429 MDXPC, FEBBRAIO. 430 lamone, Vostra Serenila bavera el tulto inteso. Niente di meno, per esser successo tal caso nel te-ritorio per quella a me comesso, aziò cum impiliamone alcuna mai possi esser ripreso, per questo breve denoteroli quanto è ocorso. A dì 2G del mese passato, 4 naye turchesche da cheba, videìicet una de bole 400, l’altra di 300 et le due de 200 l’una levale da uno scoglio sotto vento de questa insula verso sirocco chiamalo Cufognixo, cum una altra lor conserva de bole G00 navicando a loro viario, hebeno vista sopra capo Salamone de una barza de corsari che voltava, qual turchi per il meglio li parse de inlrare in porto Paleocastro a dito capo lontano de Scylia miglia 12, et cussi feceno le 4 nave menore; la grande non potè et scorse al primo loco de dove era levala. Il corsaro tenuta la lor volta, vene a sorzer a una di le boche dii porlo; qual cosa da me immediate inlesa, per la bona pace ha Vostra Serenità cum la excelentia dii Signor turco, mi parse cavalcare in persona, et andai a dillo loco, dove per esser sorte dite nave per uno miglio e più lonzi de l’insula, mandai alcuni nobeli da conto cum el mio canzeliero a quelli, sì in visilalione sua, come in offerirli tulto quello che per loro far potevamo in terra, perchè in quel loco che erano da noi ajuto alcuno sperar non potevano se qualche adversità li intravenisse, persuadendoli, per esser el tempo bono da maistrale, che meglio per loro saria il tornare adrieto in Alexandria che star in quel loco, perchè el fermarsi de quel corsaro cussi non se poteva altro judicare che male, maxime per non si veder aver la sua barca grande a far li soi servilii, ma so-Imi el copano, che era da creder haverla mandata per qualche altro socorso. Li fu risposto per li capi loro, zoè uno canzeliero dii bassà che governa el Cayro, mandato a la Porta cum mollo thesoro de lor mirale de l’Egypto, et uno altro ciausi dii Signor, che è stato al Cayro a luore 7 mori mercadanli richissimi per menarli a Constantinopoli, tra quali vi era quel Nalrachas tanto famoso et nolo, et maxime per la ruina de le Brulé, quali tuli simel-mente erano ivi cum grande bavere, che di lai corsaro poco se curavano, et sohm viluarie li faceva mestiero. Unde lici condur tulio quello che seppeno 233* adimandare, et forno forniti per bon merchato. Mi parse etiam, perchè continue dubitava di loro, el zorno sequente rimandarli ditto mio canzeliero a veder se cosa alcuna li bisognava. Ricliieseno voler mandar do lor homeni al clarissimo rezimenlo in Candia, per esser sufragati cum due galie. Et cussi a dì primo dii presente scrissi in bona forma a sue magnificenlie; et date letere a’ diti lor messi, acom-pagnati da’ nostri se ne andorno. A dì 5, da malina, furno vedute due vele per le guardie nostre lenir la volta del capo; unde io judicando quello era, feci meler in ordene da EOO homeni et più, et solo bon governo de assae gentilhomeni, et precipue dii no-bel homo missier Francesco Barbarigo fo di missier Anzolo, li mandai a Paleocastro, comelendoli che se intravenisse fuga alcuna de essi turchi et mori in terra, quelli cum tulle sue robe dovesseno conservar indemni et defenderli da cui li volesse dar molestia, el etiam prestarli tulli quelli ajuti che li l'us-seno adomandati da lor possibili da esser facti, cum farli intendere de lai subsidio da terra, aziò tanto più virilmente da l’inimico difenderse potessino. Su l’hora di sexta, intrò nel dito porlo una barza grosa et uno galione venuti da lìhodo, benissimo in ordine, et cum l’altra che vi era per avanti se acostorono a le nave turchesche per uno Iralo di mano, quale, per li avisi nostri, tutte redute insieme et fatte due bande se haveano messo al possibele in porlo; et cussi da quel bora lino al tramonto del sole fu combattilo asprissimamente cum l’artelaria, tal che, per quello se dice et fu veduto, da una parie el l’altra sequile gran strage et mina de lor navilii. La sera tandem essa nave majore turchesca, de valuta ine-xtimabile, fu balula a fondo in passa 30 de aqua, cum la quale assai se anegorno. Cessato il bombardare a le due bore di note vel zerca, essi turchi et mori montati lutti sopra uno de li altri tre navilii et tagliate le gomene andorno in terra, et cum poco lor bavere solile scapolati, apicorno foco in dilla nave. Qual cosa vedendo essi corsari, mandorno a terra una lor fusta et barche armate cum assae homeni per prenderli ; ma per nostri, che già haveano il tulio antiveduto, et messi essi turchi et mori in loco sicuro, li fu risposto gagliardamente, imprope-rando etiam lor tcineritate de haver roti et violati li porli di la Serenità Vostra. Et cusì per tal nostro presidio et provisione tulli i rimasti superstiti di tal excidio incolumi, cum optima compagnia qui in Scythia forno menati, dove universalmente a lutti li è stà fatta quella acoglientia et previsione a tutte 234 lor necessitato che loro a loro proprii ne li soi lochi far non haveriano potuto. Scapolorno li prediti capi, il Nadrachas cum altri 3 di quelli merchadanti et 3 se anegorno, quali sono stati qui fino a lo zorno presente per expectar la deliberatimi dii clarissimo rezimenlo, o che per mare, over per terra in Candia andar dovessseno, qual commetè debiano andar | per lerra. Et cussi a poco a poco sono inviali, et di-