado che '1 tien, c promelerli moglie una di do dono soc parenti, qual a lui piacerà ; il qual Impcra-dor zerclia aver ne le man il capitanio Francesco, qual fe’ guera al ducha dì Loreno, per castigarlo eie. 11 Christianissimo re voi il ducha di Ferara habi Mo- 5