Ili
MDXVI11, OTTOBRE.
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    rosque omnes ejusdem prosequimur, ob iniimam confederalionem atque indissolubilem unionern quie nobis cum eadem Majeslate Vertra inlercedunt, ut quicquid accidat in utraque fortuna commune seni-per exislimemus, toloqne cordo cujuscumque sor-tis participes eflìciamur. Cum igitur a magnifico oratore Maiestatis Veslrse Christianissimae apud nos agente et litteris oratoris nostri iliustrissimam ejus primogenitam natura concessisse acceperimus, non potuimus profecto cum Maiestate Vestra ad prre-cordia usque non condolere. Nihil enim bis temporibus majori mestilia nos afficerc magisque animum nostrum premere quam hic inexpectatus casus po-lerat. Veruni enim vero cum hoc inevitabile et naturale consideremus, comperlissimum tenemus Ma-iestatem Vestram sapientissimam Divina; voluntali cessuram, qumn prasertim ejus illustrissima nata ad eelestem patriam evolaverit. Reliquum est, ut sum-mum rerum opificem oratum-velimus Chrislianis-simam Majeslatem Vestram ejus serenissimam con-sortem ac illustrissimant prolem incoluines diutis-sime servel, ipsisque prosperitalem et gloriam donet.
        Data in nostro ducali pnlatio, die 9 Octobris, in-dictione VII, 1518.
5911	Exemplum.
    Sumario di una 1etera da Ragusi di Jacomo di Juliano, data a Ragusi a dì 27 Septembrio, drizata a domino Nicolao Aurelio secretarlo duca!.
                                                          t
        Habiamo jersera, per certi fiorentini, lelere dii vostro Baylo da Conslantinopoli, mollo fresche, qual si manda a la Signoria per via di Zara, et ho auto letere dii mio nepote di Andrinopoli, il qual mi scrive inter ccetera uno capitolo zercha la venuta et li progressi dii Gian Signor in Andernopoli ; el qual capitolo è questo, videlicet:
        Mtro per questa non mi stendo. A questi di siamo siati per conto del Gran Signor in caza con più nostri ragusei e altri franchi, che mai fo la più sump-luosa cosa, che a nararvelo non mi basteria uno foglio di caria ; breviter vi dico che in dila caza vi erano più di cento milia persone, le qual ordinata-inenle haveva intorniato uno bosco di circuito de cento miglia, po’ si andava strengiendosi. Andorno per dui giorni continui; poi si feze uno circuito de le gente de zercha de dua miglia, e quivi el Signor
         (1) La carta 58 * è bianca.
 feze la chaza con le sue genie, e non vi prese de molte salvadexine; ma, come vi ho dito, al vedere fo una magna cosa, et se à speso per ducali cento milia fra le gente che vi forno, per vostro aviso.
    A dì 11, la matina, fo letere di Franga, di <501) l’Orator nostro, di Nantes; eli.. di Ingaltcra, di l’Orator nostro, dii... di.... ; di Milan, dii Secretarlo, di . . ., il sumario di le qual scriverò lete le sarano in Pregadi. Per le qual se intese la morie dii marchese Guielmo di Monferà, di età anni . . ., ha lassato uno fiol maschio nominato . . . .....Et per la Signoria in Colegio fo scrito a madama Anna sua moglie una bona letera, dolendosi di la morie dii prefato Marchese et oferendosi.
    Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consulen-dum.
    Et in chiexia di San Zane Polo fo temilo conclu-sion injure canonico per uno vicentino nominalo domino Nicolao Feretrio dotor, qual voi lezer in questa terra ad alcuni. Vi fu sier Zorzi Pixani dotor cavalier, sier Marin Zorzi dotor savii dii Consejo, sier Justinian Morexini, sier Piero Contarini savii a Terra ferma, sier Francesco Bragadin el consier, e altri cavalieri e doctori, patricii, el lo vi fui. Arguite primo domino Marco da Mantoa doctor, qual lezeva la Inslituta questo anno passato a Padoa el al presente è stà casso dai scolari, et si portò benissimo ; à optima lengua ; et etiam domino Francesco da Tulmezo doctor el alcuni altri.
    A. dì 12. La malina, vene in Colegio sier Polo Nani venuto eri podestà et capitanio di Treviso, vestilo di veludo paonazo, et porloe cerli servidori vestili a la sua devisa con do gropi per uno di danari, numero gropi 33, qual de diversi conti porta a la Signoria nostra numero ducali 1500, qual fo visti diti danari molto alegramenle dal Doxe e lutto el Colegio, et mandati in do forzieri a li Camerlengi da esser dati dove dieno andar. Poi referì de la cilà di Treviso e di le fabriche fate; fece optima relatione ; et el Principe lo laudoe grandemente: è venuto con optima fama. Et tra le altre cosse, ha fato la porta di .... di quella cilà di Treviso, eh’è di le belle cosse de Italia. In loco suo andoe, Domenega, sier Francesco MozenigO qu. sier Piero, electo alias per danari.
    Da poi disnar fo Pregadi, qual reduto, avanti altro,
    Fu posto, per i Consieri, essendo falito Zuan Maraboto per ducati 3000, li creditori è venuti a
     {!) La carta 59* è bianca.