271 MDXVIII, dicembri:. G. Aduncha Andrea di Franceschi, fo electo, non anderà più. Fu lelo una suplicalion di frali di Jesuati di Treviso, quali haveano uno monasterio fuora la porta di Santi 40, è slà ruinato, et per domino Alvise Lon-zensch, citadin di Treviso, li è slà donado uno campo di terra in la terra nova è stà sgrandita fuora di la porta Vendramina ; però dimandano, di gratia, certa via e fosso e torre di passa ut in parte, per poter fabricar il monasterio loro. E ledo la risposta di sier Francesco Mocenigo podestà e capitanio, è stà super loco con li deputati, si poi concieder, non è danno di la Signoria, con questo stagi lanli passi lontan di muri, et da drio l’orto non seri di muro, et lassi le strade di poter andar atorno, ut in dieta responsione. Fu posto, per i Consieri, Cai di XL e Savii, con-eiederli dito teren ut supra, come conseja il podestà di Treviso, et. fo balotà do volte, voi aver i qua-tro quinti et da 150 in suso, et fu presa. Ave 125, 12, 2. Iterum : 137, 12, 3. Fu posto, per li diti, suspender i debili di sier Gabriel Valaresso qu. sier Francesco, debitor di la Signoria nostra, per do anni. Fu presa : 150, 12. Fu poslo, per li ditti, suspender i debiti di sier Bernardo Pixani qu. sier Francesco dal Banco, per do anni ; fu presa : 143, 15. Et sier Zorzi Pixani dolor e cavalier, e sier Andrea Trivixan el cavalier, savii dii Consejo, non meseno la parte, per esser cazadi. Fu poslo, per li dili, concieder a l’orator dii re Christianissimo poter Irazer di questa terra anfore 6 di vin senza pagar dado, et fu presa : 143, 13, 1. Fu poslo, per li dili, concieder al Legato dii Papa poter trazer anfore 12, ut supra; e il Consejo mormorò, unde non fu mandata la parte. Fu poslo, per i Savii dii Consejo e di Terra ferma, una parte : li debitori di la Signoria possi per lutto il mexe di Zener scontar i so’ debiti con danari di l’impresiedo e altri danari, ut in parte, senza pena, exeepluando li 8 oficii e Raxon nuove, et fu presa. Ave 151, 8. La copia di la qual parte sarà no-tada qui avanti. Fu poslo, per i Savii lutti, elezer il primo Gran Consejo consolo in Alexandria in loco di sier Nicolò Bragadin compie e desidera repatriar, con i modi fo electo diclo sier Nicolò, e habi in loco dii conso-lazo soleva aver ..., mezo per 100 per lutto quello intrarà exceplo i vini di Cantiia, e sia tenuto partir con la prima nave, e sia asolto di le 30 et 40 per 100; la qual parte non se intendi presa si la non sarà presa in Gran Consejo. F.l perchè è una parie non si poi dir con conditimi fo electo il tal, ma bisogna chiarir la condition, però senza andar in venga, dissi non si poteva meler, et li Savii si tolseno zoso el fo licenlià il Consejo. Etiam sier Francesco Bragadin, fo Consier, disse le 30 et 40 per 100 erano solo il Consejo di X, nè si poteva parlar senza licentia di quello. Di Palermo, fo leto una letera di sier Pelo,grin Venier qu. sier Domenego, di 5, tenuta fino a dì 10. Come havia auto letere dii nostro Consolo di Messina, di 24. Dii danno fatto per li brigantini di Catania, uno armato per Zuan Jacomo Laroca, l’altro di Messina armalo per Federico e Jacomo Romano, ad uno schierazo di Corfù, 30 mia lontan de li, li quali li andono apresso con bandiera dii Catholico re e li montò suso, amazò 3 homeni e lo prese, tolse lire 2700 sede sotil, miara 6 di cere, schiavine et zambeloti et altro per ducati 5000, e li robò le vele, li remi di la barca, e li vestimenti li lasò perduti fono divisi tra loro. E gionlo in Mesina, el patron e tre marinari con letere dii rezimenlo di Corfù, comparse esso Consolo davanti il Viceré, qual monslrò grandissimo dispiacer, et comandò a l’avocato fiscal facesse letere li fosse restituito etc., e a Mesina e Catania tulli sia presi e toltoli le robe, e li plegii di brigantini riposti in loco sicuro, e dii caso si habi a tuor informazione. Par, alcuni fradeli di uno barone abino inteligenlia con li diti. Già tre sono in prexon ; spera si reaverà etc. El Centurion è fama sia a Zerbi ; fa li fati soi, e, si dice, con lui esser don Piero di Bovadiglia e fra’ Januzo francese ; si dubita di scandolo. L’armada di Zenoa di una grossa nave, una barza et uno galion,. el capitanio voleva perseguitar per tutto e ritorna Zenoa senza far nulla. Di le galie di Barbaria fin 28 Odubrio non erano ancora zonte a Saragoza, quale dal re di Tunis è stà fate dimorar per mandar con quelle due soi oratori al Signor turco con presenti. El parlamento zeneral si tene a di 7 in questa terra ; danno al Catholico re, al solito, fiorini 300 roilia in anni 3, e per Domene-ga proxima ju rara no fedeltà a esso Catholico re, e fanno feste et jostre. Avisa poi le galie di Barbari« zonseno in porto di Saragosa a dì 3 di l’instante, come si ha per via di Catania; ma non c’ è letere dii capitanio, ni altri. Li mercadanti corfuali, do di loro venuti sono qui, si ha otenulo dal Viceré il tutto. Formenli tari 15, 5 grani a la Licata, in Catania 17, et roba per luto asai. Fo terminato, per Colegio, maudar a Roma, Spa- 148