391 JIDXIX, GENNAIO. 392 soi zentilhomeni, e fino monsignor di Terbe è stalo da lui. 11 nonlio dii eludili di Ferara li ha diio aver teiere di la corte di Pranza, il suo Duca si partirà, parlili siano li oratori anglici, per venir in Italia ; et che Ruberto di la Marchia ha refudà l’ordine dii Re; et che’I re Galholico ha mandà in Alemagna scudi 250 milia per farsi re di Romani ; el che ’I re d’Ingallera havia licentià da lui l’oralor di l’Impe-rator con sinistro modo. Item, scrive lì è venuto a visitar il Governador nostro et monsignor episcopo di Asie, qual li ha dito il Chrislianissimo re manda li capitani sono in Pranza di le zenle ha su questo Sta- ilo per andarse a conzonzer con le zenle dii Papa, è in Romagna, perchè par l’Imperador voy venir con arme a tuor la corona et andar a Napoli a trovare le zenle dii re Galholico ; et par il duella di Geler, qual ha (olio una fia di uno P.lector di l’Imperio, babbi mandalo a dir al re Chrislianissimo li basta l’animo obviar il re Galholico non sia fato re di Romani havendo 200 milia scudi, i quali sarà causa di far impedir dita eleclione ; e il Re è contento darli. E queste nove 1’ ha dal conte Alexandro Triulzi, è in Pranza, qual ha auto 30 lanze di quelle dii signor Zuan Jacomo, e le altre 30 il Marchesin, licei pare soa madre non le voleno aceptar. Scrive, ozi è stà lato in Milano le exequie al corpo dii signor Zuan Jacomo, levato di la chiesia di Salilo Euslachio, dove vi andò Monsignor illustrissimo e tulli, e tutta la chieresia a le porte di Milan ; e acompagnato con gran pompa fino a Sanlo Nazaro, dove fu sepulto come si fusse stato un ducha di Milano. Monsignor di Lutrech era vestilo di tanè al solilo. El signor Julio Manfron è slà licentiato con dir non se li poi alender, e vien via verso Venecia. 1 Da Brexa, di sier Zuan Badoer dolor, cavali er, podestà, e sier Jacomo Michiel capi tallio, di 18. Avisano la morte di l’imperador a dì 12, intesa da uno brexan qual si trovò a Trento e vete conzar il palazo dii vescovo di panni negri per la morte, prender e ordinar guardie per la terra et altri lochi. Etiam l’hanno per via dii conte Zorzi di Lodron, per una lefera scrive al provedador di Anfo di esser stà manda a li confini guardie eie., si fazi eie. la qual letera mandano inclusa. Et avisa esso conte Zorzi al provedador di Anfo, esser stà ordinato bona guardia a li confini per questi cesarei ; e dice deve esser mancato l’Imperador. E nòta. Sier Antonio Venier è provedador ad Amplio. Di Udene, di sier Danaro Mocenigo luogotenente, di 20. Manda avisi di Cividal e Monfalcon, di la certeza di la morte di l’Imperador ; e come quelli di Gorizia, Gradisca et .Murati haveano fallo cride non fossetto fato danni a’ nostri, e li vini e vituarie da la strada alta in suso siano porlati den-Iro ; et il podestà di Monfalcon dubita. Li ha risposto non temi, ma slagi vigilante. Item, avisa l’inlrar di 25 fanti in Maran todeschi, et manda le letere di tal avisi inclusi. Ha mandalo do esploratori. Da Cividal, di uno Marco. Scrive tal nova di la morte di l’Imperador per via di Tulmin, et aver parlalo a uno mercadanle todesco vien di Vi-lacho, li acerla dila morte. Etiam il Castaido e Consejo di Cividal scrive dila nova, el sier Alvixe Trivixan provedador in Cividal avisa, ut supra. Da Monfalcon, di sier Marco Antonio Badoer, di 19. Scrive al Locotenenle, come uno nominalo Engiadol, al qual l’Imperador donò Monfalcon, è venuto in Gradisca, et altri capitani, erano cassi, tulli è stà ritornati, et vien a 8 a la volta zenle di Trieste in Gradisca, et mandato 25 fanti in Maran. Li a Monfalcon non è fanti, ni monition, ni artela-rie da conto. Il ponle è roto, si poi mirar per i busi; è boti si provedi eie. Farà redur villani. Di Cao d’Istria, di sier Francesco da Mula podestà et capitanio, data a dì 19. Scrive di questa morte; et per uno Piero Brexan vien di Lubiana, come erano zonli alcuni capitani li, vien di la corte di l’Imperador, di malavoia. Par a dì 11 dito Imperador morite, et loro partì do dì avanti ; et quelli di Trieste hanno falò tirar in castello l’artel-larie erano in la terra, et aver mandato fanti 25 in Maran, e stanno con bona guardia. Fu prima tolto il scurtiuio di un savio di Terra ferma, et Io tulsi sier Piero Trtm lo savio a Terra ferma, qual voi intrar, come etiam feci l’altro zorno, et ozi el non era in Pregadi. Fu posto, per i Savii tutti di Colegio, la cotnis-sion di Alvise Sabadin va secretano con l’orator dii Signor turco lino a Ragusi, et si parlino insieme, vadino in quel loco el vorà di Dalmatia, inquirissa i danni, punissa con il rector quelli Ita fato mal, li fazi far le spexe a l’orator e soi, et honorarlo da lutti li rectori; et volendo esser a le torture, vedi non sia; ma volendo entri. Et trovando rectori in dolo, far processo et mandarlo di qui. Item, volendo andar a Dulzigno, vadi, e poi acompagnato a Ragusi toy licentià, con altre clausole, ut in ea. Et .lo Mariti Sanudo, è di la Zonla, contradisi : è mal mandar questo orator per le lerre noslre di Dalmatia a esplorar, vederà mal fornite, homeni malcontenti ;• lo inciterà a far venir turchi ; poi, en-