MDXVII, GIUGNO. 384 ancor una fusla di Napoli di Romania armala, ussita con una patente di sier Nicolò Lipomano rcclor, fata questo Decembrio passalo, qual, judicha, non sia armata por bene alcuno, benché pare sia per rescalo di presoni. E per saper la verità, à scrito a Napoli a quelli rectori li daga inslruction particular di tal l'usta, et à il patron con lui in galia, et manda la propria letera patente, qual non se doveria far, vo-lendose conservar la pace con il Signor turcho ; nò fanno bene nostri a favorir e dar viluarie a tal py-rati, che sono assa’ fiate causa de inconvenienti. Dii dito, date a Corphù a dì 2 Zur/no. Arivaio eri de li con le (j galie, e trovalo le lelcre expedito di Candía dii passar di l’armala turche-scha, e cussi questa sera de qui sarano poste in camino. E inteso da li rectori, prima smontasse, non era corsari, pur manderà do galie a mostrarse sopra il Sasno per bon rispeto, e lui con il resto di le galie discorerà a quelli lochi vicini sino P ara altro comandamento da la Signoria nostra. Scrive si provedi di biscoti e sovenzion a quelle miserande e meschine zurme ben fìdelissime. Ita faclo la cercha a queste galie candióte et le lm trovate ben in ordene di zurme e balestrieri tutti armati prcetcr solitum, come si convien a galie armate. La galia fece tirar de li in (erra, e nel lermene la lassoe, et pocha spesa voi a conzarla, e con ducati 100 e meno si poria meterla sicura in aqua, e saria al proposito di conzarla, e al tempo di mandar le galie candióle a disarmar, cambiarla con una di quelle, che di la presente muda in duo non è più da navegar, e tanto mancho arsilii acbaderia mandar in Candía, essendo questa come nuova da potersi operar a lo armar. Di Candía, di sicr Marco Orio ducha e sicr Marco Dandolo dolor et cavalicr capitanio e Consieri, di 26 Marzo. Come, inteso l’armata tur-chescha esser ussita, tutti quelli zenlilhomeni si mesetto in gran fuga, e feno redursi tulli li zenlilhomeni in palazo, et parloe sier Francesco Bon, fo orator a la Signoria nostra, dicendo non esser biave in questa (erra, non esser arlellarie inzocbade, e concluseno voler far provisión el contribuir etiam loro a la spesa. Et hanno elecli 9, zoè C zenlilhomeni et 3 popolari ad exequir e ordinar le provisión per defensione di la terra, achadendo, a far condur le biave in la terra, et 4 altri zenlilhomeni con 4 exatori a far inzochar l’artellarie, el maxime questi 9 atenderano armar do galie, sier Piero Bon e sier Polo Querini, quali sarano armate fin 8 dì a la vela. La galia Pagana di la Cania è armala, et le altre do. sopracomiti sier Marco Dandolo et sier Marco Zen, si annerano etiam; et non hesscndo remi boni in le munizion, pur hanno fato di do uno e dati 150 remi per galia; siclié queste 4 si arme-rano e lutto sarà in ordene. Dii dito, di 6 Aprii. Come, hessendo zonto de lì la nave Semilecola, venula di Cypro, patron Andrea Negro, con formenli di raxon di la Signoria nostra, l’hanno retenuta de lì; e perché Borlola-mio Cagli non voi armar a Relimo per esser la galia, dice, mal conditionala, elexeno sier Marin Bragadin in suo loco per sopracomilo. Dii dito, di 9 Aprii. Come la galia Pagana di la Cania era expedita; sichè uno altro anno, havendo li coriedi, annerano 8 galie sopra quella isola con 220 spesa sol-uni di ducati 4000 se li mandi de qui; et sier Marin Bragadin par non voi andar per sopracomilo, perché dice dita galia bisognerà prima darli una bona conza. Ite di, scrive, hanno fato di-scargar de lì di la nave stara 400 fermento per far biscoti per il Provedador di l’armada dia venir de lì. Dii dito, di 11 Mazo. Mandano lotere aule dii duoha di Nixia e dii signor di Paro, e una copia di uno capitolo di lettre di Syo, di 15 Aprii, la copia di qual avisi sarano qui avanti seri pii. Dii dito, di 16 Mazo. Come non hanno potuto armar la sesta galia per non li esser zonli li armizi aspelavano de qui etc. De lì par sarà pessima saxon de biave, e questo per il vento ausimi zà più mesi de lì, che à desechà lulte li biave, et etiam li corpi humani. Però la Signoria scrivi in Cypro li voglii aiutar con mandarli fermenti, et loro li venderono de lì, e il trato manderano a la Signoria nostra, perchè di le biave erano de l’isola non sarà il viver per fino Septembrio; sichè bisogna far provision. Dii dito, di 17 Mazo. Come de lì su l’isola è gran numero di persone, et scrivono sopra questa materia di formenli. Dii dito, di 17, hore 20. Come hanno uno a-viso di l’armata turchescha per ¡1 ritorno di la gondola mandono a Scarpanto etc. Item, una letera di Scarpanto a li Corneri sci patroni, sono de lì in Candia, la copia di la qual sarà scrila qui di solo. Et avisali a dì 13 et 14 la dila armala turchescha passò in do squadre et va in Alexandria, et la barcha la vete passar; la qual à posto in terra 8 galie, e non fato danno alcuno, imo pagato tutta la roba hanno tolta lì a ... , dicendo haver auto cussi,in commission dal suo Signor non far danno a’ nostri.