325 mdxvii, li sui fazino restituir il tulio a’ nostri, fu preso per il suo galion etc. Di Napoli, di Lodovico Anseimi consolo, di 23 Mazo. Come erano tornate da Sicilia lì le 4 galie anrlono a eondur a Palermo il conte di Monte Leon, andato a nome dii Calholico re al governo di Sicilia; con le qual galie è tornali molli signori lo andono scompagnar. El qual conte, zonto a Palermo, subito fe’ diponer le arme a lutti dii regno. E ha inteso che Ulises Salvador, consolo nostro de lì, e sier 180* Pelegrin Venier, fo di domino Domenico, lo andono a visitar e farli reverenlia; dal qual ebeno large .....Scrive aver letere dii Consolo nostro di Leze, di 9, che era nova il Soldan esser rientralo nel Cayro con schiavi el arabi, et il Signor turco con 10 cavali esser fuzito verso Alepo come fugato; la qual nova fo etiam dita per avanti, et li zenovesi hanno questo instesso. Scrive di fermenti, la saxon va bona, li vechi sono senza domanda. In questo zorno, poi nona, jusla la deliberatimi fata ne lo ex celle n t issi m o Consejo di X, fo tajà la man e cava uno ochio a doi per monede false fate. E da saper: per letere particular di Roma, intesi come il Papa, poi retemito li do cardenali Sauli et Siena, commesse a far il processo conira di loro a tre reverendissimi cardenali : Surenlo episcopo, Mon-tibus prete, Farnese diacono. 187 A dì 3 Zugno. Vene l’orator di Ferara in Colegio per quel Rizin di Mantoa, retenuto eie., et il brieve portoe revochatorio fusse revochi quello per avanti scrìsse, che la Chiesa non defendesse il dillo, pregando non fusse lassato di presoli, e il Signor suo manderà a Roma a farlo revochar questo. E cussi, (ter la Signoria, fo ordenato non fusse mosso de presoli. Vene Zuan Paulo Manfron condutier nostro, dicendo è contento di quello voi la Signoria, e posto ordine il Colatemi zeneral vadi a far la monstra de le zenle soe e ridurle a li GO homeni d’arme. Da poi disnar, lo Colegio di la Signoria per dar audientia, et li Savii reduli daspersi sopra li capitoli di oratori di Brexa, i qual voleno certa dechiaration, e sono ancora qui. In questo zorno, li oratori vanno al Signor tur-elio, a nona andono a la galia, a bore di nona, di sier Alvise da Canal sopracomito, et cussi a meza nolo si levono con prospero navegar. Iddio li mandi in ben, et a la sua legatici) habi bon exilo ! A dì 4. La niatina, fono molli drapieri in Colegio, dicendo*non è lane in la terra, e si provedi come fu lato dii 1501, che io Mario Sanudo era savio giugno. 32G ai ordeni solo, e da poi ancora. Et fu comesso a li Savii a farne provision, che si possa lavorar pani, perchè in la terra è solum baioni di lana....., et la terra ne voi a l’anno da baioni..... Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria zereba le galie di Fiandra e di Barulo per non esser galie per una e l’altra muda ; e lelo le deposition et aldito li patroni di Fiandra, doman si veguirà il Colegio con le sue opinion al Pregadi. Da Milan, fo letere dii Secretano nostro, di.... Come lo illustrissimo Lulrech partiva quel zorno sequente. Di presentì nulla sa dove i siano; pur fosse li odori, che molto desidera; dii resto si potrà mandar drio. El per Colegio foscrilo baiando a Crema mandi li odori per statela ; il reslo sarà portato drio. A dì 5. La matina, non fo lelere da conto, el fo 187 * terminato ozi in Pregadi meler di non navegar il viazo di Fiandra, ma- tuor do di quelle galie e me-lerle al viazo di Baruto, atento le deposition di proli e altri, che le galie venule di Baruto non è bone da navegar per esser sta eargate sora coverta più dii dover, e nove non si poi aver di l’Arsenal se non per tulio Setembrio; e volendo mandar le galie di Barulo a muda dì Octubrio, non si averà galie in tempo. Alcuni Savii ai Ordeni voi pur tutte do illude navigano. El cussi sarà terminato ozi tal materia. Da poi disnar aduncha, fo Pregadi et lelo le so-prascrite letere, et uua portata hessendo venuto il Doxe in Pregadi, cioè : Di Roma, di 29, sotoscrita per......pa- triarcha Alexandrino, per .... vescovo di Viterbo, per Galeazo e Sforza fradeli de Eiario foli fo dii conte Hironimo e nepoti dii reverendissimo San Zorzi, scrive a la Signoria. Come suo barba è stà retenulo in palazo dal Pontifice; et benché tien Soa Santità in tulle sue actione procede et procederà con juslicia, pur supliebano la Signoria vogli scriver a Soa Santità in sua raco-mandalione, per esser dito suo barba stalo gran amico di la Signoria nostra; offerendosi etiam sarà per l’avenire. Et leta dita letera, fo mandala a li Savii che consultino si dieno scriver al Papa in sua re-comandalione ; e cussi poi serisseno a dì 7, per Colegio, in bona forma de questo. Fu poi leto le deposition molte di quelli di l’Ar-senal zereba le galie per mandar ai viazi di Fiandra et Barulo, ut in eis, e come ho di sopra scrito, concludendo non hanno galie per lutti do viazi a tempo, ni vcchie da eopzar.