331 MDXIX, GENNAIO. 332 reverendissimo Legato, li 4 oratori andorno davanti 10 altare, dove se redusse la Maestà dii Re, et in loro presentia jurò et subscripse li capituli di man sua senza altra lectura de quelli. Quibus peractis, la prefata Maestà andò a disnar ne l’episcopato, dove avea fato preparar, et seco menò, che senlo-rono in una medesima tavola, il reverendissimo Legato et li prefati quatro oratori solamente senza altri; i quali la sera poi cenornò con monsignor di Barbon, che fece un superbo baneheto, al qual in-tervenero gran quantità di bomeni et done. Il se-quente giorno, il da poi disnar, andorno a visitar la Serenissima regina, con la qual era e ti am la illustrissima Madama. Interim, la Maestà dii Re ha-vea fato venir li sui cavalli grossi cavalchati da pagi, et in una gran piaza dii palazo de le Tornelle, dove è ritornato il Re la sera medema da poi data la audientia, li fece andar a corer et saltar atorno le sbare preparate per la zostra, che fo un bel veder. 11 che finito, fo rote certe poche lanze da alcuni gen-tilhomeni che venero armati in giostra, et altro non fu fato per quel zorno. Eri matina, li prefati oratori fumo a la messa con la Serenissima Regina, la qual promesse et fece l’obligo dii matrimonio per lo illustrissimo Delpbino suo figliolo, et poi andorno a 178* disnar con monsignor duca de Lanson. Nè mancha questa Maestà de far tuli li honori et apiaceri possi- • beli, non tantum a li oratori, ma a tuli li gentilho-meni de la loro compagnia, menandoli a brazo per il palazo la sera, maxime mascharati, a visitar dame. Ileri Sua Maestà, da poi disnar, è andata a a caza, et ha menato cum sì molti dei dicti gentilho-meni. Starano luto ozi et forsi domani fora, et Domenica Sua Maestà li farà il baneheto principal, et Luni se cominciarano le giostre. 11 tempo dii partir de li oratori predicti non se sa ancora certo; alcuni judichano sarano qui le feste, altri de non. 11 mara-schal de Satiglion è andato per pigliar la possession de Tornai etc. Il festizar de questi oratori suspende tuie le altre negocialion di la corte. 179 Sumario di una letera di Franga, data a Faris a dì 17 Dezembrio 1518, scrita per Hiro-nimo da Canal secretano di V Orator nostro. Narra V audientia data a li oratori anglici per la Cliristianissima Maestà. Ricevuta a dì primo Zmer 1518. De dì 11 de l’instante fumo le ultime mie. Quella sera intrò el Christianissimo re in la terra, acompagnato da tulli li sui zentilhomeni, guardie et corte molto superbamente, et andò ad alozar nel palazo et non al loco dove soleva star. Et da poi disnar del zorno drieto dele audientia publica a li oratori anglici novamente venuti, in una sala bella, tuia tapeciata intorno, et il cielo de tapezaria fata a zigli. In dilla sala era fato un solaro tre scalini alto da terra che capiva meza la sala, et in capo del solaro era un tribunal de tre scalini falò in mezo, dove era una sedia fodrata d’oro, el poi aveva sopra una gran coperta de restagno d’oro sopra rizo che andava sparso atomo atorno, et apresso vi era un pezo de veludo violeto cum zigli assai suso, che copriva li scalini. In dila sedeva questa Maestà Christianissima, et sotto li piedi havea un cusino d’oro, et era vestito de un rubon de arzento de tronchatìla et soprarizo de alcuni bellissimi fioroni, la fodra era de ganeti de Spagna, che qui se usano et sono molto cari ; il sa-glion era d’oro richissimo. In testa non havea nè corona, nè altro, ma la sua bareta comune de pano. A la mano destra de Sua Maestà, al basso del tribunal, era lo reverendissimo legato Santa Maria in Portico, che stava a seder sopra una cathedra fodrata de restagno d’oro, et con una coperta poi so -pra medesimamente d’oro, ma non tanto ampia come quella de Sua Maestà. Apresso a soa signoria reverendissima era il re di Navara in una altra cathedra pur d’oro; al longo del solaro, a la dita mano però, erano li duchi de Lanson, Barbon, Vandomo, duca de Ferara, monsignor de San Polo, fratello de monsignor de Vandomo, il principe poi de Vandomo et il fiolo del duca de Limburg alemano. A la mano manca erano li reverendissimi cardenali Boysi, Burges, Vandomo et Araceli, che sedevano sopra una banca. Al longo poi de quella mano erano li oratori, cioè noncio pontificio, Spagna, Venetia et Fiorenza, et poi lì apresso el magnifico Gran canzeliero. Poi una copia de vescovi con li rocheti indosso drieto la sedia de la Maestà Sua, et lì intorno erano monsignor Gran maestro, monsignor Armirajo, suo fra-delo monsignor de Orvai, monsignor de le Scu et 179 molti altri grossi personazi, vestili el forzo de drapo d’oro; et finalmente non era homo in quella sala non fusse vestilo de seda. Da la man pur manca, in el canlon, era fato un solareto che li slava la Serenissima Regina, Illustrissima madre, madama de Lanson sorela de questa Maestà, et madama de Nemors, quale stavano a veder a le zelosie. Da l’altro capo de la sala era uno altro solaro che capiva tuta la lar-geza de ditta sala, et lì stavano tutte le damisele de la corte. Venero poi de lì a un poco li quatro oratori, videlicet il Gran zamberlan, lo episcopo Clieuse,