471 J1DX1X, FEBBRAIO. 472 Ferante; pregando liabino cura di loro. Scrive de lì a Paris non si sta su altre pratiche che di la eletion di l’imperador, a la qual questo Chrislianissimo re è molto inclinalo a esser lui, et non resterà per danari, ni altro liabi a far per aver l’inlento suo. Et spaza per le poste in Germania monsignor l’Ar-miraio et monsignor di Rovai, el uno altro ad alcuni di Electori, et in Hongaria e Poiana Langiach el La* nech, et a’ sguizari el Bastardo di Savoia; e fin do zorni partano tutti. Non voi restar, per danari, di aver questo suo intento, et ha gran speranza poterlo otenir, el ha mandato a .. . . uno suo zenli- Ihomo di camera, nominalo......, qual è .. . . ....., ma uso in questa corte, per far ogni cossa. Tornai ancora non è stà consegnala, ma tieneno sarà consegnata certissimo. Item, el principe di Orangie e la madre è zonla li dal Re per far mairi • monio ne la terza fìola di monsignor di Rovai, et con queste noze reprimerà le moveste di Ruberto de la Marchia. Di Milan, dii Secretario, di 6. Come era zonto, terzo zoruo lì, monsignor el magnifico Colate-ral nostro, ch’è lì a far l’oficio. Esso Secretario è ancora indisposto di la gamba. Monsignor di Lutrech ha soprasedulo l’andata in Pranza e starà lutto questo carlevar a Milan; aspeta li thesorieri fazirio i pagamenti. Scrive, è zonto uno monitorio a’ zenoesi dii Papa per aver impedito li mercadanti di sali per caxon dii Salviati. Scrive, el Chrislianissimo re pretende molto forte a l’Imperio, et alcuni di questi doctori ha dito a monsignor di Lutrech il Papa ha auctorità, vacante sede Imperii, di poterlo elezer non obslante le constilulion di declori di Germania, et hanno di questo etiam parlato a monsignor Presciente; sichè el Re non alende ad altro. Et Monsignor illustrissimo ha mandato uno in corte a Roma per questo, per stafeta, nominato in le letere; sichè non starà per danari. Et ha donato ducati 12 milia al cardenal Santa f per questo, et scudi 4000 a domino Julio di San Severino. Di Corpkù, dii Baylo, di 16 Zener. Come scrisse aver mandato do nontii a Salonico per intender nove lurchesche, uno di qual lornoe ; et come per Antonel Varda capitanio de la Parga, di 12, uno esser tornalo non aver potuto passar la Janina per le gran neve, et manda la teiera con li avisi. L’altra è una relation di uno Thodarin Perdicha, venuto di Andernopoli et di Salonichii, partì èzorni 17, sicome il tutto si vederà inserte in le letere. Et la letera di Zorzi Varda di la Parga, scrive dito nonlio non passò a la Gorena apresso la Janina, dove erano venuti tre olachi, e a dì 9 zonse il flam-bular etc. per svalisar albanesi ; et allri avisi come ho scrito di sopra. Item, il Signor a dì 24 dii passato era a Gran Parie, zornale 3 sopra l’Arta, e voleva andar a veder quel loco. Item, la deposition di Thodaro Perdicha, partì da Salonichi è zorni 17, dice el Signor turco era con 1000 janizari a Seres et si aspetava a Salonichi, e Peri bassà et el tlambular di la Anatolia venuti di Soria erano zonli a Constanti-bopoli, e va drio li altri avisi notadi di sopra. El Signor voi tuor l’impresa contra 1’ Hongaria, come se divulgava, e veniva in Scopia. Il qual Signor par sia molto contento e satisfato de la pace ha con la Signoria nostra, e se contenta più che de niun altro principe christian, et che ’I non era per venir a la Valona. Poi iterum venuto soso, il Ramusio tornò a lezer queste altre letere di ordene dii Consejo di X, per non perder tempo. Di Pranza, di V Orator nostro, date a Paris a dì 3. Come scrisse a dì 28, la Christianissima Maestà non atendeva ad altro che a l’imperio, et à spazà a Roma al Papa el Poyton, et al re d’Ingal- tera....., et al ducha di Geldria monsignor de la Gisa con danari, aziò sussiti guera a quele bande per disturbar etc. Et in Alemagna ha spazato, per le poste, tre maislri di richieste ; et monsignor di Rovai et monsignor l’Armiraio partino fin a dì 29 ad alcuni Electori; anderano prima a Loreno e forsi più oltra. Et monsignor di Talagni, qual spazò a la Signoria nostra, come scrisse per altre sue, li à mandalo novo ordene di questo, e soliciti il camin suo ; sichè de lì si atende ad altro che a questo. Et il re- 261 verendissimo Bibiena legato, parlando al Re di questo, disse che per dimonstrar tanta afectione non è a proposito di haver el desiderato fin e dificulteria la cossa, et Soa Maestà andasse più riservato, confortandolo molto a questo. TJnde Sua Maestà si turbò molto; e se dito Legato non andava da Madama a parlarli prima li parlasse il Re, perdeva la gra-tia di Soa Maestà. La qual Madama lo placoe, dicendole le raxon ; e che dilto Legato dava questi ricordi per ben e a bon fin. Scrive che Ruberlet ha dito al prefato Orator nostro, se non era Madama, il Legato perdeva la gratia aquistata. Sichè de lì se fa tutti i provedimenti a questo effedo, e la Maestà Christianissima voi al tutto farsi Imperador, zoè Re di romani, o per danari, o con le arme. Il qual ha do episcopi electori, zoè Maguntino e Treverense, e il marchexe di Brandiburg e il Conte Paladin, li quali li hanno promesso, per scrilura, di far Soa Maestà