451 MDXIX, FEBBRAIO. 452 Ave 1C7, 1G; et pagando un quarto di noli a li p... di Fiandra presenti; fu presa. F.t licentiato il Pregadi restò Consejo di X con la Zonla. 247 Copia di una letera di sier Sebastian Moro provcdador di V armada, data in galia a Parendo adì 4 Fevrer 1518, seri fa a la Signor ia. Nara il suo progresso in Sicilia. Serenissime Princeps eie. Da dì 11 dii preterito, da Liesna, forno le ultime mie, per le qual Vostra Serenità harà inteso el seguilo; dal qual loco mi levai in quella instessa hora et per tempi contrarii convini tornar adriedo. Poi, a dì 14, me levai et solicitando crini ogni diligenti» gionsi a Raglisi a dì 1G nel far dii giorno; nel qual loco andai per tuor uno pedota. Et subito tolto che fu, ad hora una de giorno me levai, et continuando el camin dì et note, a dì 20 me trovai la matina supra cavo de le Arme in bonaza, et discoprisemo 6 vele quadre, qual per tutti fono judieati esser li corsari. Et ancor che non havesse altro che doe galie con me, deliberai, conira l’opinion de molti, de andar ad epse, el messo li bordelli, deliberai andar a trovarle ad una ad una, qual non erano mollo contigue. Et si fusseno siali li corsari, et non ha vessino obedito, indubitatamente havea victoria, perchè ad una ad una, come ho dilto, le butava a fondi. Subito ne veleno presentar, ne feceno segno de reverenlia, el habuta lengua, trovassimo ditte nave esser cinque carge de sai per conto de la Sanclilà del Pontefice, andavano ili Ancona, et la sexla era del magnifico domino Nadalin Contarmi, che andava a la volta de ■ Napoli. Dove de subito me levai, et de lì cercha hore do hebbi vista di 3 galie, qual erano il magnifico viceprovedador, quale se haveano partite da Corfù fin a dì 24 Decembrio, dove acompagnati insieme andassemo a la volta de Saragosa. Et siando sopra la barcha, vedesserno nel porto do galie grosse a le qual andassemo, et quelle judicando fossimo corsari, se messeno in arme, qual erano le galie di Barbaria, da le qual inlendessemo come a di 5 dii passato insieme con le galie de Alexandria s’erano parlile di Saragosa; et che per uno temporal s’erano separate, et che quelle di Alexandria erano (ornate in Saragosa; dove io deliberai andar a la volta de Saragosa per far levar dite galie de Alexandria. Et ordinai al capitanio di Barbaria che de lì me aspetasse, e cussi me ne andai. El siando sopra l’isola di Mangisi, mia 247* lonlan circha 6 di Saragosa, vili ussir ditte galie de ditlo porto, a le qual me ne andai, el li ordenai el camin lenir dovevano, cum farli intender dovesseno far bona conserva a quelle de Barbaria, a le qual subilo ritornai et fecile remurchiar fuora dii porto. Et cusi col nome dii Spirito Santo dite galie gionseno al remorchiar fora del porlo, et cussi col nome dii Spirito Sanclo ditte galie gionseno al Sasno a li 25, dove subito licenliai le galie di Alexandria, et quelle di Barbaria fici remurchiar a la Valona, el subito ordinai fusse discargalo ogni cossa, et lì steli dui giorni, perchè vulsi veder il ludo in terra. Poi, per non perder tempo, che mai niente se ne ha perso, et per non dar spesa a Vostra Sublimità, deliberai levarme, et cum le dite lassai tulle le galie sotil, et ordinai al vice provedador compagnar le facesse fin dove li parerà, benché non è da dubitar in cosa alcuna. El al gionger mio a la Brucca, mandai el mio secretario a quelli signori ambasciatori cum farli intender che, havendo la Sublimità Vostra carissima la segurlà sua, ne havea expedita da Venetia, et non havea vardato nè a spesa, nè ad altro, per farli co-gnoscer l’amor se li poi-lava; qual cum affeduose parole rengraliorno Vostra Celsitudine et monstro-no esser molto satisfati, et che erano per scriver al suo Re la demonstralion che havea fala Vostra Sublimità per la segurlà de le persone et cose sue. Questa andata, ancora che era difficile el pericolosa per li tempi et porli, tamen la bontà del mio Signor Dio mi ha concesso far quello che credo mai più sia slà fato, el che ninno se ’I poteva imaginar, che in giorni 8 da Ragusi sia andà fin a Saragosa et ritornalo al Sasno, che è slà de stimma reputatiofi di Vostra Sublimità, perchè in pochi giorni se ha-vemo Irovà 10 galie in uno, che sariano sufficiente ad ogni bon numero de corsari ; et queslo farà che li corsari saran paurili de far danno a le cose de Voslra Celsitudine : che 1’ Eterno Dio sia sempre rengratiato. Dinotando a Vostra Sublimila, che in tutte quelle parte se hanno inolio meravegliato di una sì potente et sì presta provisione, adeo che allro non hanno a dir. Io de li danari mandali per Vostro Sublimità, ho dato a le galie che restono fora, die sono e che erano, una minima subvencioncella, perchè erano tulli nudi ; et del resto ne ho dato poi a la mia galia ; quali sono restati tutti salisfatissimi et 248 molto ringraziano Vostra Sublimità. De li corsari, dal magnifico Capitanio ho inteso che de subito che se-peno el spazar del breganlin a la volta de Corfù se levono de quellle aque, et al levar suo mandorno ad offerirse, cum farli intender che non erano sta-ti lì per farli cosa che li fusse in dispiacer, perchè era-