107 KDXVll, APRILE. 1G8 un’allra galia, la qual armata si salvò nel porlo del Fisco; nè si ha ancor del suo partir fin a dì 7. Que- 95 ste particularità de le armate si ha per relation di doi persone, che so alrovorno sopra l’artnada de Rodi, venuti de qui. Le galie do sotil di la Signoria nostra mandate in Cypri ¡1 /.orno avanti tal condito de le armate, che fo a dì 5, parlino da Rodi per seguir il suo viazo. Si ha ctiam, per vìa de Conslaulinopoli, come cento galie armate et 50 navilìì cargi de vìtuarìe erano in bocha del Streto, destinale andar in Syrìa. Gli dinoto ctiam, questi zorni passati esser sta in Ire zorni et doi nocle tre tcremoti; tamen non ha, Dei gratia, minato cosa alcuna. 96 Di ltoma, di l’Orator nostro, di 8. Come essendo venute letere dì Fiandra, di 22 et 23, per intender quello era di novo, fo dal Papa, qual Soa Santità li disse esser letere di una nave dì Rodi, da Messina, zonta con do oratori di ltodi, con letere è da Rodi, di 8 Marzo, come il Tureho era intrato nel Cayro; la qual nova la hebeno da Damiala. Li qual oratori vieneno qui da Soa Santità per questo; uno di qual va in Pranza et l’altro in Spagna, zoè dal re Cattolico in Fiandra, dicendo: « Domineorator, la Signorìa non vi scrive di questa nova? » Poi li disse aver auto letere d’ingaltera dii Re, qual voi andar in persona a questa expeditione contra il Tureho, e cussi voleno far altri signori, li quali non mancherà no a questa expeditione chrislìana. Ma dicendo: « Che farà la Signoria Vostra, come sete in pace col Turco? » Esso Oraior rispose «La Illustrissima Signorìa è in bona pace ». 11 Papa disse : « So pur che turchi v’à fato spesso speluzale e danni a li confini ». L’Orator disse: « Il costume di turchi è sempre ili robar dove trovano, et per questo non è rota la pace ». Il Papa disse; « La Signorìa potrà dir il Tureho non li observa la pace». Poi l’Orator li domaudó quello era di Borgogna. Soa Santità disse, aver aulo la coufirmation di lo apontamento fato tra li tre reali e liga insieme, e il re d’Ingallera non voleva si concludesse, e che la l'usse a recuperation et non a defension. Itevi, di Romagna, le zenle dìi ducha Lorenzo hanno auto Castel Mondolfo a pati, e questi de qui non lì piace, essendo il suo cussi florido exercilo come l’è. Il ducha Lorenzo era in Ancona pezorato nel (giorno), ltcm, è letere di Milan, di 5, che si doleno el cardenal francese non è stà publichato dal Papa in concistorio come è stà quel yspano, e la causa è per il possesso di l’abazia dì Chìaravalle data al cardenal Medici per il Papa. 11 re Chrislianissìmo voi far lui la denominatimi di l’abate, e il Papa non voi e voi averla fata luì. Item, dito Orator manda la copia di capitoli dì Ire reali. Si ha, il cardenal Santa Maria in Portico zonse in campo e 96 * poco inanellò non fusse preso da li stratioli è col ducha Francesco Maria ; il qual era andato col ducha Lorenzo in Ancona. El qual ducha Lorenzo ha perso uno suo cariazo, qual li è slà tolto da i nimici, e dove erano alcune scrìture, tra le qual uno breve el Papa li scriveva, che non si fidasse di lanzinech è nel suo campo. Et Francesco Maria mandò a mostrar dito breve a li capitani di lanzinech predilli ; i qual (e i) guasconi si levono in tumulto volendosi partir; el con danari datoli fono fati restar in dito campo. La copia de li capitoli di tre reali conclusi in Cambrai a dì 10 Marzo, sarano anoladi qui avanti; li qual fo leti tulli ozi in Pregadi. Dii dito Orator, di 10. Come manda una teiera di domino Jacomo Spataforo, consolo di Messina nostro, zercha le robe fu prese di la nave di Nicolosi per il galion dìi viceré eie. don Hugo di Monchada. Item, letere dii Consolo di Napoli a lui drizate, qual, per esser amalato, non scrive a la Signoria ; et lui Oraior manda la propria le-lera. Item, alcune letere con nove aule di Napoli, drizate a domino Zuan Lascharì et al metropolita di Rodi con nove turchesce, benché il reverendissimo San Vidal dìse aver di Ragusì il Turco esser slà roto dal Soldati; sichè queste nove sono varie. A dì 2i) dii passato, a bore una di note, a Napoli fo uno grandissimo leremoto; durò uno mi-serere; fe’ pocho danno; ma a Coza, ch’è una cità lì in reame, fu grande, minò 120 case e il pala-zo, con morte solum dì 16 homeni, perchè vene a quella hora tutti erano in piedi. Item, le zente yspane erano zonte al Tronto, qual vieneno in aiuto dii Papa; ma non passerano senza ordene dii Ca-tholico re. Dì Romagna non zè altro di quello scrisse. Le zenle di Francesco Maria erano andate verso Siena; il Papa dubita dì novità et fa provision. Et Zuan Paulo Bajon era andato a Perosa ; e dubita non entri in stato Carlo Bajon, qual feva zente. Il ducha Lorenzo, ne l’undicesimo era miliorato, et era penuria nel so’ campo di biava. 11 cardenal Santa Maria in Portico, di Ancona era ritornalo in campo, et scrive al Papa aver trovato gran confusion, e visto molli desordeni in pagar più zenle di quelle sono con eflecto. Eri il Papa fo a la messa dita per il reverendissimo Grimani; poi benedì et fe’ le- ^ zer la bolla in Ccena Domini, justa il solito, e questo di più, scomunicha Francesco Maria della Ro-