259 Muxvir, de lì, voi licorilia bandirli con taja; c fu posto, per li Consieri, darli autorità con la taja, ut in ea. Presa. Fu etiam loto Ictcre di sier Nicolò Vendra-min, podestà et capitanio di Treviso, di 11. Come questo Avosto pasalo, per alcuni di la villa di Pescanlina (?) fu ferito sier Zuan Pixani qu. sier Bendo. Voi liccntia bandirli di terre e luogi con taja; e cussi fo posto, per li Consieri, darli licentia e con la taja, ut in parte. Fu presa : 133, 14 di no. Fu posto, per li Savii ai ordeni, di scriver al rezimento di Caudia, che dagi la sóvenzion solita di ducali 200 a sier Antonio da Ponte, va castelan a Napoli di Romania, da esserli retenuli in le soe boleto, ut in parte. Fu presa : ave 132 de si, 18 di no, 3 non sincere. Fo, per il Canzelier grando, invidado andar domali iti li piati conira il liol dii signor marcliexe di Muntoa a compagnar la Signoria, e tulli vengano ben vestili e di seda per bonorar questo Slado. Fu poslo, per li Savii dii Consejo e terra ferma, una lelera a l’Orator nostro in Franza in risposta di soe, di 5, a la proposition fatoli per parie di la Cliristianissima Maestà, zereha prolungar le trieve con l’Imperador per uno altro anno; al die con il Senato li rispondendo senio conienti di farlo, et per più tempo parendo cussi a Soa Maestà. Zereha slargar il conte Christoforo Frangipani, per far cossa a grata a la Cesarea e Catholica Maestà, imi ii dicemo, videlicct sia capitanio di guerra et averne fato mal assai, tamen per compiaser a Soa Maestà senio contenti slargarlo con fidejussion e cauzion, ita die non si parti. Quanto al salvoconduto al reverendo episcopo di Lodi, imi non ge l’aveino voluto far, imo ordinalo, venendo per i lochi nostri, a li passi sia in-tertenulo eie. Item, una altra lelera a parte al diio Orator nostro: come volendo il Christianissiino re perlongar le Irieve, li mamlcmo il sinichà a farlo in optiina forma, d ¡1 desiderio nostro saria per più tempo el si potesse, ut in litteris ; qual sarà sccre-tissima a l’Oralor nostro, Et sier Francesco Foscari el cavalier procuralor, andò dal Principe e Savii, dicendo non li pareva di lassar il conte Christoforo lin non sia fata la trieva, el si conzasse la (etera, el li 150* Savii non volseno moverla; unde l’andoe in renga el conlradise, dicendo so cugnado, Cardinal Curzcnse, fa mover questo; e come sarà lassù il conte Christoforo, non vorano più far trieve, e nui haveremo lassù cussi degno capitanio, il primo che l’halli l’impcra-dor eie. Et cussi sier Lunardo Emo et consier, messe di risponder a quella parte dii conte Clirisloforo, che late le Irieve nui saremo ben contenti slargarlo dan- maggio. 2G0 done cauzion di non si partir; il qual è capitanio degno di guerra e ne poria far mal assai in Friul,dove ha li soi lochi vicini, ut in parte. Et li rispose sier Alvise da Molin procuralo!’, savio dii Consejo, dicendo il re Christianissimo ge ’1 domanda e nui nò ’1 volemo compiaser? e disse, e cussi azonse a la lelera ; che le segurlù di diio conte Christoforo non si possi aceptar senza licentia ili questo Consejo. Et parloc, per la sua opinion, sier Lunardo Emo el consier, dicendo di quanta importanlia è il conte Christoforo, homo che ne ha fato tanta guerra et non è ile lassarlo, perchè l’anderà via et sniderà luto il Friul; à grandissimo seguito eie. Poi parloe sier Alvise Gradenigo savio a terra ferma, per la letera, dicendo non si lassa ma si slarga con sigurtà. Demum, sier Zuan Antonio Dandolo, è sora i presoni, qual etiam è rimasto noviter di la Zonla, andò in renga, dicendo è anni.... ha ’uto questo cargo sora i presoni con gran soa discomodilà, e più volte suplichù il Principe et Signoria fazi in loco suo; et à fato questa custodia con gran faticha maxime quando volseno romper li cabioni et trovà i feri ; demum quando scampò li 7 lodeschi, li tro-voe tulli subito; et ha ’uto 1200 presoni, niun li è scampa. È restà solum ilo: il conte Christoforo, ch’è in Toreselle, con soa mojer che è anialata et à (olio assa’ medicine, d li fo 4 medici : maestro Marin Bro-chardo, maestro Bernardin Spiron, maestro Liinar-do Butiron, el uno maestro Fermo suo medico a far colegio in Toreselle ; et ha dii mal assai, e di 24 carati, à li 14 di morir li; sta in leto. El si scusoe di quanto per sier Lunardo Emo era slà dito, che soa mojer non ha fievre, come disse il Brocardo in Colegio; dicendo l’ha gran mal, et si la morisse il conte Christoforo forsi non faria la pressa il fa per lui. Sopra le parie non parlò, ma voria si slargasse con piezaria. Andò le parte : 4 non sincere, 7 di no, CO di Savii, 119 di sier Lunardo Emo, e questa fo presa, et fo comandà grandissima credenza per il Cancelier grando; et al licenliar il Pregadi fo dà sacramento, a tulli, perl’Avogador,ala porta; la qual deliberation è di grandissima imporlanlia. Fu poslij, Pei> li Savii sopraditi, regolar li cavali lizieri el non star sopra tanta spesa, come si sla al presente. Però sia preso di cassar lutti li cavali lizieri liavemo exceplo quanto si dirà di soto ; ma li capi sotoscriti siano posli a provision a quelle camere parerà al Colegio, a raxon di page 8 a l’anno in tempo di paxe, ut in parte.