201 MDXV1H, NOVEMBRE. 202 e l’opinion dii signor Ianus etc. Disse di Corfù eie. Fo laudato de more dal Principe. Vene domino Zuan Paulo Manfron condulier nostro, dicendo, suo fiol lulio, eli’ è prexon dii conte Bernardin Frangipani, non è sta lassato per non aver voluto la partida in banco di ducati 800, et disse che l’havia in contadi diti danari, et li portò in Co-legio in uno saco. Unde per il Colegio fo mandato in Toresele per uno seeretario a dir di tal danari, e dito Conte li tolse, facendo relassar esso lulio Manfron. Rispose, el Conte era fiol dii padre, e di questo non se impazava, e si mandasse a dir questo a so’ padre. Et l’orator di Pranza, con voler dii Colegio, fo in Toresele a parlar a dito conte Christoforo, qual li scrisse pregandolo venisse a parlarli. 11 qual Conte li disse che per li capitoli di la Irieva doveva esser posto in libertà, e lui andasse sopra la sua fede prexon di Pranza ; però pregava esso orator facesse liberarlo. Il qual orator disse non havia di questo auto alcun ordine dal Re, e li scriveria, et zà havia scrito et aspectava risposta. Da Milan, dii Secretarlo, di 10; di Franga di V Orator, di primo; et di Anglia di V Orator, di 25 : il sumario sarà qui soto scripto. 107* Da poi disnar, fu Gran Consejo. Fato capitanio di le Saline di Cypri, ch’è .... volte è stà fato, et niun passoe; hora rimase sier Alvise Badoer, fo Cao di XL, qu. sier Jacomo, qual è stato do altre volte in rezimento di Cypri, zoè castelan a Famagosta, et.... Et suo fradelo, sier Sebaslian, etiam è stato tre volte, zoè al presente Consier, è stato castelan a Zerines el. . ., et fu fato retor a Tine Micone. Et camerlengo di comun, e niun passoe. Provedador sora i officii, ch’è stà fato . . . volle, e non ha passà, rimase sier Piero Balbi, è di Pregadi, qu. sier Be-neto, perchè in dito officio hora si avadagna assai, atendeno a scuoder debitori di dacii di Terra ferma con pena eie. A dì 15. La matina, in Colegio nulla fu da conto. Da poi disnar, fo Pregadi, et subito reduti, fu posto, per li Consieri, una letera a li rectori di Pa-doa, dagino il possesso dii canonica et prebenda di la chiesia dii domo di Padoa, vacado per la morie di domino Alveroto de Alverolis, per il regresso et renoncia fece a suo nepote domino Julio de Alverolis, ut in parte. Fo balotà do volte, ave 101, 8, 6. Iterum: 116, 8, 11, et fu presa. Questo è il canonica che si voleva dar il pusesso al Marchadeli, et per causa di sier Trojan Bolani, per suo fiol, fo intrigato ; hora essendo per renoncia et regresso se li dà. Fo leto una letera di sier Nicolò Venier podestà di Ixola, di 29 Octubrio. Di certo caso seguito per uno Zuan di Gorizia, qual, venuto con pre’ Chimento de lì, di cerla villa, alozalo da lui, la noie con una manara andò a leclo dandoli più feride e con uno cortelo, sichè ’1 morite. El questo feze, perchè havia fama aver danari : caso atrocissimo etc. Fu posto, per li Consieri, darli libertà di meterlo in bando di Venetia, terre e lochi etc., con taia vivo lire 800, el lire 500 morto, e li soi beni confiscali etc. Ave 6 di no, 144 di si. Di sier Sebastian Moro provedador di l’ar-mada, date in galia a Corfù a dì 25 Octubrio. Come, a dì 6 dii mexe partì di Candia con el signor Janus di Campo Fregoso, et andò a Napoli di Romania azió vedesse quella terra. A dì 8 zonse, et visto la terra, ditto signor Janus li piaque assai, dicendo saria cosa da uno signor che volesse molestar il Signor turco da mar et da terra, e tien sia fortissima, facendoli poca spesa di fabrica. El zorno da poi si levò, vene a Cao Malie, trovò le galie havia lassato a la custodia el ne lassò tre candiote, et una pur candiota menò con sì per poter, per essa, mandarli la licentia dii suo disarmar, qual teniva averla auta da la Signoria nostra. Ma non l’avendo trovata a Corfù, li à parso il meglio mandarle tulte quatro a disarmar; e cussi à fato. Le do galie andono a Schyros e Schiati per exequir quanto li comisse la Signoria nostra, erano ritornate a Corfù dicono aver 108 recupera di una fusta di Rodi 6 turchi haveano presi, et cussi esso Provedador li ha mandati ad Argos de dove erano, aziò quelli vedano le bone operalion fa la Signoria nostra verso i subditi dii Signor turco, i quali fono presi di la fusta sora Andre. Et scrive poi, esso Provedador è stalo al Zante et la Zefalonia, et visto quelli lochi. El signor Janus li lauda di for-teza, ma non è fato li fianchi a le mure, come si doveria ; per il ehè à deliberato mandar uno di mureri, è lì a Corfù, per questo efecto a la Zefalonia. E lauda molto sier Piero Foscolo provedador. Scrive, quatro terre bisogna la Signoria fortifichi : Famagosta, Candia, Napoli et Corfù, et non si vardi a spesa, che etiam con li danari de quelli subditi abitanti sarano fortificate. Et sopra questo scrive assai, scusandosi si ’I parla tropo di questo. Corfù et Napoli con poca spesa si fortificherà. El signor Janus, qual vien a la Signoria nostra, dirà il tutto, e lo lauda assai ; qual à inanimato quelli subditi, e l’alo boti officio lai sua andata. Scrive, voria licentia; è stalo mexi 30 fuora,