10:3 MDXV1I, MARZO, 104 apena è zonto, e di Romagna come il ducila Lorenzo era partito di Rimano et venuto a Pexaro, et le zelile sono a li alozamenti, e li guasconi sono restati contenti; et che’I non voria li capi fosseno a le man, quali tutti do e pocho lontani, dicendo, quando sono si vicini, non si poi schivar il fatto d’arme ; et laudava molto le zente di Francesco Maria. E poi nel partir lo acompagnò fino a la scala, dicendo, è stalo sempre afizionato a la Signoria nostra, ìicet l’habi tenuto sia sta imperiai eie. Itcm, scrive, zerclia i danni di la nave parleria........a don Piero d’Urea e a l’arziepiscopo di Saragosa. Dii dito, di 13. Come ozi, poi disnar, è stato a la Miignana dal Pontifice, essendo Soa Santità in 56“ campagna. Come d fu tornato, il Papa li disse : « Domine orator ! che zè di novo ? che diceti vui ? » Lui orator li domandò quello era di novo. Disse aver teiere di Fiandra, di 27, come il parlamento di tre reali sarà a di 24 Marzo. Poi parloe zercha la venuta de l’Imperador in Italia a incoronarsi a Roma, saria mal el venisse con arme; con altri co-loquii di Soa Santità, dicendo il re Chrislianissimo non consentirà el vengi con le arme eie. E si siete a rasonar fin 23 liore. Il Papa manza una volta al dì. Dii dito, di 15. Questa malina fu dal reverendo episcopo Samallò oralor dii Chrislianissimo re. Scrive coloquii aulì insieme; qual li disse lo abocha-mento sarà e il Papa trema mollo di questo; e che l’Imperador vegni a incoronarsi, non vorift el venisse armato, e altre parole, ut in litteris. Poi disnar, fo a palazo dii Papa avanti Soa Santità andasse a Santo Jani, perche ’I sapea quelli de Arzonibus erano comparsi eri in la congregation fu fala di prelati perle cose dii Concilio, e aziò non facesseno qualche movesta contra la Signoria nostra, lui orator parlò al Papa di questo. Soa Santità li disse: « Lassale far a nui, benché chi voi poi venir al Concilio a dolersi y> eie. E poi monloe a cavalo per andar con la pompa a Santo Jani ; et essendo al borgo, li conservatori si apresentono, et volendo procicder lì oratori, erano .... el signor Alberto da Carpi orator cesareo, lì usò alcune parole facendoli star indrio. A la fin con-lenlono di lassar proceder oratori de leste coronade; e quando fo a lui orator nostro, lo voleano pur precieder, e lui non volse, e seguì molte parole et minaze. Or andati dal Papa, par Soa Santità terminasse luì orator precedesse, adeo lui non potè sentir le parole, ma vide diti conservatori levarsi e andar via. E cussi audono a Santo Jani, dove dormirà quella note il Papa. Di Romagna è aviso, il Ducila vechio aver mandato a domandar salvocondulo al magnifico Lorenzo per un capitari io yspano el uno suo procurator di lassarli venir a parlarli; qual li fo concesso per uno zorno, e poi falò per uno altro dì di più. Si dice, voi lassar il Stado et poter star a Mantoa ; li sia levà la scoiriuiiiclia, et aver le sue in-tradc per poter viver. Scrive, eri fo da don Piero d’Urea, orator yspano. Li disse li darmi fati per il galion di Messina a la nostra nave eie., e la Signoria nostra avia falò cussi, imo falò restituir a una so’ nave quello li fo tolto per lì rectori di Cypro eU:. Li dispiaque molto, volse aver quatro islruzion dì questo, conformi, per mandarle una al re Catholico, una a don Ugo de Monchada viceré a Napoli, qual dia passar viceré in Sicilia, una al colile di Monte Lion, è a Napoli, va viceré a Messina. E lui orator nostro li domandò in questo mezo fusse suspeso le robe tolte. Promesse dì scriver e farlo far, dicendo è amico di la Signoria nostra. E cussi edam lui orator ha scrito a Napoli al consolo nostro di questo. Scrive, ozi, a hore 20, è morto il reverendissimo 57 Cardinal Arborense spaglio!. Era vecchissimo, et non ha beneficìi di dar, per averli renonciati e dati via in vita quasi tutti. Dii dito Orator, di 16. Come, andato in quella malina a Santo Jani, dove ha dormilo quella note il Pontifice per esser a I’ ultima sessione dii Concilio terminato far ozi, vene uno di questi di Ardizoni-bus a dirli aver sententie contra la Signoria di for-menli soi tolti; qual non voi parlar, vole comunicarla, è agravati e regravati etc. E il Papa disse : « Questo non è il tempo e si vederà », e lo licentiò via. Il qual vene poi da luì Oralor, dicendoli la Signoria doveria darli il suo etc. Lì rispose la Signoria non mancha mai di justieia a chadauno eie. Poi aparalo il Pontefice, inlroe in Concìlio e fo cantato una messa per il eardenal Santa f. Poi il reverendo episcopo de Ixernia disse una oration, laudando il Concilio, laudando la Chìexa, esortando far impresa contra infedeli. Poi, per il.....secretario dii Concìlio, fo leto una lelera di l’Imperador, scrive al Pontefice in risposta di soi brevi qual lo exorla andar conira il Turcho et lui sarà sempre preparato, meravegliandosi lo s’inviti, per esser sempre presto a far questa impresa. Et quanto a far la paxe con lì principi christiani, dice per lui non ha mai mandiate, nè mancha ; et quanto a principiar la impresa, Soa Santità vadi in persona con li reverendissimi cardinali, che lui sarà prontissimo, nè si aspeti altri principi christiani, perchè non si farà nula chi var-da a loro. Fo una letera molto longa. Poi disse, erano letere dii Christiauissimo re e re Catholico,