77 UDXVIT, MARZO. 78 dava un zentilhomo, non è da tenir niun ; come non vi è a Lacise sul lago, dove vi andava castelan ; non bisogna quella spesa, perchè il lago al presente è in altri termini. L'Imperador tien Riva eTorbole, però opinion soa saria che a Malsesine, eh’ è di la banda del veronese verso Riva, propinquo a li monti, dove è uno castello, si lenisse uno castelan e far le barche dii lago arivasse lì, e lenir conto di dacii etc., dove hanno messo un fio, fo di Zuan Matìo, con 10 page; si potrà mandar il castelan li andava a Lacise. Et disse, il inarchà di Dezanzan è di belli de Italia. Tutti vi concore; e tal zornà è merchado che si spa-za 2000 some de biave, zoè formenlo, oltre altra sorte de biave, e questo per mandarle in Alemagna; chè dove è l’avadagno, tutti vi core. E a questo laudò il fedelissimo Jacomo Barbaro capitanio dii Iago, qual in questa guerra è sta di boni. Lui è slà quello à dà ducati 5000 a la Signoria scossi mediante lui; par per li conti zercha ducati 4000, dii resto darà conto, sarà di brìeve qui. E bisogna te-nir in lago le do fuste e tre barche longe, come scrisse, e non ganzare, coinè si leva per avanti ; la qual spesa quelli dii lago è contenti pagar tuta loro, e dar li homeni excepto li oliciali di le fuste, che bisogna la Signoria li pagi, e loro li fariano le spese, i quali poiria abitar nel castello di Incise, e loro faria la guarda. Etiam a la l'usta saria in terra, perchè in aqua basta la insta e do barche al presente; e come ozi sì à aldito lelere di Verona con avìsi sì fa 3 barche longe dì homeni 40 e per il lago; I’ lmjierador voi lenir quel passo per le biave eie. E disse di la Gardesana havea auto zercha ducali 5000. Etiam, olirà la spesa farano in lago, si hanno ubligato ogni volta la Signoria armi de qui, armar di so’ homeni, a loro spexe, una galia per C mesi. E altri castelli in veronese, la Gerla eie., dove andava castelani popolari, non bisogna al presente. Et in Verona erano castelani a più porte di eìladela, di la Brà eie., non li ha voluti meter niun, et in questo ha sparagna a l’anno ducali 832. Come ha dillo, in ludo il veronese si sparagnerà in tal spexe ducati 3000 a l’anno; e pur repudiando si fortifichi Verona, la qual è tropo a proposito nostro; si fazi refar le mure, che è mollo 42* aperte; le pìere è preparate. E questo provedador, suo colega lì, à fato merchado di calzine, el bisogna li reetori electi vadìno a far tal opera ; et è raxon el vengi a caxa, à palido assa’, à fato fino lui proprio le fazion, perchè non havea fanti ad Albarè, dove l’era. Suplica sia exaudilo. Et si dice la terra è ubligà a far le mure: loro dicono di no, pur si farà conlri-buìrano, e a butar zoso la porla di Calzari e fuora di là dì l’Adexe e far do pontoni, come è a Padoa, starà benissimo ; sicliè si atendi a Verona. Al easlel San Felixe il conte di Chariali fe’ far un gajardo bastion, non è eompido; e a questo proposito disse è molti hanno fato mal ofìcio, che col tempo si potrà farli pen-tir. come è sta quelli di la montagna dii carbon, che à portà sempre vituaria in Verona. Li inandono alozar soldati dii Governador, unde loro si convene dar a la Signoria ducati 5000, zoè de presenti il terzo, il resto la mità a questo arcolto, c l’allra milà dii 1518; sarano boni danari. Concludendo, si fazi far la spianala atorno Verona ; il borgo di San Zorzi fo rui-nato, bisogna levar le piere tutte. De li castelli di Verona, nulla disse. E nota. Ha posto castelan in San Felixe sier Zuan Antonio Justinian qu. sier Marco; in Castel Veeliio sier Alvise Orili qu. sier Francesco; in eastel San Piero posto uno eontestabele con poca varda. F. di Vicenza nulla disse, dove non è staio. Ma venuto a Padoa, veto quelle fabbriche, che era assa’ non l’ha viste, miracolose. Bisogna continuar l’opera e non cessare : sarà inexpugnabile. Laudò quello fe’ far sier Hironimo da Pexaro capitanio; e questo capitanio sier Zulian Gradeiiigo si fatiga assai in ordenar, licet halli le gote; ma di sier Piero Vc-nier, è sopra l’opera, ni de domino Lunardo Grasso nulla disse; ma ben l’artellarie, erano de lì, è slà mandale zoso. Non lauda esser slà mandi ogni cosa. Ne è reslà zercha pezi 40, voleano mandar zoso 30. Li ha dito non li mandi ancora, è hon lenirli de lì per ogni bon rispeto, c sì fazi far ruode e leli per l’artelarie ; e uno maestro lì di ruode, il primo de Italia ; par sia voluto cassar, non sì fazi per l’amor di Dio, e come sa sier Andrea Trivixan, a Brexa lavorò benissimo. Si fazi ruode para 100. Avè arlelarie, non avè leli, come a lui intervene, che si convene mandar a Milan per 5 leli, ni altri si potè aver. Li è imposto aver tajà albori, fato pieoli e roti eie.; sì legni. Poi disse era venuto a Treviso di ordene di la Signoria nostra, et è slà contento. Vete quella opera, che summamente lauda quelle fabriche e sier Nicolò Y'endramin podestà e capitanio. E il sgrandir di la terra è slà falò, adeo si poi dir Treviso, per le aque, 43 è più forte che Padoa ; el le piere, il sabion, e calzi-ria è preparade a far le mure da la banda dove è sgrandì la terra ; bisogna la spesa di chazuole; la Signoria provedi. Quel podestà, con 1000 ducali li basta l’animo compir in 4 mexi a ducali 300 al mexe; et maxime adesso, che li homeni di lerritorii non hanno da far, è slà compartido la cavazion a li teritorii di la Pairia eie. amore Dei si conza ; el qual reclor merila la grafia di la Signoria nostra. Di le