295 MDXVIII, DICEMBRE. 296 A dì 23. Non fo alcuna letera da conto di farne memoria. Fo termina, per li Consieri, visto le leze, che sier Alvise Gradenigo, fo electo orator in Pranza, atento l’oficio di Governador de l’inlrade dove el si trova e con pena, et non poleno esser electi se non Procuratori, che sia in sua libertà star Governador o acetar orator in Pranza; el qual refudò in Pranza, perchè non poi andar con ducati 120 al mese; ma sel’havesse 140 forse 1’ anderia. Et fu fato notar questa termenation sopra el Notaiorio. Da poi disnar, fo Consejo di X con Zonla, per cosse di Stado, et niente fo ditto; tamen non spa-zono letcre in alcun loco. Si tien fusse per expedi-tion di cosse iurchesche ; tamen non fu vero, et fo per altra materia. In questi zorni, li Cai di X mandono a Treviso a despegazar le lelere su la porta fé’ sier Nicolò Ven-dramin, fo podestà e capilanio a Treviso, qual è morto, e li messe nome de’ Santi 40, che prima si chiamava la porta Vendramina; et feno dispegazar le letere erano suso, et falo proclame si chiami la porta di Santi 40 come prima; sichè non si chiamerà più la porla Vendramina. 161 Adì 24, fo letere di Milan, di.... e dii marcliexe di Vegevene, fo nepote dii signor Zucm Jacomo, a la Signoria. Si offerisse etc. Et di Franrn, di l’Orator, da Paris, di 10 et 11 Dezembrio. Dii zonzer di quatro oratori anglici con 200 cavali, et la resolution dii Christianissimo re in materia christiana ; il sumario di le qual letere scriverò, lede sarano in Pregadi. Da poi disnar, nulla fu per esser la vizilia di Nadal, et la Signoria, vicedoxe sier Antonio More-xini el consier, licet sier Piero Querini sia più vecino, ma per la morte dii fiol non vien. Et fu li oratori Papa, Franza et Ferara, et fo cantata una degnissima messa con gran luminarie justa el solito, e li patricii invidati al pranso dii Doxe. Di sier Sebastian Moro provedador di Varmada fo letere, date a Par enti o a dì 22. Et prima fo leto una letera dii dito Provedador di V armada, data in galia apresso Cor fu a dì 24 Dezembrio. Come in quella malina ricevete letere dii rezimento di Candía, dì 17 dii passato, con uno adviso dii duca di Nixia, di ultimo Odubrio, per le qual gli dinoia come, alrovandose nel suo porto do naviìii candidi cargi de vini per Constan-tinopoli, uno di qual se dice à la quara di bote circa 200, et l’altro a la latina di bote circa 100, veneno una barza con un galion armato et uno brigantino, qual, si dice, erano de’ francesi, et per forza con le barche de’ dicti navilii et brigantino traseno fuor dii porto dilli navilii candioli, nè li valse farli intender esser subditi di la Signoria nostra. Li qual navilii erano stà mandati a Rhodi cuni tutto el cargo. Et esso Provedador à inteso dilti corsari sono per nome dii Pontefice et de tutta la liga conira infideli, da li qual dicono haver libertà et ordene de inlrometer et prender lutti li navilii che portano viduaria a’ in-fideli. Et perchè questa cosa saria de grandissimo danno a li subditi nostri de l’isola di Candia et altri, quali smaltiseno bona parte de le sue inlrade per Constantinopoli e altri lochi de’ infideli, et dovendo esso Provedador inlrometer ditti corsari senza altro ordene nostro, è cosa di non poca cousideralione ; però è bon la Signoria ordeni quello l’habi a far. Tamen non resterà scriver al reverendissimo monsignor Gran maestro di Rhodi in quella bona forma li parerà al proposito, né mancherà in quello potrà per la restilution de’didi navilii. Et havendo ordine, promete non solum i varderiano le cose nostre, ma le reveririano etc. Etiam li dinota, come una nave di Theothochii Tricha, qual veniva da Conslantino-poli carga per Venetia, per fortuna esser perduta su l’isola di Andre; di la qual è scapolali solum homeui 3, et da 70 sono anegati. Item, per el patron di dito schierazo, zonto ozi li a Corphù, li ha ditto come a di 19 Novembrio, nel qual zorno partì di Candia, 161* zonse de lì uno navilio di domino Bertolin Zen da Constantinopoli, et mancava giorni 8, dove dice era venuto nova che le zenle dii signor Sofì haveano tajato da 3000 turchi. Questa nova zonla al Signor turco, sua signoria mandò per tutti li soi lochi comandamento, et mandava zente verso el suo campo, perchè ditto Sophì li veniva a l’incontro potentissimo; et che de l’armala non se facea preparation alcuna, a la qual bisogna gran conza, et judicava per questo anno non ussirà, benché non se poi saper la deliberation di esso Signor, perchè lui solo delibera quello li par. Et che ’1 morbo in Constantinopoli havea fato mollo progresso; ma adesso l’era alquanto cessato. Per letere di alcuni amici di esso Provedador di Candia, è avisato un domino Francesco Zacharia, per sue di 19 Septembrio, haver scrilo di Cypro a Rhodi, el campo dii Signor turco sotto el governo del magnifico Peri bassà haver passato el fiume Heut'rates et eserse acampato ad uno paese dito li Arbi, et le gente dii dillo paese hanno asaltato dito campo et morto zente assae; e più che’1 signor di Alepo ussite di Alepo con 18 milia persone e andò.a trovar ditto magnifico Perì bassà, de-