425 UDXIX, l'EBBBAlO. Constanlinopoli, et uuo conira la Soria. Il primo campo con persone 18 milia, capo uno . . . , l’altro con persone 60 milia, l’altro 32 milia, et ha fato parenti con quelli di le berete verde, e dato una soa fìola al Col dii Sofì, e altri avisi, ut in ea. Item, mandano una relation di uno modoneo, nominalo Piero .. . , vien di Barato. Goloquii auti con turchi sono de lì, et che ’I Signor turco, per questo anno non farà armada, sohm vele 70 per corsari solo do capitani 35 vele per uno, videlicet Curtogoli e Salili rais. Scrive et referisse il partir dii Gazelli andata per dar socorso ; il qual voi mal a’ turchi eie. Scriveno essi rectori aver mandato do esploratori, uno di Alepo e l’altro in Tauris ; quello riporlerano aviserà. Di Damasco, di sier Anzolo Malipiero consolo, date a dì 14 Novembrio. Scrive il suo zon-zer lì; aver trovà il cotimo debito ducati 132 milia 200 e più ; et il suo precessor, sier Andrea Arimondo, referirà il tutto; qual non ha servà i ordeni, ma ha falò quello li ha parso. E a uno Siechberi, dovea aver sanili 70 milia di colimo e morite, con presenti F ha fato aconzo la cosa in ducali 5000 ; sichè anche lui convegnirà romper i ordeni; però si mandi da poter recuperar il cotimo e non star su usure. Li convegnirà spender in formazi e vini voi quelli signori eie. La caravana partida, vai ducati 300 milia, non è zonta ancora. Item, el Gazeli è un signor onnipotente. Fo lelo una fede dii scrivan di Provedadori di cotimo di Damasco. Come é stà manda per ditti Provedadori al prefato sier Anzolo Malipiero li stagni, carisee, panni di seda et contadi per ducali 18 milia, che sarano per ducali 40 milia de li. Poi venuli i Savii fuora, fo lelo la letera scrive cl Conseio de Yspurch a la Signoria, portata per uno todesco venuto a posta, data a di 25 Zener, soloscrita : Sacrce Cesarea Majestatis Magi sito curia, marescalco, cancellano, locum-tenentibus et regentibus regiminis Hyspurch. Scriveno a la Signoria la morte di la Cesarea Maestà, dia aver inteso, qual é morto da Christianissimo Im-perador; ha auto li ordeni sacri. Et perchè le Irieve era, hanno fato comandamento a’ soi subditi vicinino ben con la Signoria nostra ; et cussi pregano la Signoria vogli ordinar a li soi subdili fazino questo instesso, perchè facendo cussi, sperano seguirà una bona pase etc. 230‘ fu posto, per li Savii dii Consejo e di Tera ferma, risposta a li dilli dii Consejo de Yspurch, rispondendoli a le soe letere. Prima, si doleno di la morte dii Serenissimo Imperador, laudandolo eie. Et quanto al aver fato comandamento a li soi subditi non fazino danno a’ nostri, cussi havemo ordinalo fazino li nostri verso li soi, con altre parole, ut in ea. Fo letera mal dilata, scrita per Zuan Batista di Vieimi secretano. Item, per li diti, fu posto un’altra letera al pre-falo Consejo. Come havemo auto letere dii Locote-nente di la Patria di Friul, qual ne scrive, quelli di Maran e Gradisca hanno fato comandamento a nostre ville portino le biave in le terre, e sono ussiti fuora e toltone parie, e però pregemo soe magni-ficentie voglino far provisione non fazino tal cosse, etc. con altre parole, ut in litteris. Item, dito si scriverà per Colegio in Spagna, dolendosi col Re di la morte di F Imperador, el si manderà la letera et la risposta di Ysprucb a FOrator nostro in Franza, acciò la comunichi a la Christianis-siina Maestà. Andò le letere : 14 di no, 159 di si. Fo leto una letera di sier Alexandro Bon podestà di Montagnana. Scrive avia fato relenir, per letere dii podestà di Padoa, uno Gasparin di Gasparini di Orgliano e Oniben di Poiana, qual havia facto certi delieti con alcuni altri contra certi bergamaschi venivano in barca la noie dal Frasine per Este, Udendoli danari etc. ; il qual è bandito di vi-sentina. Ilor lo fece pigliar, poi fu suspeso per il .... e Avogadori, e inteso il delieto, levono la su-spension ; et essendo in presoli, fo averlo la porla e fato scampar per il suo cavalier, qual è per gralia, con il suo compagno nominalo . . . ., pertanto richiede autorità e tuia, et il cavalier ha relenuto e li farà portar la pena eie., ut in litteris. Fu posto, per li Consieri, darli autorità poter bandirli di Venecia e terre e lochi con taia lire 1000 vivi, et 500 morti ; e li soi beni ubligadi a la taia e confiscadi, ut in parte ; fu presa. Ave 174 di si, una di no. Fo leto una letera di sier Francesco Moce-nigopodestà c capitanio di Treviso. Scrive molti è venuti da lui, voriano fabricar le case minate in la terra. È stà super loco con Zuan da Como contestabile; visto il tutto, conseja se li possi conceder passa 40 lonlan di le mure nuove, videlicet 25 el 15 con orlali, non posendo serar li orti di muro. Fu poslo, per li Consieri, Cai di XL e Savii, risponder al dito podestà di Treviso, che senio contenti si possi fabriehar stando lontan di le mure, jusla il suo aricordo, et lasiuo le strade ; al che si remeteno a lui, ut in parte ; fu presa. Ave 181 di si, et 3 di no.