197 UDXV1II, NOVEMBRE, 198 che temeva che li ueelli che volavano per 1’ aere non gli la rapisse. Hora, intendendose che ’1 prelato signor Joan Jacomo era retenulo ; tenendo lui per fermo che ’1 fosse morto, come dal vulgo fo anche ditto, vene in una fernesia tanto estrema che inai restava de dolerse. Determinando non viver più, poiché il suo signore era manchato, non gli va-104* lendo conforti de la discreta et prudente moglie, né de suo cognalo in parte alcuna, et tandem Sabato matina essendo andato fora ditto suo cognato, mandato anche certe altre donne fora, lui serò la casa et andò a trovar la innocentissima Regina dicendo esser tempo de morir, et che morendo lui voleva amazar lei aziò eh’ altri nou l’avesse a goder. Dove epsa cum parole amorevele cercava removerlo da si fiera opinione. Ma non valsi) el bel dir, che ’1 sceleralo, preso uno pugnale avenenato in una eevola, percosse la castissima moglier nel sinistro fianco, dando una ferita a lei et una altra a lui medemo, et reiterando quatro per cadauno, di sorte eh’ essa cascò in terra dicendo esser morta. El lui audita tal parola, mise il pugnale per la potila nel suo petto et se lassò cader sopra el corpo de la semimorta donna, quale era gravida de sei mesi, et subito morì. La cognata el altre de casa, sentendo el strepito, chiamate le vicine, corsero al rumore, et aperta la porta, trovò lo inhumanissimo stratioto morto, el la belissima donna che tutta -volta era per morir. Così revolto de sopra et fatto medicar lei al meglio se possete, perché per spaciata se teneva, fece sepelir lo furioso uxoricida; el lei mandato chiamar el sacerdote se confessò, et devotamente tolse tulli li sacramenti de la ecclesia come vera et perfetta christiana, perdonando al matto stradiotto, parlando de lui acostumatamente, cum dire che così haveva permesso la sua iniqua stella, recomandando al fratello et cognata la povera sua figlia, et tante belle et degne parole gli usciva da la castissima bocha, che ogni uno como-105 veva a lacrimar. Visse la delicata donna tutto el zorno, ordinando cum gran prudentia tutte le sue cose, et maxime che ’1 suo corpo fosse portato a la ecclesia de Santo Zorzo apresso quello di! capi-tanio Piero Barzi suo primo marito, dal qual diceva esser sta unicamente amata et onorala come degna moglier. Et facto questo, la sera, a hore do di nocle, rese la anima al summo Creatore cum pianto non solum de tutti li soi, ma de lutti quelli la viderno, el che conosceva el valor et beleza sua, quale ad judilio de quanti l’hanno cognosuta era più presto divina che umana, ultra li delicatissimi modi et co- stumi soi pieni de onestà et boni exempli. Io, ha-vendo inteso lo amaro caso molto tardi, non liebi gratia de poterla veder viva, che molto me dolse; la vidi ben morta che era mollo deformata, maxime perché la creatura gli era prima moria nel ventre. Dio liabi misericordia a la sua anima. Mantuce, die tertia Novembris 1518. A dì 11, fo San Martin. Fo gran pioza. Vene jo6’> uno oralor dii marchese di Mantoa, domino Donato di Preti, scusando il suo Signor se fin questa hora non havia saldalo 1’ oficio dii Sai di quanto era debitor per conti vechii, et che al presente li danari erano presti, el porloe ducati 1200; sichè restava a dar, per resto, ducati 700, qual li daria per Pasqua. II Principe li fe’ bona ciera, calzandolo assai. Stele alcuni zorni qui et poi ritornò a Mantoa, ben visto et charezado da questo Slado. Da Milan, fo teiere di Zuan Jacomo Ca-rotdo secretario, di 7. Come eri monsignor di Lutrech partì di Vigevene con pioza, et a Biagrassa disnoe; poi veneno rasonando insieme. Li disse esser venulo eri uno zentilhomo dii duca di Loreno, va a Roma, qual è stato in lerre di sguizari et ha gran amicitia. E come sa 4 cantoni voleno esser col re Christianissimo, et sa perché tiene amicitia con il suo Ducha per la zornata de Lansi. Item, di la dieta di Alemagna, li ha dito il suo Ducha aver in nota la risposta à fato li Eletori a l’Impe-rador zercha far il re Catholico Re di romani : come si doleno di Soa Maestà voy nonciarsi la morte, e luta l’Alemagna si dòleriano quando l’achadesse; laudandolo assai, e voriano più presto loro morir. Ha tenuto la Germania et l’imperio con pace et ho-nor, e però Soa Maestà atendi ad altro; ma seguendo il caso di la soa morte, barano a mente li soi meriti, el elezerano Re di romani, laudando mollo la caxa di Austria. È rimessó a un’altra dieta di Franchforl questa Quaresima, ma, tien, non si redurano. Il ducha di Saxonia partito in disacor-dia con l’Imperador per uno capilanio Francesco .. . . , qual havia fato danni in Saxonia, dicendo esso Ducha lo vorano castigar, potendo aver in le man ; sichè dito Lutrech tien questo sia vero et li avisi di Roma esser falsi. Item, uno altro, vien di sguizari, come li à dito il Zeueral di Milan, riporta sguizari darano quanti fanti vorà il Re e i capitani, e voleno perseverar la confederation con Soa Maestà. Item, dii suspeto di Zenoa non è nulla. Mon- (1) La carta 105’ è bianca.