103 MDXV1I, MARZO. 110 c di tanli personagìì come il re Christianìssimo, si | volano in questo tempo meler in ordine. Scrive, poi ; parlò esso secretorio a monsignor di Lutrech qual li disse in conformila, ut supra; e li disse aver aviso il Papa si lauda di le lanze mandale in suo socorso, e come ctiam l’avea scrilo a li capitani guasconi, è col duclia nuovo di Urbin, che sotto pena di rebelion e indignation di la Christianissima Maestà non si parlino; dicendo non sa che far più, e il Papa havea sospeto dii Re e di la Signoria : dii Re l’è pur chiaro adesso, e di la Signoria « ho tlitlo a questi soi, che legno la Signoria non faria alcuna cossa senza mia saputa, come voi la bona lianza col re Chrislianissimo ». Poi parlò dii signor Franceschelo, dii ducha Valentino et altri de’ pontìlì-cii, qual poi la morie di Papa è slà privi di loro stali. Et parlando uno di caxa Triulzi con monsignor di Scut lì in camera, disse Fiorenza poi la morte dii Papa muterà stalo, e il Triulzi rispose: « Poiria esser etiam in vita dii papa Fiorenza mutasse sialo». Item, scrive, è una 1 etera di uno homo d’arme, di 14, da Modena, qual è con le lanze vanno in favor dii Papa. Scrive a questi Triulzi, il Ducha verino era a Fossombrun e havia auto danari et dato una paga a In so’ zenle; sichè il Papa è in travajo. Poi scrive aver parlato con monsignor de Torbe zerclia Pabatia di Chiaravaie. Disse il Papa l’à data al cardenal Medici; et per li capitoli fati col Papa, morendo in corte, il Papa poi disponer. Item, scrive, monsignor di Lodeva, orator stalo a Roma, era passa per Mìlan. Di Verona, di sier Zuan Paulo Gradenigo provedador seneral, di 22. Come ha ricevuto do letere di la Signoria zercha prepari il tutto por far le fabbriche di quella terra : cussi exequirà. Item, scrive zercha sier Carlo Miani capitanio di Valcha-monicha, ut in litteris; e come con lo episcopo di Trento zerchava convicinar ben insieme. Da poi disnar, fo Pregadi per esser in maleria di riformar le zenle d’arme, et fo leto le soprascrite letere, exceplo quella di Costantinopoli di 10, di l’armada fa il Turcho, drizà a li Cai di X. Di Cadore, vene letere di sier Piero Arimondo capitanio, di 22, qual manda una letera di uno suo, scrive nove di sopra; et per il castelan di Butislagno ha aviso che quel capitanio di . . . tode-sco, nominalo . . . non voi si pratichi insieme, imo ha ordinà tutti quelli passino per quelli canali paghino cose musilate, e nui de qui non femo pagar nulla; et la letera è data a dì 19. Non dice chi scrive, nè dove data; ma avìsa, olirà la prima dieta fo fata, se ne fa una altra a Ynspruch. dove è l’Impe-rador con una rama, non sa qual sìa ; e sì dice sì manda zenle verso Trento per mandarle in aiuto dii Papa. Di Chiosa, di sier Andrea Lion podestà, di 59* osi. Come, per uno frale di l’ordine di San Dome-nego, venuto con una barella, qual partì Zuoba, a dì 19, di Pexaro, dice de le zente dii ducha Francesco Maria, e in Pexaro è resta fanti 1000, dove è penuria di viver exceplo che di vino; et si Francesco Maria havesse una l'usta, tegnerìa le vìluarie non venisse per mar in Pexaro, perchè per terra non poleno venir. Item, diio podestà manda una poliza auta dal suo explorator, è in Pexaro, qual li scrive, come il campo era fuora alozato 10 mia di la terra, e vicini uno di l’altro mia do, e a dì 19 fono a le man, e fo morti di quelli dii ducha Lorenzo 1000 fanti et cavali 180, et ogni dì scaramuzavano insieme. Quelli dii ducha Francesco Maria stanno a li monti, eque-sli non poi andarli cussi a trovar, el è fama siano per far zornata. Fo poi lelo una suplichation di Marco Memo qu. . . ., ciladin modoneo, qual è slà prexon dì turchi preso a Modon, et atesta il bon portamento del padre e richeza l’avea per depositimi di sier Piero Sagredo fo camerlengo a Modon, sier Andrea Bala-slro fo camerlengo a Modon, sier Fausti» Lipoma-no fo camerlengo a Modon, Francesco Dario era canzelier a Modon, e molli altri. Et fu posto, per li Consieri, darli l’olicio di......a Cerigo, qual vai ducali 40 a l’anno in zercha, suol dar il rezimento di Candia, sicome cl dimanda. E andò la parto, et fu presa. Fu leto una letera dì sier Bernardin Zane podestà di Axolo, come questo Avoslo fo asallà la Fiera da più di 80 armali, et con freze amazalo uno nominalo in le letere. Voi autorità li capi da 4 in 5 bandirli con laia eie. El cussi fo posto, per i Consieri, darli autorità di bandirli, ut in parte, con taja lire G00, et fu presa: 124, 10, 2. Fu poi lelo una letera di sier Bernardin da Riva retor e provedador di Cataro, di.. . ., qual scrive voria la confirmalion di cerli boni ordeni fali de lì per sier Piero Zen fo relor e provedador, suo precesor, videlicet pagar le bolcle et il modo. Item, di sali le mesurc, ut in eis. E ieta la dita ter-mination, fu posto, per li Savii ai Ordeni, la dita con-lìrmation ; et sier Piero Bembo, Cao di XL, volse la parte, con questo se intendi anche in Antivari questo inslesso ordene. Et andò una sola parte, et fu presa. Ave ....