9 MDXVll, JIAItZO. 10 mese, sarano insieme a Cambrai. Scrive, haver ricevuto lei ere ili la Signoria nostra, di 5, zerclia le cose di Aquileja e Slrnsoldo con li avisi dii locotenenle di la Patria di Friul. Fo da la Christianissima Maeslà, comunicatoli il lutto, et dicendo farò ogni cossa al convento si die far di quotar questo cosse di Friul e venir a la pace con la Cesarea Maestà, e dimandò qual lochi deva più intrada, o quello lieti l’Impera-dor. Soa Maestà disse aver bona speranza che l'ada-terà le diferentie eie.; e come el va per la pace a questo convento con li do serenissimi Re, per aque-lar le cose de Italia e di la Signoria con la Cesarea Maestà. Et poi li disse aver nove, per via di Zenoa, dii Tureho, contrarie l’una a l'altra. Per una à che ’I Signor turcho era sta roto dal Soldan ; per altra che ’I Turcho avia auto el Cayro; siche havea piacer aver aviso di questo di la Signoria di qui. El Dot dii marchese ili Manloa, qual si inaridii in la Ila dii marchese di Monferà, neza di monsignor di Lanson cugnato dii Christianissinio re, per via ili dito monsignor insta la Christianissima Maeslà ajuti il ducha Francesco Maria ili Urbin suo cugnato; et che monsignor episcopo di Bajus orator pontificio, avia dito a esso orator nostro : « Vui seti insili de fastidio e nui seino intrati. » Si «spela il tirati bastardo di Sa-voja con li oratori sguizari vieneno a questa Maestà rt li foratissili da Milan ; et zà è /unti di qui do deputi di domino (ìaleazo Visconte, e lui é nove lige lontan di qui, e vien a la corte a inchinarsi a questa Maestà. Il Christianissimo re prepara di far uno presente a l’Imperador di una copa d’oro con zoje, di valuta ili scudi 40 milia. //era, si-rive aver scrito a Lion ai Bonvisi zerclia il pagamento di scudi 15 mi-lia per resto di “20 milia; di qual ha auto la cauzion dii rezever autentiche, la qual tegnirà apresso de si per non la perder, ltem, à ricevuto ¡etere di Londra, di l’orator nostro. Li scrive aver auto le soe di 27 con Io aviso di la reslitution di Verona, et copia dii provedador Griti che li mandò. 3 De Ingolferà, di sier Sebastian Justinian el cavaiier, orator nostro, date a Londra a dì 28 Zener. Come la Maestà di quel He, il Cardinal Eboracense et il reverendo.........erano iti a solazo per l’isola, e però non avea di scriver cose da conto, nè nove; pocho se intende, perchè solo quatro tra tano le materie e sanno le nove. A inteso clic l’orator dii Papa, è de li, à ’uto duplicate letere dii Papa con l’aviso di la pace seguita ctc., et Verona si ara a restituir a la Signoria nostra ; e che coinunichato questa cosa al Re, quello disse : « Ben, adesso si potrà atender contra infideli, a la qual cossa il Papa procura » ; el scrive zerclia le cosse di Scozia eie. lki Milan, di Zuan Jaeomo Caroldo secretar io nostro, di 26 dii passato. Come era stato con monsignor di Terbo secretano di l’illustrissimo Lutrech, qual non dà audientia per esser indisposto di reuma ; il qual secretarlo li monstrò le proprie letere aute di Pranza con li avisi di Fiandra, di Bruxelcs, di 4. Come la Cesarea Maeslà era andato a Bruxeles dal nepote re Calholico, ricevuto con grandissimo honor ; et che quel zorno in la chiesia di Santa Lucia cathedral era sta jurala la pace per l’Imperador con il Christianissiino re, presenti li oratori di Soa Christianissima Maestà. Il qual Imperador vene lì mollo honoralamente vestilo, zoé in chiesia, con la insegna di vellus aureum al collo, acompagnalo dal conte di Brexuit elilal conte di Virletnberg ; e simelmenle il re Calholico vene benissimo in ordine con la insegna al collo di San Michiel, che li de’ il Christianissimo re, acompagnalo de soi primarii. El poi dito una messa solenne dii Spirilo Sanclo, fo jurala la pace, ut supra, sopra il mesal et il Corpo di Cristo; et che ’I Cardinal Curzen-se fece una oralion latina laudando la pace seguita, et per parabola disse, locando il Papa, il re d’Ingal-lera e il Cardinal Sedunense, che hanno fato il lutto acciò la non sicgua, tamen la Cesarea Maestà l’avia voluta far per ben di la Christianità eie. ltem, il Cardinal Sedunense non era lì, ma si trovava a Metz, et che il re Calholico con monsignor di Clcvers erano molto aliegri di questa pace fata per mezo loro; el che l’oralor dii Papa, qual è uno Gimpezo da Bologna, el apresso l’Imperador havia fato mal ofìcio acciò non si fermasse, ni jurasse la pace ; il qual se intende col vescovo di Bajus e orator d’Ingaltera, sono insieme. Scrive esso secretario, aver inteso che a uno banchelo fallo in Bruxeles, dove fu l’Impe-rador e il re Calholico, si disse che il re d’Ingaltera 3 * havia fato ogni cossa con l’Imperador non si concludesse dita pace, e che soa Cesarea Maeslà parlò che la pace predila havia voluta far per ben di la Christianità. ltem, scrive esser zonlo li a Milan il Cardinal di Ferara, venuto per far questo carlevar milanese de lì con questi signori. Scrive, monsignor di Lutrech aver dito il re Christianissiino zerchava aver il Papa con lui, e nio’ il Papa zerclia aver il re Christianissimo. ltem, scrive, la dieia di Zurich è fluida, et è slà risposto a li oratori dii Papa, quali di-mandono 10 milia sguizari in aiuto di Santa Chiesia a so’ spese, e li hanno risposto saper che non bisognava, e non voleno risponder senza voluntà e sa-