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MDXVHI, SETTEMBRE.
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      Siei* Ambruoso Conlarini, fo camerlengo di Cornuti, di sier Andrea . . C2.126 f Sier Zuan Batista da cha’ da Pesaro, fo auditor nuovo, qu. sier Alvise, qu.
      sier Luca procuralor.....104. 88
      Sier Gabriel Barbo, fo podestà a Castelfranco, qu. sier Pantalon. . . . 56.137 Sier Zuan Marzelo di sier Donado, qu.
        sier Antonio, da San Pantalon . . 63.127 Sier Beneto da Mosto, fo a la Becharia,
         qu. sier Piero, da Sancto Apostolo. 41.150 Sier Zuan Corner qu. sier Alvixe, qu.
     sier Francesco ....... 66.128
      Sier Cornelio Barbaro, è zudexe di Procuratori, di sier Alvise, qu. sier Za-caria cavalier procuralor. . . . 64.128
       Noto. Come ozi fo in eletione in Pregadi sier Lorenzo Loredan el procurator, dii Serenissimo, che più non fu fioli di Dose in eletion, che per parte è privati ; tamen per esser procurator con honere et honore poi andar in eletion, e tolse Savio ai or-deni sier Andrea Loredan qu. sier Bernardin.
        È da saper, eri da sera partile di questa terra don Hironirno heremita stava a la Trinità, havia gran concorso di confessar ; va a star in Ancona al suo remitorio, et mena con lui sier Nicolò Morexini qu. sier Balista, qual vuol esser heremito con lui, et uno maestro li stava in caxa; et poco è sier Fe-rigo suo fradelo morite, qual era di anni 22, etiam voleva andar remita ; e l’altro fradelo, sier Hironi-rno, è vestito frate a San Spirito. Hor dito hererailo ha porta tutto il suo via et starà in Ancona ; voi compir certa inlrata al suo monasterio e starsi devotamente.
 prele per liberarlo, et operò in tal modo, usando tal parole : « Figliol mio, si tu voi far a mio modo et quello io te ordenerò, me offerisco operar che tu ha-verai l’intento luo et satisfarai il tuo tanto ardente desiderio ». Il prete avido rispose una bora parevagli mille anni; unde la sera di quel giorno nel quale fo fato simel parlamento, poseno ordene andar insieme fora di casa circa le doe ore di notte. Pervenuto il tempo, ussiti di casa si voglie la maire verso il prete suo figliolo et dissegli : « Figliol mio, si tu voi conseguir il suo tanto desiato voler, el fa de bisogno che fazi (ulto quello me vederai a me, tua madre, adesso in tua presentia fare, et sol per tuo bene et per dar quiete al conquassalo animo tuo. El ditto prete curioso de fato disse : « Maire, expedi’ il parlamento et longo dir vostro. » Allora essa cominciò a dir :
 « Figlio mio, el bisogna che lu renegi la fede de Cristo, il baptesmo et tulle quante quelle cose ne le quale crede la chiesia de’ chrisliani ; el che prestamente lui fece. Da poi essa maire si tolse una croce di seno et dandoli suso di piedi, disse : « Figliol mio, di anche lu così. » Il che fatto dal prete, la dita maire ancora si tolse uno bossolo di seno, nel quale era uno cerio unguento, et pigliò doi bastoni et onseno et subito si trasformorono in forma di doe capre, et levate in aere forno velocissima mente portali sopra uno altissimo monte, ne la cima dii quale odiva mirabile armonia di suoni, di canti. Et presentato di-nanli a uno el quale sedeva sopra un tribunale alquanto eminente con una barba rosa, vestito di veste longa di veluto negro, la qual pendeva fina in terra, con una bareta anche epsa di veluto secondo al presente usasi, dai lati dii quale sedevano molli suoi baroni, il dito signor lo inlerogò quello lui voleva, et esso prete rispose: « Signor, voglio essere vostro in anima et in corpo»; et in testimonio et con-firmalione di ciò, gli fece far tutte le predilte cerimonie, la quale sua matre gli fece fare per avanti. Et poi lochala la mane al signore et agli altri soi, ditlo signor li donò uno bossolo di unguento per ungere per l’avenir il suo bastone, et a presso li donò una certa polvere, la quale dovesse gilar sopra quella dona che lui amava; la qual Ire volle gielada, hebe il suo intento. Ancora gli consignò per soa morosa una giovane di forma elegantissima et di belleza formosissima, la qual era uno demonio; ma a doe cosse epso prete cognosceva questa tal essere demonio : primo, perchè hanno fra le dite la pele come hanno le oche, et in testa doe picole come. 11 che dimandando il prele un giorno fra gli altri domesticamente a questa soa morosa, perchè a lanla belezaera agionta
.13	Exemplum.
          Queste sono alcune risposte, le quale da un certo prele retenuto ne le strette sotto la podestà di monsignor nostro de qui, ad alcune inlerogatorie et ar-ticuli a lui proposti. Et primo, in che modo lui de-venlò strigo el chi ne fo cagione. Risponde essersi già diece anni inamorato in una, et per quella sentendosi morir, et non possendo satisfare a l’apetito et volontà soa, continuamente suspirando giemeva per modo che ’1 non poteva mangiar, nè bever, nè dormir; dii che dolendosi sua madre di tal suo cru-ciamento, la quale era striga et in tal arte molto experta, quantunque il dillo prele suo figliolo non sapeva, prese audacia de manifestar tal cossa a esso