359 MDXVlII, dicembre. 2G0 140 1)i Pranza, di V Orator nostro, date a Paris a dì 26. Come parlò a Ruberlet, el fé’ letere in bona forma in la materia di le ville dii Friul in nome di monsignor il Gran maestro, drízale al Fi-finger, che questo sarà causa di standolo ; con altre parole, ut in litteris. Etian si scrive a l’orator dii re Christianissimo è de li in corte di 1’Imperador, che stanno in óptima forma, et non le spanando sì presto, esso Orator le expedirá lui. Scrive, monsignor Gran maestro averli dito, da parte dii Re, scrivi a la Signoria voy consignar il conte Christo-l'oro e altri presoni seguri fino a Crema o Cremona, e li altri sarano liberali ; ma il conte Christoforo starà preson per far il riscato dii maraschal di Nava ra, e la Signoria lo donerà al Re, e sia ben custodito. Scrive, il Christianissimo re à obtenulo dal Papa aver li danari fono trovati per le cosse dii Turco a imprestedo, et cussi il reverendissimo Legato ozi li ha auti e numerati scudi 50 milia a quelli dii Re di tal raxon; il Papa voleva prometesse renderli al Papa o sucessori; il Re non à voluto, ma ben jurato spender questi e quelli haverà a l’impresa contra il Turco. Et il Papa voleva il banco di Sal-viali a Lion scodesse tal danari. 11 Re non ha voluto, dicendo lui voi esser quello metti nel suo regno chi li par scuodeno tal danari eie. Scrive aver parlato col reverendissimo Legato. Li à dito quel Re è molto inclinato a le cosse contra il Turco. Scrive come il signor Zuan Jacomo, qual è a Chialres amalato, et à fato testamento : lassa certi Cantoni di sguizari soi comessarii, et ducati 150 milia dia aver dal re Cristianissimo, in caso li volesse luor Vegevene. Et come il signor Costanzo ha scrito a suo nepote abate di Santo Antonio, e monsignor di Seravaie, è lì a Paris, i quali è andati in posta a Chialres. Il Re ha voluto vi vadi el conte Cesaro Triulzi a veder si ’I poi revochar ditto testamento. Di Milan, dii Caroldo secretario, dì 4. Scrive zercha il mandar de lì de li presoni, e il conte Christoforo con bona custodia, come li ha dito Monsignor illustrissimo aver auto aviso dal Re fino a Crema sia mandati. Il Governador nostro 11 ha dito aver di Pranza il signor Zuan Jacomo esser amalato, ina le sue cose anderà bene, et rimesse a qualro : al Gran canzeller, a monsignor di Paris, ai Gran maestro et monsignor di Rovai. Pur si dubita grandemente di lui, il qual ha fato (estamento: lasa ducali 150 milla, di quali 100 inilia sia comprà Slado apresso sguizari in caso il Re li lolesse Vegevene, et 50 milia lassa a cinque chiesie in terre di sguizari. Scrive, che sguizari hanno scrilo a monsignor di Lutrech che, essendo amici dii re Christianissimo, non li dia 140' parer di novo di aver aceplalo ¡1 conle Lodovico Boromeo, perchè amano tulli li soi membri, et però a tulli convien acelarli e farli bona compagnia. Scrive, quelli di Milan hanno falò il suo Consejo, e risposto a Monsignor illustrissimo non poter pagar el taion imposto, et essendo aslreli, sererano le botege più presto che pagar ; dii che Monsignor sta di mala voja. Dii dito, di 4. Come à ’uto una poliza dii Governador nostro, è lì, el signor Zuan Jacomo à dii mal assai ; e manda la poliza. Dii dito, di 6. Come à di Pranza il Marchese nepote dii signor Zuan Jacomo,quello esser pezorato e azontoli certo mal, ut in litteris, e si dubitava di lui. Et come li ha dito il Governador, è venuto uno zentilbomo di Franza. Dice di le cosse dii signor Zuan Jacomo non si parlerò più in Franza, e il Re non farà altro ; ma ben è venuto a luor la capitala-lione fata con sguizari, qual è a Misocho; et si ’1 morirà, non ge la manderano. Scrive altri avisi, come il Governador nostro non si partirà di Milan fin non vede la resolution di esso signor Zuan Jacomo,’e altro; qual non fo lelo in Pregadi. Di Spagna, di l’Orator nostro, date in Sa-ragosa di lìagon, si chiama Cesarea Augusta, a dì 11 Novembrio. Scrive di queste ripresale etc., et tandem ha expedito le lelere. Et, come scrisse, quella di Arlagio era slà lerminà per il Consejo non fusse compresa in le suspension di do anni, e la cossa fo rimessa al Gran canzelier; qual è slà termi-uà il salvoconduto de ripresaie e suspension siano zeneral, con questo però fra termine 3 mesi si mandi de lì etc. Ben si mandi presto persona instruta e docta per dispular tal materia, videlicet jurisperito, aliter si terrnenerà Arlagio non sia compreso. Lui Orator ha dito, tien la Signoria manderà col suo su-cessor. Quanto a la cossa di domino Francesco Fo scari e di Marconi, il Gran canzelier à scrilo, in nome dii Re al viceré di Napoli, lassi di preson il Marconi e restituissi il lutto; ma dii Foscari, par sia slato in tempo di guera, bisogna altra juslilìcation. Lauda il Gran canzelier, qual è homo justo. Scrive le letere dii Re al suo consolo è fate, nè manca altro che so-toscriver da Soa Maestà. Dii dito, di 13. Come ricevete lelere di la Signoria nostra a dì 4, di 4 et C Octobre. Poi, a dì 9. ricevete altre letere di 9 et 20, con sumarii di le cosse dii Turco et Hongaria; unde fo dal Re, qual era eoo monsignor di Chievers el il cardenal di Tor-tosa, e li .comunicò le nove, le qual etiam havia aule