505 qual si ha reputo per starsi su’ piaceri. Si alegrù dii Duca suo nepole, Soa Santità ringratiò la Signoria. Poi li lese li sumarii turchese!»; domandò di quelli albanesi. Poi lui Orator li domandò se havia nulla di novo. Disse il re Christianissimo voleva esser fato Re di romani, et trovava, per letere aute di Pranza, Soa Maestà credeva Soa Santità li fosse contrario, et non era il vero; ma al principio, avanti la morte disse l’era mal consejado. Poi, intese el suo voler, li fe’ intender era contento, el questo suo zentilhomo venuto li ha dito che Soa Maestà poi la matina rimase satisfato di le parole dii Papa, e che ’1 darà 300 milia ducati per uno di Elelori per esser, et spera aver gran favor in la Germania. et voi maridar madama Genevre, soa cugnata, in el Boi dii marchese di Brandiburg; et facendo, harà 4 voti: lui Marchese et suo fradelo . . . Ma intende quelli di Germania è inclinati a far il re Catholico. Tamen non ha ’uto letere dii suo Legato, al qual ha scrito vadi più apresso di la tera dove si redurano a far Re di romani, per intender meglio le cose. Et che ’I re di Franza non solum 300 milia, ma 400 et 500 milia ducali darà per imo a li Electori per esservi. Scrive, parlò poi esso Orator al Papa per quelli di la valle di San Martin. Soa Santità disse li pareva honesto, essendo suditi di la Signoria, non fusse astreti a pagar decime a V arziepiscopo di Mflati, e commisse l’andasse dal cardenal Santi Quatro, faria uno breve. Quanto di le semenze di canevi, disse era contento, et etiam Santi Quattro faria li brevi. Et cusì ditto Orator parlò al prefato Cardenal, e à ’uto li do brevi ; li costa ducati 3 et julii 6. Scrive aver dato la letera al reverendissimo cardenal San Zorzi. Ringralia la Signoria et si oferisse. Item, doma» parte domino Francesco Tolmezo e il suo secretario per Napoli. Li ’ha dà al secretario una cavalcatura, una à aula dal reverendissimo Cornelio, et doy cavalli dal signor Renzo. Dice aver dito al Papa questa andata a Napoli per causa di represaje. Laudò, e disse è bon farlo intender al re Christianissimo. Il ducha di Urbin risanò, e il cardenal Medici ritornava a Roma; poi par sia recazuto. Da Milan, dii secretario Caroldo fo letere di 24, drizate a li Cai di X, et de 25 a la Signoria. Per queste a la Signoria, scrive è letere di Alemagna, di 9, di una confederation fata di le terre franche e sguizari, e si fa una dieta a Zu-rich dove sono domino Rironimo Moron e altri fo-raussiti dii stato di Milan, et uno orator di Spagna. 506 Item, manda letere drizate a l’oralor dii Christianissimo sta in questa terra. In questo Consejo di X, fu posto prima una gra- 280 tia di suspender li debili per do anni di sier Ziprian Contarmi qu. sier Bernardo, debilar di le 30 et 40 per 100 per la camerlengeria di Candia e altro; et fu presa. Fu posto, che li Provedadori sora l’impresiedo habino libertà quelli cassieri non salderano le casse far far in suo Iodio, e debano tuor bona moneda, e farli saldar le casse; et fu presa. È Provedadori sier Balista Erizo e sier Zuan Marzelo, i quali sono di Zonta dii Consejo di X, è il terzo e sier Polo Vala-resso. Fu preso, die li Avogadori exlraordinarii habino libertà de procieder conira li transgressori, come hanno li Avogadori ordenarii, et sia riservata sempre l’autorità di Avogadori ordinar». Item, che nel condanar habino come hanno li Avogadori etc. Fu posto, per i Cai di X, far certi bezi d’arzente tondi,......con una f da una banda, ut in parte; et non fu presa. Fu proposto, per sier Domenego Contarmi Cao di X, è sora l’artelarie, certe parte di far artelarie, et fo disputata et mandà a monte. Item, di salnitri eie. Fu preso tuor ducali 500 di depositi per riparar i Lidi, e darli a sier Nicolò Malipiero provedador al Sai e a quella casa; e fu presa. Noto. In questa matina, per li Avogadori extra -ordenarii sier Francesco Morexini, sier Marco Antonio Contarini, sier Mafio Lion, fo preso...... ......di retenir Tranquilo, è scrivan fato per il Consejo di X a le Cazude, qual è sta acusado per Nicolò di le Carte, à ’uto salvoconduto per il Consejo di X. Et questo Tranquilo fo quello acusò Alvise di le Carte et esso Nicolò so flol, et mo’ ge la resa. Et eri in Colegio dito Nicolò, venuto con li Avogadori extraordinarii, disse dito Tranquilo aver dato credito a molti che non hanno, per ducati 10 milia in zerca, Bor retenuto il prefato Tranquilo et posto in camera, fo ozi exaininato da li prefali Avogadori de plano; el qual confessò, sicome apar nel processo el suo conslituto. Di Hongaria, di 10, ho scriplo di sopra esser venute letere, questa matina, di l’Orator nostro, et questo è il sumario notado qui avanti, qual fo mandato in Franza, a Roma e per tutto. È di più in le letere publice, come l’era tornato fra’ Nicolò, fo non-lio dii Papa in Polonia, per adatar quella Maestà con il Gran maestro di Prusia, dove par poco habi ope- MDXIX, FEBBRAIO-