87 MDXVIU, OTTOBRE. 88 sumarii dii Turco e comunica a quel monsignor di Lutrech, qual è venuto lì a Caxal a visitar el signor Marchexe, é infermo di egritudine che ’1 non poi scampar ; la febre l’ha lassato, ma à uno foco ai ^ piedi, et è debele, non poi reteñir cibo. Quivi è il signor Federico di Gonzaga fiol dii marchexe di Mantoa, suo zenero, e il signor Federico da Bozolo; nè altro scrive da conto. Solicita sia electo in loco suo, acciò possi repatriar. Scrive, monsignor illustrissimo li ha ditto aver letere di Franga, di 26, acusano letere di 9, di monsignor VArmiralo, va orator in Anglia. Come l’aponlamento con quel re di Anglia si poi dir concluso, et aver auto letere di 3, di monsignor di Paris, zà passato in Anglia, li scrive vengi etiam lui et passi il mar ; e come il re Christianissimo è solicita da’ sguizari lassi la pra-ticha di tal apontamento con Anglia. Di Pranza, di sier Antonio Justinian el dotor, orator, date Ansenis in Bretagna a dì 16. Come di ordine di la illustrissima Madama, per la peste, li oratori erano partiti di Nantes e venuti lì Ansenis, che etiam soa signoria e la illustrissima Rezina vegneria ; e cussi eri sono venuti, et ozi de-teno audientia al Legato, né potè darla a esso Orator nostro. Et ha inteso, il re Christianissimo sarà a dì 8 Octubrio de lì. Ha ricevuto letere nostre con copia di letere di Andrea di Franceschi secretario, in materia di le ville di Friul, qual ha comunicate con il Gran Canzclier. Etiam lo aviso di Friul, come li agenti cesarei toleno le intrade di ditte ville ; unde poi parlò a la illustrissima Madama madre dii Re, di questo, qual li disse saria con l’orator di la Catholica Maestà, ch’è qui, e li parlería di questo, dicendo faria quello che la potesse etc. E scrive, è bon l’orator dii re Christianissimo, é apresso la Signoria nostra, sarà bon el scrivi di questo. Scrive, parlando di lo apontamento d’Ingaltera, soa signoria li disse aver auto letere di monsignor di Paris suo orator in Anglia, come havia scrito a monsignor l’Armiraio, etiam orator, non era passato ancora, che ’I dovesse passar, lutto era adatato, et che l’a-tendeva a far bona ciera ; il qual Armiraio era a Montaruol. Madama Alvisa, fiola dii Christianissimo re, restata in Ambosa, par habi dii mal et era inferma. Nè altro scrive da conto. De Ingaltera, di sier Sebastian Justinian el cavalier, orator nostro, date a Lambì a dì 7 Septembrio. Come, per soe di 2, scrisse li tratamenti si faceva di la pace di quella Maestà col Christianissimo re. Scrive coloquii auti con quel reverendissimo cardinal Eboracense, qual li disse si poi tenir per conclusa, e Tornai si restituirà al re Christianissimo, et sarà la pace con li 5 confederati : Papa, Impera-dor, Franza, Spagna et Anglia. Et parlando, disse il 46 * re Christianissimo ha voluto includer per sua la Signoria vostra, e l’orator suo ha dito quella esser so’amica ; e il re di Anglia, zoè dillo Cardinal, disse etiam è nostra amica. Et che le cosse mazor erano expedite, qual erano de importantia ; restava do sole, qual, zonto sia monsignor l’Armiraio de lì, qual sarà fin 8 zorni, tutto si concluderà. Poi soa signoria disse la conspiration da esser fata contra il Turco si tratarà per via di Legati. E disse il Cardinal di Sion voleva sguizari fusseno compresi, i quali sarano chiamati per il re Christianissimo. Scrive aspetar la sua desiderala licenza. Item, ricevete letere di la Signoria nostra intendesse zerca le cose di Scozia ; unde parlò a domino Rizardo secretarlo regio, qual li disse il duca di Albania non tornerà in Scozia, e tutto è adatato. Zercha parlar col Cardinal in materia di vini, non poi se prima queste cosse non è concluse. Et come, justa le letere aule, si congratulerà con quella Maestà de la pace fata, et lezerà li suma-rii di le cosse turchesche. Di Hongaria, di sier Alvixe Bon el dotor orator nostro, date a Buda a dì 16. Come, per le ultime sue di 2, scrisse li coloquii auti col reverendo Vacieuse zercha il Turco etc. El zorno sequente ricevete letere di la Signoria nostra, di 9 Avoslo, con li avisi turcheschi, quali comunichò col Re e altri, e di 17 di la conclusion di la Irieva fata con la Cesarea Maestà. Scrive l’Imperador ha mandato a dir voi mandar a quel Re la cavalaria dii monton d’oro. Item, fra’ Nicolò, nonlio dii Papa, stato in Poiana per adatar quel Re con moschoviti, era in Pru-sia, et nula ha potuto far. Scrive comunicò al Re la conclusion di le trieve ; li piaque asai, dicendo tutti li principi christiani si doveria acordar per ben di la Chrislianità conira il Turco, e ringratiò di sumarii turcheschi. Scrive, li oratori doveano andar al Papa, è stà suspeso la loro andata fino la dieta si fa a Batia. Solicita sia mandato il suo successor aziò possi re-patriar. Fu fatto la balolalion di scurtinii di Savii. Tolti tre dii Consejo in luogo di sier Antonio Grimani procurator, e sier Zacaria Dolfìn, hanno refudato ; et uno che manca, che sarà per tre mexi. El tolti numero 14, rimase sier Piero Landò, fo savio dii Consejo 102; sier Zorzi Pixani dotor, cavalier, fo consier, 97 ; et per 3 mexi sier Marin Zorzi dotor, fo Cao dii Consejo di X, 96. Fo soto, ma non passò,