138 UDXVIU, OTTOBRE. 134 apresso ¡1 Signor, era morto da fluxo, et che il Signor voleva elczer do bassa; sichè li bisognerà, ele-zendoli, trovar presenti per do bassà, et che aspri diecimilia non li farà. Dice Dio mi ajuti. Poi li bisognerà far presenti a questo schiavo ; sichè si trova confuso, et è pezo tractado che ’1 suo predecessor, che pur li fo provisto di danari. Concludendo, prega Dio lo aiuti et si fazi provisione. Da Corfù, di sier Alvixe di Garzoni baylo et Consieri, di 23 Septembrio, zonte questa ma-Una. Come eri capitò de lì uno solilo habilar a Corfù, nominato in le letere, da la Zimera, qual dice ozi terzo dì partì da uno caxal lontano mia 20 di la Valona, chiamato Balasa, dove ha inteso el Signor turco era zonto con 3000 cavali in una terra nominala Biloba, zornate 5 lontan di la Valona, el havia mandalo uno turco pratichissimo, nominato Mameth, a la Valona a far comandamento si prepari li alzamenti per il suo venir a invernar de lì etc.; et che l’agà di janizari dii Signor, qual è fìolo di una dona di la Zimera, ha mandà uno schiavo con assa’ cavali a la madre, vadi lì a vederlo. Et a la Valona era slà fato comaudamenlo, da parte dii Signor, alcun non possi Irar dii paese, nè manzar per uso suo orzi, nè spelte, ma fosseno riservali, e cussi feiii e strami ; la qual nova, per esser de importantia, hanno mandato uno suo a la Valona per saper, et etiam da molti citadini di Corfù e altri vien confirmata la dita nova, che vengono di terra ferma. Di Candia, di sier Marco Orio duca, sier Marco Dandolo dotor et cavalier, capitanio, sier Antonio Loredan, electo duca et Consieri, di 2 Septembrio. Come mandano uno aviso auto da Syo ; et zerca li falconi che la Signoria li scrive et a boca fu commesso a lui Antonio al suo partir, hanno fato ogni diligentia, trovato uno solo fin qui; la cauxa è la saxon di tempi, perchè, dicono, che con certo vento essi falconi fa il pasazo ; pur forano il tulio di averne tuttavia, ubedendo le letere di lassar trar 25 falconi al nonlio dii Papa et al nontio di domino Hironimo Corner da la ixola di Cozi. Item, scriveno aver auto letere dal Provedador di l’armada, di ultimo dii passato. Scrive, va a Pario per certa causa, et è con lui il signor Joannes; et visto l’Arzipielago, verano de lì in Creta. Da Syo, di Tìiomà di Thabia consolo nostro, di 26 Avosto, drizate al rezimento di Creta. Come, per gripo armalo vien de lì, avisa aversi el Signor turco zonse in Constantinopoli a dì 26 Luio, et partì subito per le pianure ; si dice va in Ander-nopcli. L’armala è zorni 13 parli da Syo per Tene- do per luor paga per tre altri mesi, per continuar fuora a danno di corsari ; et quel capitanio ha fato taiar 112 turchi presi al pasazo, et li capi mandali a la Porta, e toltoli le fuste: erano corsari. Perì bassà 71 * era restalo verso il Sophì con exercito. Et che in Constantinopoli e in Pera era la peste, el non danno de li recepto a’ navilii vien de lì, per dubito etc. Da Milan, dii Caroldo, zonte questa mati-na, di 16. Come il signor illustrissimo di Lutrech e lui, come scrisse, il Luni tornono di Caxal a Milan, et ricevete nostre, di 4 et 11, con li sumarii turche-schi, et la consolatoria a la marchesana di Monferà, qual ha mandata, et comunica li sumarii eie. E il conte Piero Navaro ha voluto saper cìii era lì per nome di la Signoria ; con il qual deteno ordine di parlarsi, et scrive quanto li ha dito, zoè che ’1 Papa 10 mandò a chiamar dandoli speranza di farlo capitanio a P impresa maritima contra il Turco, imdc l’andò con l’armata e siete su la spexa; la qual cossa fu per darsi il Papa reputatione con li principi christiani, non che ’1 volesse far nulla. Per il che, havendo esso Conte di bisogno, mandò a la Signoria nostra per haver qualche sufragio; da la qual 11 fo mandato certa quantità, licet fosseno pochi, aceplò il bon voler, et è bon servitor di questo Sta-do, dicendo il suo principio è stato da mar, e sa far navilii e navigarli solo da ponente in levante, che tien niun sia al mondo lo sapi far, con allre parole etc. 11 qual Conte parte el va in Marseia; è stà molto honorato et acarezalo da Monsignor illustrissimo; dice va per fabricar do galie grosse, et che il Re ha lì 12 legni, zoè 6 galie et 6 galeoni, computà do galie grosse et do solile di arlelarie, e ne voi far gilar di le altre ; et che il Chrislianissimo re harà zurme di la riviera di Zenoa e Provenza perfetissi-me per armar 200 galie. Et che 1’ ha inteso da’ turchi presi in li navilii ha preso, che ’1 Signor ha deliberato non meter su la sua artnada più christiani, ma zurme de mussulmani, e le armerà de mori barbareschi di quelle riviere eie. Scrive come, il nonlio dii marchexe di Mantoa è lì, li ha diio aver inteso che il re Calholico ha rimesso assa’ marche d’oro lì a Milan per Alemagna per darle a li Electori di l’imperio per farsi Re di romani; et che suo fratello don Ferando di Austria, era in Fiandra et feva armata. Dii dito, di 17, fiore 18. Come Monsignor illustrissimo lo mandò a chiamar; qual zonlo, monsignor di Terbe li disse, e poi esso illustrissimo lo confìrmò, dicendo : « Annuntio vobis gaudivm magnimi e bon dii Roy e di la vostra Signoria : è