381 MDXIX, GENNAIO. 382 rao Spalatura consolo nostro in Messina, per esser più propinqua a Saragosa. Di le galie nulla se intende, videlicet di Barbaria. Scrive, la lelera va al Viceré di Sicilia, avisa è sia electo domino Héctor Pignatello conte di Monte Lione dal Calholico re, qual è sta confirmato per anni 3; e la moglie contessa e madre con una nave passerà in Sicilia. Item, si recomanda et comemora la sua cosa. 206 Noto. In le telerò di Roma è uno capitolo, par sier Pelegrin Venier vengi via di Palermo por venir a Venecia ; si aspetava a Roma, come ha letere da’ soi fradeli a lui diredive. Di Feltre, di sier Agustín Moro podestà et capitanio, di 19, fo letere etiam con l’aviso de la morte di 1’Imperador, come dirò di soto. A dì 21, la matina, fo letere di TJdene, dii Locotenente con l’aviso di la morte predila, come dirò di solo. Di Hongaria, di sier Alvise Don el dotor, òrator nostro, di 3 Decembrio. Come de lì a Buda non è nova alcuna. Ha mandato el suo secretario dal reverendo Vasiense per saper qualcossa da poter avisar ; li disse nulla aveano. Solum era sta manda a chiamar li prelati e baroni per questa Epifania che vengiiio a la Dieta, dove si tratera la risposta se dia far in materia de la pace col Signor turco. Item, esso Orator scrive sia manda il successor, over siali dato licentia aziò non slii in questa legation perpetuo; non dice relegation ch’é più presto, aciò non muori per li dolori di fiancho ha, el non ha medico, ni medicine. Di sier Sebastian Moro provedador di Varmada, data in galia a Zara a dì 8. Come ha compito di aver li homeni, non però tutti al numero scrisse, e col nome di Dio in quella ora si lieva tuie tre le galie di Barbaria et quelle acompagnar etc. Vene in Colegio sier Andrea Grili procurator. . Da poi disnar, fo Pregadi per revocar la delibe-ralion fata zerea l’oralor dii Turco expedilo, et alcuni di Colegio voi far la mia opinion, zoè mandar uno secretario, et-di questa opinione è il Doxe sopra tutti. E per esser una letera dii Baylo nostro di Constantinopoli, di 17 Novembrio nel Consejo di X, fo ordenà far Consejo di X con la Zonta, el prima si redugino in Pregadi, redursi dito Consejo in Camera di l’audientia, et tuor licentia dal Consejo di lezer tal letera al Pregadi, per esser necessarissima intender per la deliberalion si ha a lar ozi. Et cussi si reduseno et deliberano lezerla. Et in questo mezo li Cai di XL fono a la banca, e il Can- zelier grando fe’ lezer le letere et tuor il scurtinio di uno savio a Terra ferma per balotarlo, si ’I sarà tempo. Di Vicenza, fo leto la letera di rectori, di 206 * 18, hore 16. Come domino Nicolao da Porto e fra-deli erano venuti da loro, et monstroli una letera hanno auto da Trento da domino Antonio da Tiene loro cugnato, qual avisa la morte di la Cesarea Maestà; pertanto parendoli cossa de imporlantia, manda dita lelera. La letera é data a dì 16, in Trento. Avisa come era venuto una stafeta a hore . . , a quel reverendissimo monsignor, por la qual si ha l’Impe-rador esser passato di questa vita ; per il che de lì si siano di mala voglia; unde li ha parso svisarli subito, el se li par di monstarla a li rectori, dicendo é servitor di la Signoria. Di Verona, di rectori, di 19. Come haveano auto letere di Trento, di uno ciladin di Verona qual è a Roveredo, per le qual avisa la morte di l’Impe-rador el manda la letera. La qual letera è di 17, scrita per Zuan Jacomo da Ten. Come era zonto una posta al Capitanio de lì, per la qual si ha la morte di l’Imperador a dì 12 dii mexe, a mezodì, in una tera si chiama Linz. Scrive, li ha parso dar questo aviso a essi rectori per esser de importantia, e starà ancora 3 zorni lì per avisar, et manda el suo famejo a Verona a posta con dita lelera. Da Feltre, dii Podestà et capitanio, di 19. Come era venuto de lì uno Nicolò fiol dii Cardelo foraussito, qual parte de Ivan, dove quel Capitanio feva far una festa ozi ; et essendo su la festa, li vene una lelera, qual leda, fe’ subito desfar la festa, el era la morte de l’Imperador, et le’ ordenar di far Con-sejo eie. Di Udene, di sier Lazaro Mocenigo luogo-tenente, di 18. Come in quella matina era venuto lì uno Paulo de la Porta, el qual sta in Tolmin ; li ha dito esser passa uno todesco de lì, qual li havia dito la morte de l’imperador; per il che, licei non la creda, avisa la nova l’ha. Fo lelo il capitolo di quel todesco scrive a uno suo compare. Come à ’uto letere, di 17, da Vila-cho, de la morte di l’Imperador a dì 12; non dice da che mal, nè dove sia morto. Di Pranza, di V Orator nostro, date a Paris a dì 8, venute l’altro zorno. Come parlò a monsignor Ruberie!, qual li mandò a dir h havea da parlar da parte dii Re, et li disse la Christianis-sirna Maestà mandava a la Signoria monsignor di Telegni, et li monstrò la comission, qual era aziò comunicasse et si conseiasse con la Signoria eie. di