kdxvit, AGOSTO. 574 Iluzier incarzcrado, dicendo darli a sior Francesco Bolani avogador (ochava il suo Colegio, et non era il vero ; et fu preso di procieder conira tutti do. Et preso che ’1 fante Sabato sia condulo et menato atorno il palazo con una corona in lesta, poi posto sopra uno soler in mezo le do Colone e slagi fin nona, et poi sia in perpetuo bandito di questa cita e dii deslreto, con altre clausule, ut in parte. limi, quel Bernardo Rizo, soleva far Pofizio di avochato, restituissa li danari aali, sia bandito di Venelia e de-streto per anni 10, ut in parte. 323 * A dì 19. La malina, in Colegio fono sopra (a expedilion di noncii dii han di Croalia, quali è più zorni è in questa terra con teiere dii re di Hon-garia presente, di ultimo Mazo, et do de esso JBan, V ultima di 7 Lujo. Dimanda fiorini 10 mi-lia a conto di quello dia aver la maestà dii Re da la Signoria nostra, per li bisogni di Glissa conira turchi. Et visto li conti, par il re di Hongaria dia aver solum ducali 85 milia a so’ modo; ma la Signoria voi esser satisfata di danni fati in ((¡stria per Bot Andreas e li conli Frangipani, come par per li processi formati per li nostri reclori di Ilislria, per l’a-monlar di ducati 150 milia; sicliè voriano meler a l’incontro. Ilor la più parto dii Colegio parse darii per ducati 2000 di panni di lana e di seda, e scriver al Re si fazi li conti, non li tenimo dar nulla. Et do savii dii Consejo, sicr Lucha Trun e sier Andrea Trivisan el cavalier fono di opinion non darli nulla, perchè con effeto non li dovemo dar ; et sopra questo fo ordinato far ozi Pregadi, e il Trun non vene. Di Padoa, di sicr Almorò Donado podestà et sicr Zuan Gradenigo capitatilo, di 18. Come cri la comunità ili Padoa ha via preso nel suo Consejo, aliegramente, di donar el danar scosso per la comunità per conto de l’impresiedo deducali 10 milia, el mandano la copia di la parie ; et hanno elecli 3 oratori a la Signoria nostra : domino Gasparo Orsato dolor, domino Nicolò Barison dotor e domino Hironimo di Dolori. Et scrivono, locha di questa (laja bulada a la terra ducali 7895, e li castelli ducali 2105, et il scosso fin qui poi esser da ducali 4000 di la terra et 3100 di le caslelle, frali e diverse persone, ut in litteris. Et la copia di la dita parte sarà posta qui avanti. Da poi disnar, fo Pregadi et lelo le soprascrite lelere, et una di Udene, de dì 17, soloscrila per sicr Elor Loredan thesorier, sier Nicolò Tiepolo ma-reschajeho, sier Alvise Bon provedador a Cividal, sier Lunardo Bolani podestà a Monfalcon el sier Piero Barbo caslelan a la Chiusa. Si dolo no non potano aver i soi salarii per non esser danari in la camera, poi la parie presa nel Consejo di X che si mandi in questa terra ogni mexe li danari di le 30 et 40 per 100; e causa di questo suplicha sia provisto, non hanno ila viver, el maxime lui sier Piero Barbo è caslelan a la Chiusa, per le raxon in le lelere dite. Di Palermo, di sier Pelegrin Vcnicr qu. sier Domenego, fo leto letere di 24 fin 30 Lujo, la copia di le qual sarano qui avanti. Scrive di quelli moli seguiti de lì, che sono di gran imporlantia. Fo leto, per Gasparo di la Vedoa secretorio dii Consejo di X, una parie presa ne io excellenlissimo Consejo dii 1510, a dì 2 Oelobre, qual si dia lezer ogni mexe di Avoslo, zercha far la Zonla dii Consejo di X, non si procuri ni in parole, allo, over ce-gno, ut in parte, solo gravissime pene. Questa parte fu leda, perchè si preparava lai cossa senza alcun rispelo. Exemplum. 324 Serenissime Princeps el excellentissime Dux ac Domine observandissime, commendalionem. El lil-leris Veslra; Celsitudini credililiis, el exposilione magnifici oratoris veslri domini Marci Mimi, pro-motionem ineam ad cardinalalus ordinem gratam eidem fuisse piena mihi significati« est facta. Quo-circa, debere me Sublimitati Veslra; magis co fa-teor ex benignissimo hoc gralululionis ollicio quarn mea erga eamdem merita nulla omnino preeeesse-rint, oratori ipsi, quas habeam gratias Veslra; mansuetudini, elquasreferre si possem, item desidcrium quo tcnear eidem ¡11 omnibus mihi possibilibus gra-tificandi et obsequendi, coram exposui. Queni non dubito suis lilteris ex fide relaturum. Ideo pauciora mihi scribenda duxi Veslra; Celsitudini, cujus grafia; me jugiter commendo, et ad ejus mandata paratis-simum ofl'ero. Roma;, pridie idus Augusti 1517. Veslra; Celsitudinis deditissimus A. Cardinalis de Valle. A tergo: Serenissimo Principi el excellenlissimo Domino observandissimo, domino Leonardo Lauredano Dei grafia Venetiarum eie. Duci.