371 UDXVII, GIUGNO. 372 col Gran canzelier, qual li ha dito ¡1 Papa voi aver GOCO sguizari, e li ha mandali a tuor, et ne verano 10 milia ; sicliè sarà su gran spesa. Scrive, esser slà dal signor Zuan Jacomo, qual li à diio credeva Scut fosse venuto per levarli la falicha, ma hor el va in Romagna ; li dispiace el vadi. Et come ha ’uto aviso di sguizari, che la plebe hanno minalo Lugan conira 11 voler di principali, ecussl fanno di Lucarno; et alcuni dicono li voleno render cussi minali dili do lochi al Christianissimo re, jusla li capitoli conclusi, per aver li danari; altri dicono non li voleno render. Iteni, par sguizari siano acordati con quelli dii conlà di Tiruol. Di Franza, di Vorator nostro Badoer, date a Faris a dì 3 Zugno. Come a di 17 dii passato scrisse, poi a dì 2i) zonse a la corte dii Re il signor Marco Antonio t.¡olona, dicendo aver auto licentia di l’Iiriperador, el aspelando di averla dal re Galholico e dal re d’lngallera di potersi conzar con Sua Maestà non l’ha potuta aver ; per il che era disposto tornar in Italia, el era venuto a far riverenlia a sua Chrislianissima Maestà. Per il che il re Gatholico li liavia di questo dato bona licentia. 11 qual re Callio-213* lico, certissimo partiva per Spagna, et era avialo a Guani per poner certo orJine per tal andata ; poi va a lìruges per imbarcharsi e pasar in Spagna ; la qual partita sarà per tulio il presente mese. E che il llie-sorier Philinger e il Gran canzelier vieneno oratori a questa Maestà per zurar li capitoli di la pace a nome ........, partir doveano domini di Guant per venir di qui ; la qual pace zà Pavia jurata la Cesarea Maestà; e dito Gran canzellier poi partirà per andar in Spagna, e questo fa per non andar per mar. Item, che Plmperador era a Magonza. Scrive, è zonto a la corte dii Christianissimo re uno oralor dii re di Portogaio stato in lngallera e Spagna per suscitar quelli reali a voler esser a far guera eontra infedeli, maxime conira il Turcho ; e dice aver auto oplima risposta da la Cesarea Maestà, e averlo trovalo ben disposto, dicendo il voler suo era zà molti anni a far questo, e desiderava li altri principi volesse concorer in questo suo bon proposito. Et il Christianissimo re li ha risposto voler prima scriver al suo Re. Et perchè il Gran canzelier non era a la corte, ma era restato di qui, non poteva scriver lai lelere ; ma zonto el fusse, scriveria. Scrive dito Oralor, è restalo lì a Paris li oratori cesareo, Spagna et Portogallo e lui e Ferrara, et col Re sono do soli, Papa e Fiorenza ; il qual Re è lontan do zornale da Paris. Monsignor il Gran maestro è in una sua villa indisposto. Di qui sono il Gran canzelier el Ruberlel, li quali tre sono quelli manizano le cosse di questa corte. Item, manda lelere di l’Orator nostro in Anglia, qual scrive aver scrito di 26, ma non I’ ha ’ute ; ben spera di averle, perchè queste è venule prestissime. Di Ingaltera, di sier Sebastian Justinian el eavalier orator nostro, date a liizimont a dì 9 Mazo. Come scrisse a dì 26 dii pasato, il Ile fece impicar 20 di quelli scelesti feno quella conlur-balion, e à fato far alcune proclamo, niun fazi molesta eie. solo pena de la vita e di la facultà più a stranieri; sichè le cosse è ben disposile. Et uno oralor dii re di Portogallo veniva a questa Maestà, in itinere, andando a la corle, fo da questi investito lui e la fameja sua ; il qual orator ave falicha a fu/ir e salvarsi, di che si ha dolio mollo a questo Serenissimo Re. Diman se li darà audienlia. 11 reverendissimo Cardinal è venuto di qui a Rizimonl; vederà ultimar la cossa di vini eie. ; il qual Cardinal si scusa per questi mali seguili non haver polulo far alcuna conclusion, e quello fo ordinato di far etc. Dii dito Orator, date a Londra a dì 12. Come 21 i a dì primo da Rizimonl scrisse di la justieia fata, per il Re, conira quelli sedesti eie., a la qual non è slà ancora posto fine, ma si va a la zornala provedendo; e al gran rumor stalo le cosse sono quasi ben sedate. L’ oralor dii Serenissimo re di Portogallo ave audienlia dal Re, et è slà expedilo; il qual è slà a exorlar quello Re a la impresa conira turchi. Et lui Orator ozi lo scontrò andava a corle; il qual li fece oplima ciera, el li disse la causa di la sua venuta di qui e di l’amor dii suo Re verso la Signoria nostra avanti la navegalion di Colocut, over India, dal qual tempo in qua la Signoria nostra è venula inimica et ha dato ajuto al Soldan contra di lui per lai naviga-zion. Al che P Oralor nostro rispose longamenle, che soa magnificenlia non credesse questo che la Signoria nostra mai babbi mandato artellarie, ni altro al signor Soldan, per esser quella chrislianissima, e non voler incorer in le pene di excomunicalion, imo è leze grandissime niun porti ferro o altro a’ infedeli, e si vien trovali, vien puniti aspramente. Et come era a Venelia uno oficio di principal senatori contra questi tali porlasseno ; sichè la Signoria sempre è sta observantissima di quella Maestà, e in queste guerre non ha auto altri che questo re d’Ingal-lera e il suo di Portogallo che non si hanno impazato a la mina sua ; sichè dito orator portogalese rimase satisfalo; e sopra questo scrive longamenle. 11 qual li dimandò la causa era qui Orator di la Signoria, che non soleva esservi. Rispose P Oralor nostro, che I il suo processor el lui è stali più longamenle di altri,