283 MDXV1I, MAGGIO. 284 Liga, cl che diio Marchese saria a nostro proposito farlo capitanio zcneral, et clic l’avia promesso dar fidejussion e questo Stalo si poteva lenir sicuro; et cussi (fu) proposto la materia di mandar do di Colegio a parlarli per saper la cauzion ne volea dar, essendo liberalo. Disputa in Pregadi, sempre fu preso la in-dusia, perchè questo era il ben dii stailo nostro. Poi, a di primo Mazó, vene una letera di campo, di Pro-vedadori, che pareva Folegino fusse venuto stra-vestito di Manloa a parlarli, come la Marchesana aspelava 1200 lanze francese con 80 pezi ile arlel-larie, e le voleva alozar sul manloan, e quel Stato saria a la voglia di Pranza, però meglio saria liberar il signor Marchese, cli’e quello poi dar vinta la impresa lior in questo caldo. E aldi, Signori, li fali vostri; eli’è 150 in questo Consejo che non sa la cosa di tal liberafion. TTndc, fu messo di mandar 10 zen-lilliomeni per il Marchese e condurlo in Colegio, e cussi fu proso, per intender,pieno Collegio, la cau-162' zion ne voi dar; et cussi fo mandati, Ira li altri, missier Marco Gabriel consicr, che ’I vedo, e missier Jlironimo da Pcxaro. Il qual Marchese venuto in Colegio, si bufò ai piedi dii Principe, prometendo dar i doli, Stalo el quello si voleva per cauzion, et voi spander il sangue per questo Stalo contra francesi eie. Po poi tornii al Consejo et preso lassarlo e farlo ca-pilanio zeneral, dando suo fìol primogenito per ob-slaso eie.; fo gran disputazion. Parlò missier Andrea Trivixan el cavalier, missier Bernardo Barba-rigo, che vedo qui, e altri, non era da fidarsi de lui eie. Bor preso la parie, scrisse c mandò Lodo-vico da Pernio a Manloa perii fìol, c da l’altra banda scrisse non fusse mandato, e tramò a la fin col Papa, clic di Liljo lo dimandò a la Signoria e lui haria il fìol per obslaso; et cussi ge fu concesso dito Marchese. Il danno ne ha falò poi, vostre excellenlie 10 sa, per esser memori, che non vojo replichar. Et cussi, al presente, volemo, per opinion di questi durissimi padri, rilassar il conte Chrislofolo, qual rela-xalion sarà la ruina di la Patria, e lassar uno, il mazor nemico halli questo Slato ; uno crudelissimo capitanio per quello fe’ in Priul far cavar li ochii a quelli poveri; uno primo capitanio habi l’imperador, 11 qual non à altri, non il marchese di Brandiburg, non duca di Baviera, non ducha di Saxonia, ma voi questo conte Cristofolo. E per opinion mia, legno vi babbi buia voler perlongar le trieve per uno altro anno per aver la liberatimi dii dito conte Cliri-slofuro cugnado dii Curzense ; il qual Curzense à falò far la letera lui di bon inchiostro; chè ’1 re Ca-Iholieo non usa quelli vocabuli. E clic ’I sia cl vero, cl litoio ili la letera è: Illustri Duci Venetiarum, amico nostro carissimo, che il re di Spagna morto dava titolo di illustrissimo e non illustri. E che ’I sia el vero, in li salviconduti fali per questo re Catho-lico loti eri, dà di « l’Illustrissimo » per esser fata jusla i titoli soliti. Ma questa è letera fata far per il Curzense, ben sotoscrila per il re Calholico, perchè l’Imperador dà titolo a questo Slato Illustri, sincere, dilecte. Duci Venetiarum. Però, Signori, non è di aver tanta paura a dir le nostre raxon al Chrislia-nissimo re, sicomc il clarissimo missier Alvise da Molili disse cri su questa renga, che no ’I slargando, questi tre reali si sdegnerà, potrà esser causa di disturbo eie. Ilo Signori excelentissimi, il re Cliri-stianissimo, qual à ’uto il Stailo di Milan per imi; che la conservatimi di quello è mediante la Vostra Signoria; se sdegnerà quando li dirè le raxon vostre, come è stà ben nolade per l’altra letera lela, che dito presoli non dia esser lasado? A cussi, Padri excelentissimi, per opinion mia, dita lelera, ne la naration fata è stà per experienlia ben ditata et meglio consegliata ; ma la fin non mi piase, per il mio sentimento, per queste raxon, perché li Be dise 163 puoche parole. Come l’Oralor li farà lezer la lelera con la juslification è mal lasarlo, ma con la coda è ben slargarlo, subito il re Chrislianissimo dirà : sta ben sia slargato, el convegnirè slargarlo. Quello achaderà, aldi Signori, che da bon servidor vi dirò le raxon vostre. El conte Christoforo vi darà pieza• ria di todeschi di Fontego, chè non si toria altri, per ducali 30 milia di banche fale far sopra diti mer-chadanli ; sarà slargalo ; schamperà ; non poi venir a pezo dia pagar li danari, eh’è un niente; che hes-sendo fuora, cigliando venir in la Patria, stando a Gradiscila e Maran, che si ilice l’Imperador gc l'à donali, vi farà spender li 30 milia ducali. Poi, Signori, vorè vii’ desfar li mercanti di Fonlego, eh’ è quelli hanno auto tali privilegii in questa guerra, licei si sia stà conira l’Imperador, perchè questi mercadanti todeschi e utel vostro, debitori vostri parliculari, non li porè aslrcnzer? Poi vegnirà le- lere di reali, e averè pacicntia e sarà perso 1’...... e sì degno capitanio, che farà tanto mal per vendicarsi, e li danari, Signori excelentissimi. E che ’1 sia el vero, voio adur uno exempio, che de simili-bus ad similia è da intender, Beraldin fo preso in questa guera, ciladin padoan, era in li Cabioni over presoti, dele scgurtà di ducali 1000: uno suo suocero per ducati 500, clic poco più havea al mondo, e uno altro, che ge havea fato le spese in presoli, per altri ducati 500. L'ssilo di presoti con promission non si