211 MDXVIIl. NOVEMBRE. 212 112 Da poi disnar, fo Consejo di X simplice per par-tir li salarii di Alberto Tealdini el Zuan Piero Fiora-vante, qual registrava le parie di Pregadi, che sono morii poco è, el parlino ducati 210 in ... . seere-larii solamente de 50, che vi sono, tra i qual ducali 25 al Caroldo, è a Milan, 16 al Rocha, 16 al Buse-nello, 12 al Barbatela, 12 al Franceschi, 12 al Cornili, 10 a Zuan Bernardo e il resto a li altri. Fo cresSuli alcuni quali non si faticano in la canzclaria; et a Zuan di Vido li fo crostilo ducati 10. El il Colegio di Savii si reduseno, et l’oralor di Franza fo in Toresela per parlar col conte Chrislo-foro Frangipani intervenendo Zuan Paulo Manfron per la liberation di Julio suo fio), el feno poi certo acordo di farlo venir a Verona, et zonlo sii in Friul dito Manfron dagi ducati 400 al conte. Poi a Verona, quando esso oralor di Franza, che ’1 dia andar per esser con li agenti cesarei, debbi esser judice dii reslo. A dì 18, la matina fo ¡etere di Hongaria di sier Alvise Bon el dotor, orator nostro, date a Buda a dì 25 Octubrio. Come manda una le-tera aula dal vescovo di Batia, è a la dieta. Altro non sa di novo per non vi esser alcun da negoliar. La qual letera è data a di 19 a Batia, et è in risposta di sue di esso Oralor li ha senio non haver alcuna nova di cosse turchesche, e lo ringralia. Dice aver comunicato questo al Re, et ringratia molto. Et scrive poi uno capitolo dii sotoscrilo tenor ; el qual capitolo, per Colegio, fo mandalo a Roma, Franza, Spagna, Anglia et Milan a comunicar, e fo mala opinion, per mio judicio, perchè fa ritardar le provision in caso li principi chrisliani volesseno far in materia turchesca. Excmplim unius capi tuli contenti in litteris reverendi episcopi Batiensi in Hungaria, datis Bathice die 19 Octobris 1518, ad Ora-torem venetum apud serenissimum Begem Hungarice Buda existentem. Convolili»dissolulus esl ; facla quasdatii ordina- lio de regno adminislrando, qua? qnalem progres-sum sit habilura nescio. Venil cursor a Turco pa-cemque atulit nondum satis scio acceplandam ne an reiciendam, id quod brevi dèdarabitur. Maiestas regia prope diem Budam estreditura. Cupio magni-ficenliam vestram recte valere, et summopere gau-det quod melius habere cceperit. Da poi disnar, fo Colegio di Savii, e fo grandis- 112 ' simo vento. A dì 19. Fo gran pioza e l’aqua granda, et pochi di Colegio srreduse. Di Roma, fo letere di l' Orator nostro, di 14, et vidi letere particular con questi avisi. Prima, le cosse di Zenoa fo vere et feva quella mo-tione, et era capo il vescovo di Ventimiglia di caxa Fregosa. Scrive, sperava di mandar li capitoli de la liga fala tra il Chrislianissimo e il re di Anglia, come l’à facto di tulle altre confederalione è sia fate, essendo de li oratori Ira li principi chrisliani, zoè li secreti; ma uno suo amico, dal qual sperava di averli, li ha ditto il suo mazo di letere esserli stato aperto e tirato fuora li capitoli. Ha inquirito per altra via di averli ; li è sta afirmato non esser sta ancora mandalo de qui. El el reverendissimo Eboracense non voleva far questa confederalione particulare se non si faceva una pace universa! el perpetua ; e a queslo il Papa rispose che li pareva e si poteva praticare una treugua universale, overo pace, ad tempus, perché questa si concluderà, e questa universale non è stala conclusa. El alcuni principi non hanno mandalo la sua procura, overo mandalo, salvo il Papa, qual è slato conditionato, zoè che ’I debia valere in caso che tulli li altri principi manderano il suo; quod factum non est. Scrive, di la petizione ha fato far al Papa il Calholico re per le publice se intenderà, e si potrà intender a questo le promesse hanno faclo li Eleclori zerciia la eleclione dii Re di romani, non e li è altro remedio che diferir redursi a la dieta, e chi potrà far queslo obslerà a la eletione, e chi voi proveder bisogneria empir la gola di eie ■ ctori, aziò non andasseno a la dieia. Questa è cossa di grandissima imporlanlia, di’è molli centenara di anni non è siala la simile, ma male intesa el glosata per li principi a suo modo, e resterano inganati. Il Pontifice è restalo molto salisfato di la recu-peralione dii suo capitanio Paulo Vilorio, fu faclo prexon da’ mori; e tutta la corte li ha parlalo di questo honoralamenle. Iteri, è zonlo lì uno orator dii serenissimo re di Poiana; l’à visitato, li par mollo inepto. Scrive, lì a Roma si alende a canoni-zare santi. Venere in Concistorio fo ledo il processo dii beato fin’ Francesco di Paula, auclore di la religione di frali Minimi di l’ordine di San Francesco, poi in uno altro concistorio si publicherà per santo, cussi procuratile il Chrislianissimo re. Da poi cano-nizerano per sancto Io arziepiscopo Antonino di Fio-. renza, di l’ordene di Predicatori, il qual avea avan-tazo, per esser sialo, come è il Papa, fiorentino.