245 MDXVII, MAGGIO. 246 Maria, qual pare sia quello ha causato lai desordene in queste diferentie. Acorgendosi el campo de i ni-mici, spinseno grande parie de li loro cavali linieri et 142' sehiopetieri, et deteno Ira la banda che andava et quella elio tornava sopra li eariazi. Insieme con monsignor de Sise, al meglio si posse, essendo li fanti che ritornavano in grande disordene, li reniclesse-mo et lessemo testa sopra una strafa maislra assae torte per uno canaleto, qual è da un canto e da l’altro uno fossatello, de modo si soprasederono li ninnici scaramuzando da ogni (parte). Hora tanto si mandò a la terra, che era zercha (re miglia distante, per le zente d’arme, quale assai con diligenti» venerono. El primo fu il signor Camillo Ursinocon certi pochi cavali lizieri, qual spense gajardamente de mezo li cavali lizieri de li nimici et tenete assai bona continenza ad uno passo; con lui era il signor Lodovico da Fermo, zovene, pur capo de cavali lizieri, et el signor Arnigo. El cavalier Cavriana pur con una banda de cavali lizieri arivò per fìancho, vedendo la scaramuza atachata, fece el debito suo, fue ferito da doi schiopeti, l’uno in uno fianco, che è pericoloso di morire. Sopragionta la sera, lenendo sempre el signor Camillo el passo, li nimici se retirorono al campo suo con la parte loro di guasconi, et noi con la nostra, qual redusemo a salvamento, che poteno essere zercha 600, el molti voriano ritornar di qua. El Legato non li voi aceplare, sì ben li capi che furono retenuli da li loro fanti, et che hanno le insegne di qua. Credo questo resto di guasconi se retire-ria con monsignor de Sise donde siamo alozali con le compagnie a Sanlo Archanzolo. À ben dillo el Legalo voler vedere de riformare 2000 de questi guasconi, el far che la Santità de Nostro Signor sia contenta; cussi se aspeterà la risposta. Credo questa sera, o domane malina, partiremo per andare a li alozamenti nostri. Non altro per el presente mi oc-core scriver a vostra signoria, lato le racomandatio-ne del reverendissimo Legalo, archiepiscopo Ursino et questi signori capelanei italiani; et io similmente di continuo a quella mi ricomando. Pesauri, die octava Mai. Post scripia. Non mi ritrovai mai ad uno tal zo^o in cotal scharamuza, qual è stala questa de eri. Potrà intender più ampiamente vostra signoria dal presente latore monsignor de Maz, qual se li è trovato insieme con noi, al qual non riucressa domandare el tutto vostra signoria de la cosa achadula 143 eri. De monsignor de Sisa non se poiria dir la lati -dia ha duralo in questo alare per volerli meler re- medio, el io insieme non li sono inanellato de far quello ho possulo, per far che li guasconi non co-melesseno tal erore ; però in questo ha più possulo che noi monsignor de Ambrcs el soi seguazi. Illustrissima Dominationis Vcstr